Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quando dissi a Morricone: non tifo Roma
Collaborò con Fausto Cigliano scrisse per Miranda Martino e poi per Mauro Di Domenico
Negli anni Settanta era già famoso. L’orchestra con la quale lavorava era formata da esperti professori in organico presso gli Enti Lirici romani ed era rimpolpata da qualche studente.
Cigliano:
Incidemmo varie canzoni classiche, era rapito dalla mia interpretazione del Guarracino
Avremmo dovuto realizzare negli ultimi anni una rielaborazione di quel famoso brano scioglilingua
«Ennio veniva dalla dodecafonia, era un compositore raffinato ed ebbi la grande fortuna di collaborare con lui; incidemmo varie canzoni classiche napoletane e scrivemmo insieme ‘Duorme’»: una delle voci più amate della canzone partenopea, Fausto Cigliano, ricorda il suo sodalizio con Morricone. Un legame che diede vita al 45 giri cult «Uh! Che Cielo / Duorme», pubblicato dalla Fonit Cetra nel 1961. Il brano venne ripreso dallo stesso Cigliano negli anni Duemila per un suo progetto su etichetta Polosud.
Ennio Morricone amava la voce di Cigliano e volle che lo chansonnier interpretasse, in un dialetto meridional-lucano, la «Cantata basilisca», tema de «I Basilischi», pellicola del 1963 firmata da Lina Wertmuller. Sei anni più tardi, Fausto Cigliano prestò nuovamente la sua voce ad un’altra composizione di Morricone, stavolta in dialetto siciliano: era «Nuddu», brano del film «Un Bellissimo Novembre» di Mauro Bolognini.
«Ennio era rapito dalla melodia e dalla struttura de ‘Lo Guarracino’, che io interpretavo ad ogni concerto con il mio maestro chitarrista Mario Gangi», ha ricordato Cigliano, «e negli ultimi anni aveva elaborato, per uno spettacolo teatrale, un brano che ne ricalcava la fisionomia. Avrei dovuto interpretare le parti vocali di questo brano, un lungo e complicato scioglilingua cantato da un avvocato azzeccagarbugli nella finzione scenica. Questo progetto non ha mai visto la luce, purtroppo».
«Napoli» e «Passione…» sono i titoli dei due album – usciti rispettivamente nel 1963 e nel 1971 per la Rca Italiana – firmati da Ennio Morricone per la voce di Miranda Martino: il secondo era de facto una riproposizione del primo, ma la partnership tra la cantante e il compositore non si limitò a questi 33 giri: la Martino intercone pretò, con l’orchestra di Morricone, anche una versione di «Meglio stasera», canzone del primo film del ciclo de «La Pantera Rosa» con Peter Sellers.
«Hai personalità, talento, capacità di trovare una tua dimensione. Sarà forse anche un fatto di napoletanità, e tu ce l’hai nel sangue, la porti dietro e la sprigioni (con discrezione, senza eccedere, in punta di piedi) in ogni tua esibizione. Come accade anche quando suoni la mia Gabriel’s Oboe»: è Morricone a parlare e lo fa raccontando Mauro Di Domenico che, dei musicisti napoletani, è stato suo amico personale.
Un’ammirazione per Morri
che parte da lontano: «Da ragazzino andavo spesso al Cinema Amedeo di Napoli, in Piazza Amedeo. Una mattina entrai per vedere ‘Per un pugno di dollari’ di Sergio Leone e rividi il film ben sette volte di seguito pur di ascoltare le musiche di Ennio Morricone. Uscii la sera dal cinema, tra l’incredulità dei dipendenti della sala; ero stregato dalla sua musica e mio padre (il cantante Lello Di Domenico,
ndr) mi regalò il 45 giri con i titoli di testa e di coda del film».
Un’amicizia nata 26 anni fa, nei primi anni Novanta, «fatta di rispetto, di affinità» raccontò Ennio Morricone nella prefazione al libro Una chitarra
tra Napoli e il mondo, autobiografia di Di Domenico, scritta con il giornalista Donato Zoppo.
Il chitarrista realizzò un progetto interamente dedicato a Morricone, la cui lavorazione fu lunga e impegnativa: «Dopo un po’ di tempo ebbi una incredibile sorpresa: Ennio aveva scritto per me un brano inedito, ‘Non telefonare’. Mi portò in una stanza piena di telefoni e mi spiegò che stava rifacendo le linee telefoniche. Mi disse anche “ho scritto ‘Se telefonando’ per Mina e ‘Non telefonare’ per te!».
Ed è Napoli ad aver realizzato per il maestro Morricone la sua bacchetta per dirigere l’orchestra: la storica maison Ascione, artefice del Museo del Corallo, ha disegnato e realizzato una bacchetta con manico di corallo, madreperla e argento con il monogramma del compositore e l’incipit della colonna sonora di «C’era una volta in America» su pentagramma.
«Quando realizzo una colonna sonora, so che deve piacere al regista, al pubblico e anche a me: non posso tradire la mia musica, devo essere contento io per primo». Parola di Ennio Morricone.