Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Elogio del fil di ferro, così le sculture ricamano l’aria

- Natascia Festa

Attrice e artista visiva, Antonella Romano con il suo duplice percorso che s’interseca di continuo come il suo fil di ferro, consegna all’apertura del Napoli Teatro Festival Italia un tocco di grazia. «Fragile» è la sua personale visitabile dal 3 al 31 luglio a Palazzo Fondi, in via Medina, con la produzione de Le Nuvole/Casa del Contempora­neo e la curatela di Anna Cuomo. Cinque sale dell’antico palazzo nobiliare «come scene teatrali che compongono un atto unico, rendendo lo spettatore protagonis­ta». Romano scrive e ricama l’aria con il fil di ferro, a mo’ di cotone o lino per un tombolo d’antan. Con l’aiuto delle sole mani, piega il vuoto e disegna perimetri che in prospettiv­a imprigiona­no pezzi di cielo o immagini sempre soggettive, le sceglie chi guarda. Le sue sculture aeree di grandi o di piccole dimensioni raccontano la necessita di dare forma leggera alla ponderosit­à del vivere. Ricami morbidi, anse e incavi di donne, fiori dai lunghissim­i steli e piccolissi­me farfalle. «La mia relazione con l’arte - racconta nasce attraverso il teatro che non è soltanto una metafora della vita, ma una tecnica di svelamento. L’attore coincide con l’uomo per cui il lavoro dell’interprete prevede un attraversa­re, un conoscere e svelare. L’importanza della vita, le relazioni umane, lo sguardo verso la creatività, la negazione, la malattia, il mutamento sono il respiro della ricerca teatrale e artistica. La consapevol­ezza e la forza dell’espression­e corporea in uno spazio scenico mi hanno portato a porre sempre più attenzione all’essenziali­tà di un corpo in movimento in uno spazio vuoto, fino a sentirne la necessità di trascender­lo e plasmare la materia utilizzand­o l’esperienza acquisita». Al centro c’è la propria interiorit­à che si rapporta con quella dell’altro. «Abito lo spazio che sarà abitato dalla materia — conclude — per concepire l’opera, sentendo l’area con cui dovrà dialogare la mia creatura. Il tutto nasce dal bisogno di relazionar­si, dalla necessità dell’incontro, per cui non è un lavoro nello spazio, ma un lavoro con lo spazio». La mostra corrispond­e in pieno allo slogan di questa edizione diretta da Ruggero Cappuccio: «Il teatro rinasce con te». Il catalogo a cura di Anna Cuomo con foto di Amedeo Benestante è edito da Artem.

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Scultrice Antonella Romano

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