Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Seguendo il percorso dell’acqua

Tour inedito nella natura: dai Capelli di Venere, a Casaletto Spartano, all’oasi Lipu di Benevento

- Alessandra Caligiuri

Se nel loro percorso i fiumi hanno eroso le rocce e disegnato paesaggi, guardare il panorama creato da un corso d’acqua vuol dire assistere a uno spettacolo in movimento. Quello che abbiamo davanti, infatti, è ancora in divenire e, lentamente, in modo impercetti­bile, sta cambiando mentre lo osserviamo. Così camminare lungo un fiume o fermarsi di fronte a una cascata, trasmette il senso del dinamismo della natura, mai uguale a se stessa. Seguendo alcuni di questi panorami tracciati dall’acqua, si può risalire la Campania, dalla sua provincia più estrema, Salerno, fino al confine nord, l’alto casertano. Le vie dei fiume tracciano sentieri interni, lontani dall’affollato e caldo turismo costiero. Tuttavia, le variazioni della vegetazion­e con il passare delle stagioni rendono questi boschi piacevoli e sempre diversi in vari momenti dall’anno, facendo, però, attenzione a rispettare i periodi di chiusura. Lungo queste vie d’acqua si incrociano riserve naturali con piante antichissi­me, oasi faunistich­e e cascate, il cui colore cambia secondo l’inclinazio­ne dei raggi del sole.

Partendo da sud, a Casaletto Spartano, nel Cilento, c’è la cascata dei capelli di Venere, nata dal fiume Bussentino, un affluente del Bussento. Il suo nome, così suggestivo, deriva da una varietà di felce, il Capelvener­e. Quando la luce del sole attraversa il fogliame molto sottile di queste selci, l’acqua si copre di riflessi dorati e ricorda la chioma della dea dell’amore. A questa spiegazion­e, si accosta la leggenda popolare secondo cui Venere era solita venire qui a riposarsi. Proprio in questi boschi, un pastore innamorato le tagliò, mentre dormiva, i lunghi capelli. Allora, la dea lo punì, prima, trasforman­do la sua chioma in acqua, in modo che gli sfuggisse dalle mani, e dopo lui in una pianta. Dalla cascata, si formano delle piscine naturali, dove la temperatur­a, anche in estate, non è mai superiore agli 8°.

Restando nel Salernitan­o, l’acqua fa un altro salto e crea una cascata nella Valle delle Ferriere. Questa riserva naturale, che si trova in Costiera amalfitana, è interessan­te soprattutt­o per le specie naturali. Infatti, il suo particolar­e microclima, creato dai venti marini e dai costoni di roccia che la proteggono dalle correnti fredde, ha favorito la conservazi­one della felce gigante, la Woodwardia radicans. Tanto antica, da risalire al periodo mesozoico. Oltre, nel percorso che passa davanti alle vecchie ferriere, si possono trovare le orchidee e la pianta carnivora, Pinguicola hirtiflora.

Bisogna, però, segnalare, che la camminata non è agevole da tutti i punti di entrata, quindi, se non si è esperti sarebbe meglio rivolgersi a una guida naturalist­ica.

Spostandos­i verso nord, c’è l’oasi delle zone umide di Benevento, gestita dalla Lipu, dove diversi corsi d’acqua e affluenti del Calore sono corridoi fondamenta­li per gli animali selvatici. Qui si potranno incontrare più di 80 specie di uccelli, come anatre e aironi, ma anche cormorani, che vengono a svernare, e stormi numerosi di Gru.

L’itinerario tra alcuni dei paesaggi fluviali della Campania, si conclude nella parte più settentrio­nale della regione, l’alto casertano. Nel parco regionale del Matese, il fiume Sava attraversa la cipresseta di Fontegreca, dove il corso d’acqua precipita dalla montagna per formare cascate e piscine naturali, caratteris­tiche per la loro trasparenz­a. Il sentiero inizia dal santuario delle Madonna dei cipressi e continua nel bosco degli Zappini, dove gli alberi possono avere anche 500 anni.

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 ??  ?? Cartoline
La cascata dei capelli di Venere, a Casaletto Spartano, e l’oasi delle zone umide di Benevento
Cartoline La cascata dei capelli di Venere, a Casaletto Spartano, e l’oasi delle zone umide di Benevento

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