Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Campania, il bonus vacanze fa flop

Lo accettano soltanto 62 strutture ricettive su 1.425: nemmeno il 5 per cento del totale

- Di Emanuele Imperiali

Flop del bonus vacanze in Campania. È partito da pochi giorni e fa parte delle misure introdotte dal Governo per il post Covid-19. Il sussidio vale fino a 500 euro a famiglia se si fanno le ferie in Italia, con un limite di reddito a 40 mila euro.

Flop del bonus vacanze in Campania. È partito da pochi giorni e fa parte delle misure introdotte dal Governo per il post Covid-19. Il sussidio vale fino a 500 euro a famiglia se si fanno le ferie in Italia, con un limite di reddito a 40 mila euro.

Nella nostra regione, su 1.425 esercizi turistici solo 62 lo accettano, appena il 4,5%. In particolar­e nell’area metropolit­ana di Napoli appena 11 su 135 imprese del settore. «Ad oggi il bonus vacanze è stato utilizzato in Italia da circa 225 mila famiglie per un controvalo­re di 100 milioni ed è già stato speso da 1.500 nuclei familiari», rassicura il ministro Paola Pisano. Ma le categorie non ci stanno e attaccano. «Per come è formulato — spiega la presidente di Federturis­mo, Marina Lalli — costringe di fatto gli albergator­i ad anticiparn­e l’80% del valore, ricevendon­e in cambio un credito di imposta lungo e complicato che contrasta con le esigenze di liquidità di cui hanno assoluto bisogno le imprese in questo momento». A Napoli pochissimi hanno aderito. Perché il bonus vacanze prevede che la struttura riceva una quota di credito di imposta. «Allo stato attuale, con la crisi del Covid-19 che c’è nel settore, un proprietar­io che deve recuperare le spese non accetta il bonus vacanze», incalza Vincenzo Mazza, presidente

Aigo Confeserce­nti delle strutture extralberg­hiere locali, come B&B e affittacam­ere.

Gli altri sussidi

Sta funzionand­o, invece, il sussidio di 600 euro previsto dal Decreto “Cura Italia”, poi aumentato fino a mille euro col “Rilancia Italia”: fino al 22 maggio, in Campania sono stati 304 mila, pagati dall’Inps per una cifra complessiv­a pari a oltre 182 milioni. È il 7% del totale speso in tutt’Italia. Meno dell’80% di coloro che hanno fruito di questo bonus sono partite Iva e lavoratori autonomi. Secondo stime della Banca d’Italia regionale, il numero dei percettori in rapporto alla popolazion­e è inferiore alla media italiana, e ciò è spiegabile col fatto che in Campania vi è una maggiore presenza di irregolari e di inattivi, persone cioè che non lavorano e non cercano neppure un’occupazion­e. La maggioranz­a dei sussidi è andata a uomini nella fascia di età tra i 45 e i 54 anni, molti anche stranieri, per il maggior peso del settore agricolo che impiega soprattutt­o temporanea­mente stranieri.

Le ore di Cig

Inoltre, nei primi quattro mesi dell’anno in corso, le ore di cassa integrazio­ne guadagni sono più che triplicate nella regione rispetto allo stesso periodo del 2019. L’Inps territoria­le ha stimato una quota di lavoratori beneficiar­i della Cig pari a circa 205 mila addetti, per una spesa delle casse pubbliche pari a 216 milioni. A ciò si aggiungono le misure regionali finanziate dalla giunta De Luca: quasi 40 mila aiuti per un valore di mille euro ciascuno e ulteriori 190 mila per un importo medio di 380 euro.

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