Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Metrò e treni per far ripartire il Sud
Decreto Semplificazioni, «ricommissariata» la Napoli-Bari. Fondi per sbloccare le opere
La parola d’ordine è commissariare per snellire le procedure. Accanto al Dl Semplificazioni, presentato ieri dal premier Giuseppe Conte, c’è anche il Piano infrastrutture ribattezzato Italia Veloce, in cui compare un elenco di una cinquantina di opere che saranno commissariate. Tra queste l’Alta velocità Napoli-Bari che, però, è già in amministrazione straordinaria (lo ha previsto lo SbloccaItalia). Insomma è commissariato il commissario? Sembra proprio di sì.
Sannio
Tra i progetti che verranno portati a termine c’è quello della Telesina
NAPOLI
La parola d’ordine è commissariare per snellire le procedure. Accanto al Dl semplificazioni, presentato ieri dal premier Giuseppe Conte, c’è anche il Piano infrastrutture ribattezzato Italia Veloce, in cui compare un elenco di una cinquantina di opere che saranno commissariate, appunto. Tra queste anche l’Alta velocità Napoli-Bari che, però, è già in amministrazione straordinaria (lo ha previsto lo SbloccaItalia). Il commissario è Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi (Rete ferroviaria italiana) e i cantieri, lo ha raccontato proprio il Corriere
del Mezzogiorno durante il lockdown, non si sono mai fermati. Insomma è commissariato il commissario? Sembra un gioco di parole, ma pare proprio di sì. Altra opera nell’elenco è la Strada statale 372 Caianello-Benevento, la cosiddetta Telesina.
Il progetto Italia Veloce vale complessivamente 200 miliardi per 130 opere considerate strategiche e prioritarie. Come l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria. Nonché il collegamento ferroviario (o metropolitana) con l’aeroporto di Capodichino. E l’eterna linea 1 e 6 della metropolitana di Napoli.
«Il risultato del nostro lavoro servirà per rendere l’Italia meno diseguale nel breve e medio termine. Complessivamente abbiamo stanziato 200 miliardi, per i quali approfitteremo il più possibile dell’opportunità europea», spiega Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture: «Tre gli aspetti fondamentali, rafforzamento codice appalti, apertura finestra deroghe per chi è pronto per davvero, nuovo modello commissari che avranno nuovi poteri rispetto alle precedenti norme. “Italia Veloce” rappresenta una sintesi del dibattito portato avanti nel corso degli Stati generali: oltre 130 opere che hanno come obiettivo fondamentale quello di ridurre le disuguaglianze tra Nord e Sud, tra Est e Ovest, le quali passano dalle infrastrutture e arrivano alla vita delle persone, ma anche rendere più competitivo il sistema Paese e quindi le nostre imprese in Italia e nel mondo». De Micheli spiega che «nella seduta notturna del Consiglio dei ministri, abbiamo già predisposto un elenco condiviso di opere da commissariare, il quale fa riferimento alle competenze del Mit ma sarà integrato da quelle di altri ministeri, penso al dissesto idrogeologico o all’edilizia carceraria. Abbiamo anche approvato un elenco di 12 opere del ministero degli Interni che riguardano la sicurezza, ovvero un intervento su caserme che soprattutto nelle zone del Centro Sud andranno a rappresentare presidi di sicurezza importanti e strategici per il nostro Paese».
Tra le novità anche la riforma dell’abuso d’ufficio (una battaglia deluchiana), ma anche (e si prevedono polemiche) l’affidamento diretto per prestazioni di importo inferiore a 150.000 euro, e una procedura negoziata, senza bando, previa consultazione di un numero di operatori variabile sulla base dell’importo complessivo, per tutte le prestazioni di importo pari o superiore a 150.000 euro e inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria.
Sempre nel cdm di ieri è stato approvato anche il Piano Nazionale di Riforma. In cui, annuncia il ministro del Sud,
Peppe Provenzano: «Il Piano Sud 2030 occupa un posto di primo piano. Con una grande conferma, ufficiale, di quanto già annunciato: e cioè che la dotazione complessiva del Fondo Sviluppo e Coesione per il prossimo ciclo 2021-27 cresce fino allo 0,6% del Pil annuo, in totale si tratta di oltre 73,5 miliardi per l’intero periodo. Poi arriveranno le risorse dall’Europa di Next Generation Eu e il nostro Green Deal, per tutti gli investimenti pubblici si applicherà il 34%. Ma le risorse aggiuntive europee e nazionali della coesione devono essere davvero aggiuntive. È un impegno che prendiamo, per noi e per i governi che verranno. Se qualcuno non vorrà mantenerlo, dovrà spiegare perché. Sviluppo e riequilibrio devono andare insieme».