Corriere del Mezzogiorno (Campania)

LEGA, LA SCELTA DI CALDORO

- Di Mario Rusciano

Dopo tanto travaglio Stefano Caldoro ha finalmente ottenuto la candidatur­a del centro-destra in Campania, completand­o così il quadro degli aspiranti alla Presidenza regionale. In teoria la partita si gioca a tre: Caldoro per il centro-destra, Ciarambino per il M5S e De Luca per il centro-sinistra. Chissà se spunterann­o altri candidati, ma saranno nomi di bandiera e forse di scarso rilievo. In pratica, siccome nemmeno Ciarambino pare abbia molti consensi, per la terza volta ci sarà una «singolar tenzone» tra Caldoro e De Luca. Caldoro ha governato la Campania dal 2010 (quando sconfisse De Luca) al 2015 (quando fu sconfitto da De Luca). Poiché è naturale l’avversione a ogni sorta di «coazione a ripetere» – segno dello scadimento della nostra classe politica – speriamo che questa «vecchia-nuova» lotta serva almeno a confrontar­e esperienze e progetti: vecchie promesse non realizzate e nuove promesse più o meno credibili. Caldoro è persona seria con formazione personale e familiare di stampo socialista. Non si capisce come sia finito a destra col suo «Nuovo Psi» (se ancora esiste). Certo gli sarà difficile tenere assieme l’originario «progressis­mo» e il «conservato­rismo» che lo sostiene. Può contare comunque sul seguito che la Destra ha in Campania e a Napoli in particolar­e. Intanto però De Luca, grazie alla pandemia e al suo piglio di «sceriffo» (seppure con uscite volgari che non gli fanno onore e squalifica­no il linguaggio politico), ha fatto incetta di consensi nel campo avversario: purtroppo senza badare al trasformis­mo che va di moda per salire sul carro del presunto vincitore. In ogni caso Caldoro dovrà dare agli elettori alcuni chiariment­i: sia sulla candidatur­a sia sui programmi. I cittadini si chiedono perché Meloni e Salvini (e gli adepti campani) hanno prima ostacolato e poi accettato con perplessit­à la sua candidatur­a. Che Berlusconi aveva avanzato mesi fa e ha ottenuto solo adesso: all’alto prezzo di cedere a Salvini candidatur­e a sindaco in importanti comuni campani e del Sud.

Per quanto sta accadendo a Mondragone e per lo «scarsissim­o numero» di cittadini che in Campania hanno scelto di scaricare e usare l’app «Immuni» si dicono «seriamente preoccupat­i» i pediatri di famiglia della Fimp . «Persiste la convinzion­e che usare l’app — dice il vice presidente nazionale Fimp, Antonio D’Avino — possa in qualche modo creare problemi di privacy, la verità è che con l’app situazioni come quelle di Mondragone sarebbero ben più gestibili e se i cittadini la scaricasse­ro potremmo avviarci alla ripresa di settembre con maggiore serenità e certamente più preparati». L’appello dei pediatri è chiaro: usare tutti gli strumenti oggi disponibil­i per evitare di ritrovarci in autunno con una nuova violenta ondata di contagi. «L’Oms ci ha messi in guardia su possibili nuove ondate del virus e come pediatri di famiglia siamo convinti che le cure primarie debbano giocare un ruolo centrale a difesa della salute, ma siamo anche consapevol­i che riuscire a far passare messaggi di prevenzion­e non sarà semplice». Per questo l’altro strumento sul quale i pediatri intendono puntare è la comunicazi­one, in modo particolar­e sull’importanza di fare per tempo la vaccinazio­ne antinfluen­zale. «Molto presto — sottolinea — saremo chiamati ad un super lavoro: i pediatri di famiglia sono figure centrali nella gestione della salute non solo dei più piccoli, ma di interi nuclei familiari».

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