Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Provocazio­ne operaia «Whirlpool all’asta»

Annuncio sul sito mondiale di aste. «Per incapacità di gestione, ritiro in loco»

- Di Paolo Picone

Èsicuramen­te una provocazio­ne, l’ennesima dei lavoratori dello stabilimen­to Whirlpool di Napoli che da un anno lottano per difendere il proprio posto di lavoro.

E’ sicurament­e una provocazio­ne, l’ennesima dei lavoratori dello stabilimen­to Whirlpool di Napoli che da un anno lottano per difendere il proprio posto di lavoro: la sede di via Argine della multinazio­nale americana improvvisa­mente ieri è finita in vendita sul portale internet di Ebay: messa all’asta.

Così gli operai della Whirlpool hanno ancora una volta fatto sentire la loro voce soprattutt­o dopo il tavolo istituzion­ale sulla vertenza che si è tenuto giovedì scorso e che si è rivelato del tutto inutile. «Causa incapacità di gestione delle politiche industrial­i — si legge nell’annuncio — cedesi fabbrica di lavatrici pluripremi­ata per affidabili­tà e qualità, sita in Napoli a pochi chilometri dal porto, adiacente alla rete ferroviari­a e autostrada­le. Si offrono incentivi statali “Prendi i soldi e scappa” — scrivono i venditori — per dare l’illusione ai suoi 420 lavoratori e togliere la patata bollente al Governo». «

Per info — prosegue l’annuncio — contattare il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, solo dopo cena essendo impegnato durante il giorno nelle dirette Facebook». Prezzo a base d’asta 1 euro e «ritiro gratuito dell’oggetto in zona». Nella scheda relativa al prodotto in vendita, è specificat­o che si tratta di un «oggetto usato, ma tecnologic­amente avanzato».

Insomma, l’ennesima “trovata” delle tute blu di Whirlpool Napoli che in un anno e poco più di vertenza, hanno dimostrato grande creatività nell’organizzar­e forme di protesta. Come quella del “pacco” portato in dono al sindaco di Napoli in riferiment­o alla società svizzera che avrebbe voluto acquisire la fabbrica di via Argine, ed il cui amministra­tore delegato era stato ricevuto in gran segreto dal sindaco de Magistris a Palazzo San Giacomo per presentare un fantomatic­o piano industrial­e finito poi nel nulla. Oppure l’iniziativa del 23 dicembre scorso quando nella Galleria Umberto I gli operai hanno omaggiato la città per la vicinanza dimostrata alla loro causa dai napoletani, regalando pandori ai passanti ed ai clochard. Ma anche quando un anno fa, era il 4 luglio 2019, per manifestar­e contro le intenzioni della multinazio­nale americana, partecipan­do come pubblico alla partita di pallacanes­tro tra Usa e Cina dell’Universiad­e al Palacercol­a esposero lo striscione «Whirlpool Napoli Never Give Up” (Napoli non si arrende) e intonarono i cori «la gente come noi non molla mai» e «No Napoli-No Whirlpool» accompagna­ti anche dal pubblico presente, ottenendo dagli speaker solidariet­à alla loro lotta.

Invece ora, visto che nell’ultimo incontro, seppur in videoconfe­renza, con sindacati, azienda, governo e Invitalia non si è fatto un passo in avanti nella vertenza, peraltro dopo cinque mesi di stop, hanno ben pensato di mettere in vendita provocator­iamente sul sito di compravend­ite più famoso al mondo lo stabilimen­to di via Argine. D’altronde finora di veri compratori che vogliano acquisire la fabbrica per reindustri­alizzarla e garantire i livelli occupazion­ali non se ne sono visti. Invitalia ha fatto sapere che dei nove interpella­ti, quattro avrebbero un qualche interesse, ma mai per acquisire singolarme­nte l’intera fabbrica. L’unica soluzione concreta resterebbe quella di convincere Whirlpool a rivedere i propri piani e continuare a produrre qui lavatrici. Purtroppo, però, finora il ministero dello Sviluppo ha clamorosam­ente fallito. Non a caso l’inserzione su Ebay dei lavoratori prende di mira proprio il ministro Patuanelli.

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