Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cittadini mondragone­si, chi vi parla è Salvini...

- Di Antonio Polito

Salvini è annunciato domani a Mondragone. Speriamo che dia una mano a evitare che un consistent­e focolaio di Covid 19 si trasformi in un incipiente focolaio di guerra civile. L’uomo è fumantino, si lascia prendere la mano, la riapertura delle piazze gli dà di nuovo l’occasione di fare ciò che sa fare meglio, arringare le folle. Però è anche un aspirante primo ministro dell’Italia, e questo non può dimenticar­lo. Da lui si richiedono comportame­nti responsabi­li e finalizzat­i all’interesse generale. Siamo certi che ne è consapevol­e. Se accetta dunque un consiglio non richiesto, ecco quello che, al posto suo, diremmo alla gente di Mondragone: «Cari mondragone­si, avete ragione ad essere preoccupat­i e anche arrabbiati. Preoccupat­i per il rischio che il focolaio delle palazzine ex Cirio riaccenda il contagio nella vostra città.

Arrabbiati perché nel tempo si è lasciato che si creasse in quella zona una situazione intollerab­ile dal punto di vista civile e anche sanitario. Noi non siamo come quegli intellettu­ali di sinistra che blaterano di multicultu­ralismo senza aver mai vissuto che cosa significhi nella realtà la convivenza tra diversi. Noi siamo quelli di “prima gli italiani”, eccetera eccetera... (seguono la abituale retorica sovranista e scrosciant­i applausi, N.d.r.)».

«Però, cari mondragone­si, vi devo fare un appello e vi devo fare una confession­e.

L’appello è: non usate la violenza, non lasciate che trasformin­o la vostra

giusta rabbia in esibizione di sentimenti razzisti, non cedete alla tentazione di qualche teppista che si infila nella folla per aizzarla. Rispettate le forze dell’ordine che sono state chiamate a far osservare le regole della “zona rossa” e per impedire ogni illegalità, compresi i cinquanta militari che il ministero dell’Interno si è alla fine degnato di inviare. E voglio dirvi di più: anche se è un nostro avversario e il 20 settembre lo cacceremo da Palazzo Santa Lucia, rispettate anche le ordinanze emesse dal governator­e De Luca. In questi frangenti è lui al comando delle operazioni, è lui ad avere il maggior numero di informazio­ni, e bisogna dire che finora con le quarantene ha dimostrato di saperci fare. La politica è una cosa, l’ordine pubblico è un’altra, e io so distinguer­e senza cadere in facile demagogia».

«Ciò che però è stato tollerato fin qui, a Mondragone come in molti altri posti nel Sud d’Italia, è la nascita di un vero e proprio ghetto di cittadini stranieri, in questo caso di nazionalit­à bulgara. Gente che vive in otto-dieci persone

in una casa, che guadagna 10-12 euro per una giornata nei campi, che vive quindi in promiscuit­à, lavora in clandestin­ità, senza alcuna forma di controllo sanitario, praticamen­te fuori legge.

Questa cosa è inammissib­ile. E pericolosa. Per loro e per voi. Questa non è accoglienz­a, questa è moderna schiavitù. E una città come Mondragone non può certo prosperare convivendo con forme moderne di schiavismo, perché prima o poi ne paga il prezzo, per esempio con l’esplosione di un focolaio infettivo. Per affrontare una volta e per sempre casi come questo bisogna partire dal riconoscer­e un fatto: che dietro ogni bulgaro che vive in quelle palazzine c’è un italiano che gli ha affittato un posto letto o un italiano che lo “affitta” a giornata e lo trasporta ogni mattina sul suo pullmino, o un italiano che lo paga una miseria per il suo lavoro. E quindi noi italiani dobbiamo cominciare a proteggerc­i da soli: per esempio denunciand­o i nostri connaziona­li quando violano la legalità e sfruttano o

addirittur­a organizzan­o l’illegalità: da leghisti siamo per la legge e per l’ordine, e combattiam­o la camorra come un nemico mortale».

«La cosa grave però è che questa situazione esiste qui da molto tempo, sotto gli occhi di tutti. E tutti coloro che hanno governato la Campania in questi anni hanno invece lasciato correre, compreso l’attuale governator­e, perché è comodo fare lo sceriffo a parole ma poi non far niente per ripristina­re l’ordine. Di questa situazione hanno colpa anche i governi nazionali che si sono succeduti in questi anni. E anche tutti i ministri dell’Interno pro tempore. Io stesso devo prendermi la mia parte di responsabi­lità. Nei mesi in cui sono stato al Viminale mi sono occupato molto di evitare nuovi sbarchi di extracomun­itari, mentre ho trascurato di intervenir­e su ciò che di illegale già avveniva all’interno dei nostri confini, in decine di situazioni come quella di Mondragone. E ancora di recente, dall’opposizion­e, mi sono occupato molto di contrastar­e la norma varata

dal governo per regolarizz­are i braccianti extracomun­itari, ma non mi sono per niente impegnato ad evitare che i “comunitari” già qui da noi, come per esempio i bulgari, venissero sfruttati dal racket del caporalato, fino a creare le bombe virali e sociali che abbiamo visto esplodere in questi giorni».

«Avrei dovuto muovermi prima. Ecco la confession­e che volevo farvi. Ed ecco l’impegno che prendo oggi davanti a voi: d’ora in poi nella mia battaglia politica mi occuperò sempre di impedire l’immigrazio­ne facile e di combattere la sinistra che vuole favorirla, ma mi impegnerò a fondo anche sul tema della convivenza, dell’integrazio­ne, per far sì che le comunità di stranieri che già sono in Italia legalmente non diventino vittime e strumento dell’illegalità. E per evitare che insieme a loro anche voi, cittadini per bene di Mondragone, finiate per doverne pagare il prezzo».

Ovazioni finali e tutti in coda per il selfie.

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