Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Mondragone, Salvini sfida De Luca
Lunedì il leader della Lega nell’area del focolaio. Il presidente: isoliamo gli sciacalli, screening di massa
«Lunedì sarò a Mondragone alla faccia del centrosinistra». Matteo Salvini sfida De Luca nell’area di crisi Covid. Il leader accusa il governatore di aver fallito. De Luca replica che «bisogna isolare gli sciacalli». Ieri intanto giornata di calma tra bulgari e italiani. L’esercito ha circondato i palazzi della ex Cirio.
Nessun dubbio che l’avrebbe fatto. Lunedì Matteo Salvini si recherà a Mondragone sancendo che ormai il caso è entrato in campagna elettorale. «Alla faccia della sinistra che dice di non volermi» tuona il leader leghista che vede nell’«ennesimo disastro della sinistra» l’occasione per strappare voti alle imminenti regionali. Incalza: «De Luca è passato dal lanciafiamme a piagnucolare con il Governo perché non riesce a controllare la situazione. Oltre gli insulti c’è il nulla». Insomma, altra benzina politica sul fuoco delle tensioni locali.
Si fa sentire anche lo sfidante alla Regione, il solitamente pacato Stefano Caldoro: «Su Mondragone c’è un solo responsabile: chi guida la Regione oggi. Oggi e non cinque, dieci o cento anni fa. Chi scarica la responsabilità su sindaci, prefetti, questori e ministri, mente».
Intanto le proteste dei mondragonesi sembrano rientrate. Ieri è stata una giornata di calma. Nella notte solo il tentativo da parte di qualcuno di incendiare un furgone bulgaro parcheggiato nei pressi dei palazzoni ex Cirio. Benzina versata sul furgone e su un’auto vicina, intervento dei vigili del fuoco e della scientifica. Ma i blocchi stradali sono cessati anche perché nel frattempo il Viminale ha fatto sapere di aver inviato rinforzi: sono arrivati 70 agenti e soprattutto il contingente di 50 soldati promesso dal ministro Lamorgese. L’area dei palazzi alti undici piani (un autentico sfregio paesaggistico sul litorale domizio) è stata ulteriormente isolata con jersey in cemento. Bulgari e italiani in quarantena stavolta non si sono mossi dalle loro abitazioni. Ieri mattina in molti erano affacciati ai balconi e guardavano con curiosità lo schieramento di poliziotti, carabinieri e soldati e il posizionamento delle barriere.
C’è stato un brevissimo momento di tensione quando il padre di una ragazza che vive lì, un italiano, ha chiesto con insistenza ai militari di uscire. Pochi secondi di discussione poi l’uomo si è rassegnato a restare dov’era. Sono stati anche rintracciati i quattro bulgari positivi al Covid che si erano allontanati nei giorni scorsi. Voci riferiscono di altri bulgari scomparsi, ma non ci sono conferme. A placare gli animi anche l’arrivo del console bulgaro Ermelina Peycheva che ha incontrato il nervoso sindaco mondragonese Virgilio Pacifico e poi si è recata al rione ex Cirio. «L’emergenza — ha detto la console — è più sociale che sanitaria, in quanto i bulgari di etnia rom hanno una mentalità particolare. Sono qui per dare una mano e parlare con i miei connazionali» ha concluso.
Ma a gettare un’ombra cupa sulle proteste dell’altro giorno è la chiesa locale. Monsignor Orazio Piazza, vescovo della cittadina domiziana parla senza mezzi termini di interferenza dal mondo illegale. «Le forme aggressive di questi giorni non costruiscono niente di buono — dice il presule —, anzi spengono quelle piccole speranze che come Chiesa stavamo accendendo». Poi la denuncia: «A Mondragone il parroco di San Rufino e direttore della Caritas sta facendo un’opera eccezionale, ma ci sono difficoltà che non competono a noi, perché sono questioni di ordine pubblico». A quali «interferenze illegali» si riferisca l’alto prelato è materia d’indagine giudiziaria. Mentre in un video della protesta (come ha notato e pubblicato sul suo blog il giornalista Ugo Tassinari) compare un ultrà con simboli di estrema destra che si schiera minaccioso nei confronti dei bulgari. Accanto a lui un carabiniere che lo placa.
Troppe cose non tornano nella manifestazione dei braccianti agricoli dell’Est che l’altro giorno hanno abbandonato per alcuni minuti le loro case violando la quarantena. Non si sono allontanati, non sono fuggiti. Si sono limitati a sfilare come per una incomprensibile protesta nei conprovveduto fronti delle misure sanitarie decise dalle autorità. Che senso aveva quella marcia davanti ai casermoni dell’ex Cirio? È pensabile che i bulgari (molti dei quali lavorano in nero e vivono in situazioni irregolari) non avessero messo in conto che la tensione sarebbe aumentata e i residenti avrebbero reagito?
Dunque quella protesta appare controproducente per gli stessi che l’hanno attuata. È davvero solo il frutto dell’esasperazione di persone che temevano di non poter più procurarsi il cibo quotidiano con il lavoro nei campi?
Eppure la Protezione civile era già stata mobilitata. Ieri ad esempio i volontari hanno a distribuire acqua, cibo, medicine e anche bombole di ossigeno per quei bulgari che ne abbiano bisogno per motivi di salute, mentre sono 730 i tamponi effettuati tra i residenti.
Da ieri intanto due bambini bulgari risultati positivi sono ricoverati al Policlinico di Napoli, ma non hanno particolari problemi. Sergio Serraino, responsabile locale Emergency, ricorda che «due settimane fa l’Asl aveva eseguito test nell’ex Cirio anche a 40 bulgari risultati tutti negativi». Insomma i contagi potrebbero essere iniziati solo pochi giorni prima della strana rivolta.
Il leader leghista
Sarò lì per vedere l’ennesimo disastro combinato dal centrosinistra Il governatore campano è passato dal lanciafiamme a piagnucolare con il Governo perché non riesce a controllare la situazione Oltre gli insulti c’è il nulla