Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Premio Tenco alla Nccp Vetere: dedicata a Corrado
E Lamagna festeggia stasera a Villa Pignatelli con un concerto
«Sono felice e commossa di questo riconoscimento. Corrado ha lavorato tanto a questo progetto culturale e discografico, con passione, professionalità, tenacia e amore per Napoli e la sua secolare cultura». Fausta Vetere così commenta l’assegnazione della Targa Tenco 2020 nella sezione Miglior album in dialetto al disco «Napoli 1534 tra moresche e villanelle» (Squilibri editore), dedicandola a suo marito e compagno d’arte Corrado Sfogli, scomparso recentemente. Si trattava di un derby campano vs Daniele Sepe. Per il gruppo è la seconda Tenco dopo quella del 2016 per «50 anni in buona Compagnia».
Lo scorso anno la stessa categoria premiò Enzo Gragnaniello per «Lo chiamavano vient’ e terra» e, nelle ultime edizioni ha visto trionfare tanti cd made in Naples: James Senese e Napoli Centrale («‘O sanghe», 2016), Enzo Avitabile («Black tarantella», 2012 e «Napoletana», 2009) Canio Loguercio («Canti, ballate e ipocondrie d’ammore», 2017, peraltro sempre edito da Squlibri). «Sono contento per Corrado – aggiunge Gianni Lamagna - starà sorridendo orgoglioso da qualche parte. Ha ideato e voluto fortemente questo disco, spinto dall’amore incondizionato per Napoli, un tempo grande capitale».
Lamagna che stasera sarà in concerto a Villa Pignatelli per «Doppio sogno» presentata da Galleria Toledo con lo «Paese mio bello» con Lello Giulivo, Anna Spagnuolo e
Patrizia Spinosi intenti a cantare Napoli e l’Italia dal ‘700 a oggi (accompagnati dalle chitarre di Michele Boné e Paolo Propoli) continua: «Questo disco è il frutto di un lavoro di anni in cui Corrado in primis ha svolto ricerche ovunque in cerca di antiche partiture, alla Biblioteca comunale di Bologna in Germania, alla Biblioteca arcivescovile di Szombathely in Ungheria. Abbiamo provato a riportare in vita le atmosfere della Napoli della prima metà del ‘500, cariche di mistero e di vitalità».
Corrado Sfogli, Fausta Vetere, Gianni Lamagna, Pasquale Ziccardi, Michele Signore, Carmine Bruno, Massimo Sorrentino con questo lavoro, hanno aperto una finestra sul passato, quando la villanelle, come genere musicale contagiò non solo gran parte della Penisola (a Venezia, Bologna, Roma vennero realizzate raccolte contenenti sia i versi che la musica) ma anche nazioni come la Francia, al punto da creare un vero e proprio genere quello della villanella napoletana.
«Corrado – conclude Lamagna – ha scritto anche la prefazione, in un gioco temporale, firmandosi Principe di Salerno Ferrante Sanseverino, personaggio storico della cultura partenopea. Ha scritto come se fosse stato lui a introdurre il tutto, perché gli piaceva l’idea che a introdurre all’ascolto fosse un personaggio dell’epoca, un mecenate che contribuì alla fioritura del rinascimento napoletano».