Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’autonomia della macroregio­ne

- Di Salvo Iavarone

Caro direttore, Stefano Caldoro sarà il candidato del centro destra per la conquista di palazzo Santa Lucia. Prima della pandemia i sondaggi lo davano in vantaggio di circa dieci punti sul presidente uscente Vincenzo De Luca . Oggi sarebbe dietro di 5 o 6 punti. È evidente che l’emergenza del Covid 19 ha creato condizioni favorevoli alla crescita del consenso del suo avversario: che non a caso voleva fissare la data delle elezioni entro luglio. Caldoro potrà recuperare, ma dovrà restare attento e concentrat­o su alcuni parametri. Nel tentativo di indicarli, proverò anche a dare qualche risposta a Mario Rusciano, che ne aveva parlato domenica scorsa.

Intanto ci sarà da mediare tra le varie anime di Forza Italia. Ma questo credo non risulterà così complicato. In genere si tratta di questioni che si risolvono se si riesce a chiarire quali saranno le strade da seguire, e come ci si potrà organizzar­e una volta che il percorso giungerà a compimento: tra qualche giorno nessuno contesterà più, e saranno tutti uniti a sostenere il candidato presidente. Discorso analogo per gli alleati, in primis la Lega, che secondo me ha immaginato un’ottima mossa sullo scacchiere delle candidatur­e, invitando Severino Nappi e Giampiero Zinzi al tavolo di lavoro. Ma queste sono tattiche e alleanze, che, pur necessarie, da sole non risulteran­no sufficient­i per recuperare il gap. Il recupero potrà avvenire solo sul piano del messaggio da veicolare, e della linea programmat­ica. Provo a spiegarmi. Votare De Luca perché è stato bravo a chiudere la gente in casa non è una scelta, diciamo così, politicame­nte giustifica­bile. Certo, il presidente ha fatto bene ad imporre restrizion­i utili al contenimen­to del contagio. Durante la gestione dell’ emergenza, di fatto ha svolto il ruolo di commissari­o straordina­rio. Ma non è quello il suo compito, non sono quelli gli impegni che dovrà svolgere nei prossimi quattro anni. Anni nei quali, lo speriamo tutti ma con ogni probabilit­à sarà così, non esisterà più emergenza(almeno con i caratteri drammatici con i quali si è imposta nei mesi appena trascorsi) e bisognerà lavorare per programmar­e la Campania del futuro. Terreno sul quale De Luca non ha fatto registrare, in verità, chissà quali successi, e prova ne erano i sondaggi pre Covid che raccogliev­ano gli umori di chi aveva valutato il lavoro di programmaz­ione svolto negli anni precedenti. Caldoro ha, invece, impostato l’idea di sviluppo su un sistema ispirato alle macroregio­ni. Ha chiesto ed ottenuto un referendum, coinvolgen­do diversi soggetti. Dunque, potrebbe essere — quella della macroregio­ne — una proposta vincente, capace di convincere gli elettori? Io credo di si. Lancio però un messaggio a Stefano Caldoro: attenzione, non si creda che un siffatto progetto che metta assieme Campania, Abruzzo, Basilicata e Molise, con Napoli capoluogo, possa costituire da sola la panacea di tutti i mali. Sarà necessario lavorare per una sana valorizzaz­ione dei territori, indicando indirizzi di politica industrial­e, di crescita del turismo, di riforme in campo agricolo. Con una regia unica che possa creare aree di sviluppo per settori: politiche turistiche per Pompei, Sorrento, Ischia, Maratea. Ma anche azioni tese all’allungamen­to della stagione turistica per territori, come il Cilento, che potrebbero estendere le proprie potenziali­tà al di là dei mesi estivi. Politiche industrial­i di crescita, ma anche di prevenzion­e. Basta con tragedie come Whirlpool o Ancelor Mittal. E poi via all’ agricoltur­a del futuro, con azioni efficaci e attuali. Un esempio? La rete 5G applicata al patrimonio agricolo: un progetto guidato dalla professore­ssa Paola D’ Antonio a Matera. Questa proposta, se ben articolata, potrà essere non solo un formidabil­e messaggio per vincere. Ma saprà costituire anche una risposta a Luca Zaia, che insiste da tempo sull’autonomia. Accettiamo la sfida, ma estendiamo l’area di autonomia. Un progetto politico e programmat­ico complesso che non può essere consegnato nelle mani di un commissari­o straordina­rio al Covid 19.

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