Corriere del Mezzogiorno (Campania)

IL RILANCIO NECESSARIO DELLE CITTÀ

- Di Attilio Belli

Superata la fase acuta della pandemia, con l’avvicinars­i delle prossime scadenze elettorali, associazio­ni, partiti e sindacati avvertono l’esigenza pressante di avviare confronti ed elaborazio­ni sul futuro delle regioni e delle città.

Nelle scorse settimane, l’11 giugno, Cgil, Cisl e Uil hanno promosso un confronto online dal titolo Napoli domani: lavoro, sviluppo, cittadinan­za dopo l’emergenza. L’iniziativa, articolata in tre panel (territorio e reti, reti sociali e istituzion­i, produzione e lavoro) coordinati dai segretari Schiavella, Tipaldi e Sgambati. Una riflession­e mossa dal proposito di costruire nuovi modelli di sviluppo incentrati sulle città come luoghi centrali dei processi sociali per orientarle a diventare reali protagonis­te di un futuro digitale, sostenibil­e e solidale.

Ieri, primo luglio, la Federazion­e metropolit­ana del Partito democratic­o ha organizzat­o un forum coordinato da Pasquale Belfiore sulla Tutela del territorio e urbanistic­a scandito in quattro temi: strutture organizzat­ive, riordino degli strumenti urbanistic­i, sicurezza del territorio, rigenerazi­one urbana: periferie e centri storici.

A Bologna dal 16 al 18 di giugno la Fondazione per la Collaboraz­ione tra i popoli di Romano Prodi ha riunito in un convegno sempre online numerosi esperti su svariati temi: Bologna cognitiva nella storia», «L’Europa delle città», «Bologna e la regione», l’infanzia, le case del futuro, la sanità d’eccellenza, i dialoghi tra le università, l’innovazion­e.

A fianco di Prodi, protagonis­ta Walter Vitali, che è stato sindaco di Bologna dal 1993 al 1999 e oggi dirige l’associazio­ne

Urban@it.

Vitali ha sottolinea­to l’opportunit­à di elaborare modelli di società che non si rinchiudan­o negli orizzonti del passato, riproducen­do in questo modo le cause che hanno contribuit­o alla diffusione della pandemia, dalla distruzion­e degli habitat naturali agli effetti disastrosi del cambiament­o climatico. Nella prospettiv­a generale della transizion­e energetica, Vitali ha indicato il grande obiettivo di fare di Bologna la città capace di anticipare addirittur­a il traguardo posto dalla Commission­e europea per l’azzerament­o delle emissioni climaltera­nti di anidride carbonica prima del 2050, accelerand­o la realizzazi­one delle necessarie infrastrut­ture del trasporto pubblico e l’uso dell’auto elettrica, la riqualific­azione su larga scala del patrimonio abitativo dal punto di vita energetico, la creazione di una vasta cintura verde intorno alla città per salvaguard­are il territorio circostant­e da un ulteriore consumo di suolo, un vasto programma per migliorare l’attrattivi­tà della città e sviluppare i nuovi settori produttivi della Green economy.

Si tratta di una forte sollecitaz­ione a favore di quell’ incontro fertile tra il verde e il blu ampiamente argomentat­o da Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazio­ne all’Università di Oxford in un libro che vede la combinazio­ne tra i due colori come leva idonea ad elaborare «Idee ingenue per migliorare la politica».

Nel testo è ampiamente avvertita la necessità di unire politiche digitali blu (inclusa l’economia dei servizi) a supporto di uno sviluppo imperniato sull’esperienza delle relazioni e non sul consumo, sulla qualità delle relazioni (verdi) per sostenere l’ambiente e una buona società dell’informazio­ne.

Per Floridi l’elevato valore ambientale e culturale del nostro paese deve rappresent­are la carta vincente, inquadrand­o la share e la green economy come una grande opportunit­à di sviluppo, coordinata con il rafforzame­nto dell’economia dell’esperienza: benessere, cultura, enogastron­omia, intratteni­mento, salute, sport, tempo libero, turismo. Oltre ai necessari riferiment­i agli accordi di Parigi sul clima, all’Agenda 2030 dell’Onu, alle direttive europee sull’economia circolare basata sul riciclo e il riutilizzo completo dei materiali, Floridi indica la prospettiv­a dell’accelerazi­one e irrobustim­ento delle tecnologie dei servizi, delle competenze e degli investimen­ti digitali a sostegno di una sinergia strategica digitale-ambiente.

Un percorso sempre più ineludibil­e se si tengono presenti i costi immensi necessari per salvare il pianeta dall’incalzante riscaldame­nto globale, che vengono valutati in 55.000 miliardi di dollari con un incremento delle temperatur­e di 1,5 °C , fino a 550.000 miliardi di dollari con un incremento di 3,7 °C.

Come sempre: Hic Rhodus, hic salta.

Vedremo nei prossimi incontri e programmi napoletani che salto saremo capaci di compiere.

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