Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Muti : «Chesta luna a Rotterdam nun se vere»
Un prova generale memorabile: Riccardo Muti nel Tempio di Apollo a Paestum interrompe la Marcia Funebre e recita l’incipit di ‘A luna nova di Salvatore Di Giacomo. Auspice il plenilunio di luglio che suggerisce al maestro un omaggio alla sua terra: «Chesta luna a Rotterdam nun se vere». Così ieri alla Generale aperta agli allievi dei Conservatori della Campania.
È un percorso tra le radici della cultura occidentale quello che Muti va compiendo con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e, dopo Atene nel 2019, stavolta insieme con la Syrian Expat Philharmonic Orchestra, fa tappa nel parco archeologico, diretto in maniera innovativa da Gabriel Zukdrigel, con un concerto stasera alle 21,30. Così il maestro: «L’atto di coraggio con cui abbiamo deciso di aprire il Festival di Ravenna, tornando sul palcoscenico per la prima volta dall’inizio della pandemia, si rinnova con “Le vie dell’Amicizia” che si affida alla musica, il solo linguaggio che non può essere frainteso, per ritrovare la speranza in un futuro migliore, un futuro di pace anche per il popolo siriano». E riferendosi a stasera: «Il cammino dei Viaggi dell’Amicizia è iniziato nel 1997, in una Sarajevo martoriata dalle bombe con l’esecuzione dell’eroica di Beethoven. Torniamo a proporre questa sinfonia con quella tremenda Marcia Funebre che mai come in quest’occasione rispecchia il nostro stato d’animo e quello del mondo di fronte ai massacri compiuti contro la cultura, in particolare a Palmira, gemellata con Paestum. Ricorderemo Hevrin Khalaf, curda massacrata e simbolo di tutte le donne violentate e uccise, e Khaled Al Asaad, direttore di Palmira decapitato per aver difeso fino in fondo il sito archeologico». Partecipano le artiste curde Aynur Dogan e Zehra Dogan. «Le Vie dell’Amicizia – aveva dichiarato Antonio De Rosa, sovrintendente del Festival di Ravenna, che co-produce l’evento - è un progetto che promuove pellegrinaggi laici che toccano città ferite: Sarajevo, New York dopo Ground Zero, Yerevan, Beirut e Gerusalemme e ora Paestum guardando a Palmira».