Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Officina Speranzella», teatro e cultura per il territorio
NAPOLI Un teatro, un luogo di resistenza artistica, un fulcro per risollevare le sorti dei giovani che gravitano intorno ai Quartieri Spagnoli. Officina Speranzella è un progetto a cura del Consorzio Indipendente Associazioni di Produzione, nato in emergenza Covid, che ha individuato nel teatro La Giostra di via Speranzella il luogo d’elezione. Uno spazio, chiuso da poco più di un anno, che potrebbe essere condiviso da sette realtà. Ieri la presentazione del progetto, introdotta dal presidente del Consiglio comunale Sandro Fucito, che ruota intorno ad un programma che prevede una stagione teatrale organizzata da La Giostra che porterà avanti anche progetti contro la dispersione scolastica ed il disagio giovanile. La cooperativa Fly up si occuperà di laboratorio video, laboratorio di grafica, laboratorio d’informatica per studenti e ragazzi del quartiere. Ragtime curerà la Sezione Under 35 della stagione teatrale. L’associazione Inclusione Alternativa attiverà lo sportello migranti. L’Associazione dei Senegalesi di Napoli creerà un database di collaborazione con strutture affini al Cairo, in Senegal, Guinea e Gambia. Prospero - Il teatro che non c’è, curerà il laboratorio permanente gratuito per attori e studenti. Un percorso di studi finalizzato alla messinscena diretto da Lucio Allocca. La riapertura de La giostra consentirebbe dunque lo sviluppo e la realizzazione del progetto Officina Speranzella e restituirebbe al territorio un luogo di creazione e di ospitalità, d’idee e di confronto costante. Sono quasi tremila i firmatari sotto una petizione del collettivo del teatro inviata al sindaco de Magistris nella quale si chiede la riapertura di uno spazio «oggi trasformato a nostre spese in nome di quello che lei auspicava come Teatro di Territorio. Perché ha lasciato che ci buttassero fuori e che lo chiudessero a doppio catenaccio? Perché nonostante le sue dichiarazioni a favore del nostro progetto, ha interrotto così violentemente le nostre attività, lasciando che attori, tecnici, studenti, richiedenti asilo, non avessero più un luogo dove lavorare? ».