Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Forza Italia vuole Silvio capolista Il Pd punta su un’architetta

Nel centrosini­stra stop a Beneduce. Il senatore Carbone, vicino a Cesaro, passa con Renzi

- Di Angelo Agrippa e Simona Brandolini

«Berlusconi capolista alle Regionali». Se ne sta discutendo. Al momento è più una forte suggestion­e, che, tuttavia, solletica parecchi in FI. A cominciare dal candidato presidente Stefano Caldoro. Per il Pd un’architetta in pole: Renata Picone.

«Berlusconi candidato capolista alle elezioni regionali in Campania». Se ne sta discutendo. Al momento, tuttavia, è più una forte suggestion­e che una mezza certezza. Che, però, solletica parecchi in Forza Italia. A cominciare dal candidato presidente del centrodest­ra Stefano Caldoro sul quale pesa lo sforzo della risalita dopo essere stato per settimane ostaggio del fuoco amico. «Il presidente Berlusconi – dice lui – mi ha promesso che verrà più di una volta per sostenere la battaglia elettorale in Campania. Del resto, porta nel cuore Napoli e i nostri territori». E chissà che la ambita disponibil­ità del Cavaliere non possa incitare anche gli altri leader alleati, da Matteo Salvini a Giorgia Meloni, a scendere direttamen­te in campo per dare una mano straordina­ria – date soprattutt­o le condizioni in cui si disputerà la contesa con Vincenzo De Luca, vero super antagonist­a da battere - alla coalizione dopo i colpevoli ritardi accumulati. «È ancora tutto in itinere – frena il coordinato­re campano di Forza Italia Mimmo De Siano – e nelle prossime ore vedremo come organizzar­ci al meglio per formare la lista».

La verità è che senza l’impegno diretto del capogruppo regionale uscente, Armando Cesaro, primo eletto la volta scorsa con circa 28 mila preferenze, costretto alla rinuncia dopo che Salvini ha ripetutame­nte opposto il suo no alla candidatur­a per via della imputazion­e per voto di scambio e delle inchieste giudiziari­e che hanno coinvolto alcuni esponenti della sua famiglia, tra cui il padre, il senatore Luigi, per presunti rapporti con la camorra, si rischia che a Forza Italia manchi la spinta fondamenta­le per rastrellar­e consensi. Lo stesso De Siano, che sarà impegnato come candidato sindaco nella sua Forio, potrebbe essere assorbito dalle vicende personali. Insomma, i Cesaro – padre e figlio – potrebbero decidere di rimanere alla finestra per dimostrare quanto pesi la loro assenza nelle prossime consultazi­oni. Ed un anticipo del forfait è stato offerto l’altro ieri, al momento della conferenza stampa ufficiale di Caldoro, quando Cesaro jr ha postato sui social il suo selfie dal mare cilentano. Mentre con l’uscita da Forza Italia del senatore Vincenzo Carbone, ex sindaco di Palma Campania e vicinissim­o a Cesaro, passato a Italia Viva, si apre un’altra breccia. «Non posso più sopportare l’immagine di un partito appiattito — ha spiegato il parlamenta­re — e subordinat­o ad

«Avevamo ragione io e Maurizio De Giovanni. La frase: “i meridional­i sono inferiori” pronunciat­a da Vittorio Feltri ospite nel programma di Mario Giordano su Rete 4 è da condannare secondo l’Agcom». Lo afferma il senatore Sandro Ruotolo. L’esposto era stato presentato dall’avvocato Francesco Barra Caracciolo che in una nota fa rilevare anche che l’Autorità ha ritenuto di «non potere accogliere le giustifica­zioni fornite dalla società RTI». una destra sovranista che, con piglio giustizial­ista, mette in discussion­e lo spirito del garantismo, valore fondante non solo della nostra democrazia, ma principio costituent­e del movimento politico fondato dal presidente Silvio Berlusconi a cui mi legherà per sempre un sentimento di profonda stima e totale riconoscen­za».

Intanto, dalle rinunce indotte alle candidatur­e in bilico il passo è breve. Dal centrosini­stra, infatti, circola voce che per evitare polemiche sui cosiddetti candidati indagati o chiacchier­ati starebbero per cancellare le “prenotazio­ni” nelle liste a sostegno di De Luca della ex consiglier­e di Forza Italia, Flora Beneduce; dell’ex assessore caldoriano, Pasquale Sommese; e dell’attuale presidente della commission­e anti camorra, Carmine Mocerino. In verità, gli ultimi due non avrebbero ancora deciso se scendere in campo, ma dalla coalizione di De Luca si sarebbero affrettati a far scattare il semaforo rosso.

Ad oggi, sono cinque gli sfipossibi­lità danti per la presidenza della Campania: oltre a De Luca, all’ex ministro socialista Caldoro ed a Valeria Ciarambino per il M5s, vi sono Giuliano Granato di Potere al Popolo e Sergio Angrisano del Terzo Polo. Il centrosini­stra avrebbe la di schierare ben dodici liste di candidati al consiglio regionale, ma l’obiettivo è di fermarsi a dieci. Oltre al Pd, in campo Più Europa, Italia Viva, Noi Campani con De Luca (Mastella), Centro Democratic­o, Verdi, Psi, Moderati per De Luca, Campania progressis­ta e solidale con De Luca (con gli esponenti di Articolo 1), Campania Libera (di Tommaso Casillo), Fare Democratic­o e De Luca Presidente. Nel centrodest­ra, oltre a Lega, FdI e FI, che potrebbe inserire nel simbolo lo slogan «Berlusconi per Caldoro» e considerar­e l’effetto traino come capolista dell’ex premier, saranno in campo — ma forse con una lista unitaria — Udc, Cambiamo, Noi con l’Italia (Lupi) e Alleanza di Centro (Pionati). Quindi, la lista Caldoro Presidente, con esponenti della società civile, gli Animalisti e Campo Sud, dell’ex deputato e assessore regionale Marcello Taglialate­la.

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In campo Stefano Caldoro con Silvio Berlusconi Al lato, Flora Beneduce

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