Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Provocazione operaia «Whirlpool all’asta»
Annuncio sul sito mondiale di aste. «Per incapacità di gestione, ritiro in loco»
Èsicuramente una provocazione, l’ennesima dei lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli che da un anno lottano per difendere il proprio posto di lavoro.
E’ sicuramente una provocazione, l’ennesima dei lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli che da un anno lottano per difendere il proprio posto di lavoro: la sede di via Argine della multinazionale americana improvvisamente ieri è finita in vendita sul portale internet di Ebay: messa all’asta.
Così gli operai della Whirlpool hanno ancora una volta fatto sentire la loro voce soprattutto dopo il tavolo istituzionale sulla vertenza che si è tenuto giovedì scorso e che si è rivelato del tutto inutile. «Causa incapacità di gestione delle politiche industriali — si legge nell’annuncio — cedesi fabbrica di lavatrici pluripremiata per affidabilità e qualità, sita in Napoli a pochi chilometri dal porto, adiacente alla rete ferroviaria e autostradale. Si offrono incentivi statali “Prendi i soldi e scappa” — scrivono i venditori — per dare l’illusione ai suoi 420 lavoratori e togliere la patata bollente al Governo». «
Per info — prosegue l’annuncio — contattare il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, solo dopo cena essendo impegnato durante il giorno nelle dirette Facebook». Prezzo a base d’asta 1 euro e «ritiro gratuito dell’oggetto in zona». Nella scheda relativa al prodotto in vendita, è specificato che si tratta di un «oggetto usato, ma tecnologicamente avanzato».
Insomma, l’ennesima “trovata” delle tute blu di Whirlpool Napoli che in un anno e poco più di vertenza, hanno dimostrato grande creatività nell’organizzare forme di protesta. Come quella del “pacco” portato in dono al sindaco di Napoli in riferimento alla società svizzera che avrebbe voluto acquisire la fabbrica di via Argine, ed il cui amministratore delegato era stato ricevuto in gran segreto dal sindaco de Magistris a Palazzo San Giacomo per presentare un fantomatico piano industriale finito poi nel nulla. Oppure l’iniziativa del 23 dicembre scorso quando nella Galleria Umberto I gli operai hanno omaggiato la città per la vicinanza dimostrata alla loro causa dai napoletani, regalando pandori ai passanti ed ai clochard. Ma anche quando un anno fa, era il 4 luglio 2019, per manifestare contro le intenzioni della multinazionale americana, partecipando come pubblico alla partita di pallacanestro tra Usa e Cina dell’Universiade al Palacercola esposero lo striscione «Whirlpool Napoli Never Give Up” (Napoli non si arrende) e intonarono i cori «la gente come noi non molla mai» e «No Napoli-No Whirlpool» accompagnati anche dal pubblico presente, ottenendo dagli speaker solidarietà alla loro lotta.
Invece ora, visto che nell’ultimo incontro, seppur in videoconferenza, con sindacati, azienda, governo e Invitalia non si è fatto un passo in avanti nella vertenza, peraltro dopo cinque mesi di stop, hanno ben pensato di mettere in vendita provocatoriamente sul sito di compravendite più famoso al mondo lo stabilimento di via Argine. D’altronde finora di veri compratori che vogliano acquisire la fabbrica per reindustrializzarla e garantire i livelli occupazionali non se ne sono visti. Invitalia ha fatto sapere che dei nove interpellati, quattro avrebbero un qualche interesse, ma mai per acquisire singolarmente l’intera fabbrica. L’unica soluzione concreta resterebbe quella di convincere Whirlpool a rivedere i propri piani e continuare a produrre qui lavatrici. Purtroppo, però, finora il ministero dello Sviluppo ha clamorosamente fallito. Non a caso l’inserzione su Ebay dei lavoratori prende di mira proprio il ministro Patuanelli.