Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pizza, le mille e più variazioni sul tema tra cucina coreana e cottura alla brace

Da Grumè è a fuoco vivo In piazza Mercato dai fratelli Cutino i cubetti di primo sale al posto del fiordilatt­e

- Paola Cacace Walter Medolla

L’estate è la stagione ideale per scoprire nuovi locali e sperimenta­re nuovi sapori. L’una e l’altra cosa vengono quasi spontanee quando si parla di pizza, la regina «povera» della nostra tavola.

A metà tra street food e inno alle meraviglie architetto­niche di Napoli per un’estate che porta in tavola peperoncin­i verdi, zucchine e fiorilli, alici di Cetara e tanto altro. È l’estate dei fratelli Ciro e Antonio Tutino della pizzeria Bro di piazza Mercato, spazio contempora­neo che vede i due ragazzi, rispettiva­mente classe 1992 e 1998, rappresent­are una famiglia di pizzaioli napoletani.«Aprire la nostra prima pizzeria a piazza Mercato non è stato un caso - spiega Ciro - è stata una scelta fatta col cuore, perché quella zona di Napoli è il luogo dove siamo nati e cresciuti grazie alla pizzeria del nonno. Per me e mio fratello Antonio la pizza è questione di Dna. Bro (che è l’abbreviati­vo di Brothers, fratelli, ndr) è la coronazion­e di un sogno che anche con mia moglie Arianna gestiamo ogni giorno con amore».Un amore che si riscopre anche nel menù estivo in cui si ritrova Napoli a metà tra storia e tradizione anche quella architetto­nica. «Nel nuovo menu - continua Tutino - abbiamo dedicato pizze alla Chiesa gotica di Sant’Eligio Maggiore, alle due torri aragonesi Torre Brava e Torre Spinella. Poi c’è la parmigiana servita stracciata sulla pizza e arricchita dal gusto di cubetti primo sale. Mentre il classico sapore della pasta alla Nerano, con zucchine fritte e Provolone del Monaco e basilico sulla pizza Nerano ma non troppo acquista profumo e gusto inaspettat­i con l’aggiunta di fiori di zucca e polvere di arancia».

Ma la pizza napoletana può anche sposare la cucina coreana. Succede a Grumo Nevano dove il metodo innovativo, ispirato alla cucina asiatica, è di unire la pizza napoletana alla carne cotta a fuoco vivo. E così da Grumè, la prima “bracepizze­ria” in Italia, è nata la pizza Bulgogi (in coreano bul indica “la carne” e gogi “il fuoco”), brand registrato in esclusiva dai tre titolari del locale. La pizza dopo essere stata infornata con latticini e olio extravergi­ne di oliva viene servita accompagna­ta da straccetti di carne marinata da cuocere direttamen­te al tavolo su una pietra ollare. Ognuno sceglie il grado desiderato di cottura della carne e poi appoggia gli straccetti sugli spicchi di pizza prima di procedere all’assaggio. Se nella pizza Bulgogi, nata insieme all’intero format “bracepizze­ria”,si trova la massima espression­e del connubio tra pizza napoletana e carne, non mancano numerosi altri esempi di quest’unione innovativa nel resto del menu. Sulle pizze è possibile assaporare carni bianche, rosa e rosse, dal manzo al maiale, dal pollo al coniglio.

La carne, che va a impreziosi­re anche alcuni fritti, diventa ingredient­e persino di un dessert, la Tortina magra al cioccolato, che accanto a cioccolato fondente, pinoli e uva sultanina vede la presenza di un trito di filetto rosolato al burro. Accostamen­ti che potrebbero fare storcere il naso ai puristi della pizza, ma il gusto è tutto da provare.

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Novità in cucina la pizza napoletana può anche sposare la cucina coreana. Succede a Grumo Nevano dove il metodo innovativo, ispirato alla cucina asiatica, è di unire la pizza napoletana alla carne cotta a fuoco vivo. E così da Grumè, la prima “bracepizze­ria” in Italia, è nata la pizza Bulgogi (in coreano bul indica “la carne” e gogi “il fuoco”), brand registrato in esclusiva dai tre titolari del locale. Mentre in piazza Mercato, a Napoli, c’è Bro, dove i fratelli Ciro e Antonio Tutino sperimenta­no nuove pizze. Come quella in foto: colorata, ricca di pomodorini, basilico e con le olive
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