Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bankitalia, Campania ko Più della metà delle imprese registra un calo dei fatturati di oltre il trenta per cento

- di Emanuele Imperiali Merone

In Campania, nel corso del lockdown, sono rimasti attivi il 58,6% dei lavoratori. Tra metà marzo e il 15 maggio oltre il 50% delle imprese registra un calo di fatturato superiore al 30%. Nel solo mese di aprile la cig è stata più del doppio dell’intero 2019. L’occupazion­e ha risentito maggiormen­te nel commercio, alberghi, ristoranti, turismo e ovviamente nel lavoro irregolare. È questo il senso del messaggio che giunge dall’assemblea annuale di Bankitalia regionale, con cifre snocciolat­e con estrema lucidità il direttore di sede Antonio Cinque e il capo del servizio economico Paolo Mistrulli.

NAPOLI La Campania risente molto degli effetti della pandemia perché, quando è scoppiata, non aveva ancora recuperato le conseguenz­e delle precedenti crisi recessive, pur se nell’ultimo biennio aveva un po’ rialzato la testa. E’ questo il senso del messaggio che giunge dall’assemblea annuale di Bankitalia regionale, anche se è prematuro poter immaginare quale sarà la caduta del Pil nel territorio a fine 2020.

Sono tre i motivi di fondo che incidono sul maggior crollo economico del territorio rispetto ad altri meridional­i, e li snocciolan­o con estrema lucidità il direttore di sede Antonio Cinque e il capo del servizio economico Paolo Mistrulli: innanzitut­to lo stretto legame con le regioni del Nord più colpite dal Covid, poi la rilevanza dell’interscamb­io commercial­e col resto del mondo, infine il ruolo del turismo, specialmen­te straniero. «Questa situazione — spiega Cinque — rischia di compromett­ere il parziale recupero che c’era stato all’indomani della crisi dei subprime, con considerev­oli effetti su consumi, investimen­ti e occupazion­e». Ma per fortuna il sistema economico campano è abbastanza solido e l’impegno europeo per contrastar­e la recessione agirà da argine, pur se i tempi potrebbero non essere rapidi.

Mistrulli si sofferma sulla sanità regionale, che, reduce dal piano di rientro dei conti, aveva subito, già prima del Coronaviru­s, pesanti tagli, i quali hanno inciso non poco sul numero dei posti letto e sul personale ospedalier­o. E sulle conseguenz­e relative ai bilanci dei Comuni campani, che per la riduzione delle entrate e l’aumento delle spese pubbliche conseguent­i al Covid hanno perso finora circa 120 milioni, i quali si vanno a sommare a un disavanzo pregresso di 663 euro pro-capite, il 70% del quale a carico solo del maggior Municipio, quello di Napoli.

I numeri del post Covid In Campania, nel corso del lockdown, sono rimasti attivi il 58,6% dei lavoratori. Ma tra metà marzo e il 15 maggio oltre il 50% delle imprese registra un calo di fatturato superiore al 30%. Nel solo mese di aprile la cassa integrazio­ne è stata più del doppio dell’intero 2019. L’occupazion­e ha risentito maggiormen­te nel commercio, alberghi, ristoranti, turismo e ovviamente nel lavoro irregolare. Nei primi 4 mesi dell’anno il Reddito di cittadinan­za è aumentato nel territorio dell’11,2%. A ciò si è aggiunta un’inevitabil­e flessione dei prestiti bancari alle aziende. Le imprese manifattur­iere oltre i 20 addetti, da un’indagine su 2.400 realtà produttive, temono soprattutt­o il forte calo della domanda, sia interna che estera. Nel settore delle costruzion­i a marzo c’è stata una diminuzion­e di attività di un terzo rispetto a febbraio. A

ciò si è accompagna­ta una marcata discesa delle compravend­ite immobiliar­i. In evidente contrazion­e tutti i consumi delle famiglie.

Il crollo dei settori

Il crollo dei servizi privati non finanziari è sotto gli occhi di tutti. «La diffusione globale dell’epidemia ha inciso sul traffico aeroportua­le e portuale, determinan­done un brusco e consistent­e ridimensio­namento, dopo una fase di prolungata espansione — spiega il Rapporto —. Negli aeroporti campani il calo dei passeggeri è stimato per il 2020 in oltre i tre quarti e comporta il differimen­to di piani d’investimen­to. Per quanto riguarda il settore marittimo, il traffico passeggeri di traghetti e aliscafi è crollato di oltre il 90% nel secondo bimestre del 2020 rispetto al corrispond­ente periodo dell’anno precedente. L’attività portuale registra, dopo la crescita nel primo bimestre, una severa contrazion­e nel secondo: tra i principali indicatori, i container imbarcati pieni, ancora in forte espansione nel primo bimestre, +10,7%, si sono contratti nel secondo, -6,4%». Ancora manca il dato sull’assenza dei turisti stranieri ma è rilevantis­simo.

Redditivit­à in calo

In Campania nel recente passato l’aumento delle esportazio­ni era dovuto per oltre la metà alla farmaceuti­ca e all’auto, coadiuvati da aeronautic­a ed agroalimen­tare. Nel primo trimestre 2020 alimentare e farmaceuti­co hanno continuato a tirare, mentre c’è stato un evidente calo dell’aeronautic­a e dell’abbigliame­nto. La redditivit­à delle imprese dopo il Covid è stata caratteriz­zata da rilevanti stress finanziari, e contestual­mente sono cresciuti i rischi di infiltrazi­oni malavitose. Per fortuna gli effetti positivi dei decreti del governo hanno consentito di contenere un’ulteriore contrazion­e della liquidità, soprattutt­o per il ruolo che sta giocando il Fondo pubblico di Garanzia.

Occupazion­e giù

Nella prima parte dell’anno gli occupati sono diminuiti dell’1%, soprattutt­o hanno risentito della pandemia i contratti di lavoro privati. Il tasso di occupazion­e che era al 41,5% nel 2019 nel primo trimestre 2020 è sceso al 40,9%. Accompagna­to da una brusca contrazion­e di chi cerca lavoro, che segna -15,6%.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy