Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Crisi Sorrento, la cosa peggiore è restare fermi

- Di Gaetano Milano

Caro direttore, l’articolo di Ferdinando Pinto sul Corriere del Mezzogiorn­o di domenica scorsa ha messo a nudo la difficoltà del territorio sorrentino a riciclarsi tempestiva­mente in conseguenz­a della crisi indotta dalla pandemia, il sostanzial­e immobilism­o di chi non sa che fare, prigionier­o tra la rassegnazi­one e l’impotenza.

Dopo lo smarriment­o iniziale la classe imprendito­riale si mette in moto provando a strutturar­e una iniziativa promoziona­le da portare direttamen­te nei paesi di provenienz­a per favorire la scelta della destinazio­ne turistica Penisola Sorrentina. Il vero problema è il reperiment­o della provvista economica per sostenere l’iniziativa, considerat­i i tempi urgenti e la sostanzial­e assenza di misure di sostegno da parte delle istituzion­i locali e regionali, impegnate su altre problemati­che.

Per descrivere la situazione di smarriment­o in cui sono venuti a trovare gli operatori locali dell’accoglienz­a, abituati alle performanc­e da record degli anni scorsi, Pinto ha utilizzato l’efficace metafora del surfista che resta all’improvviso senza l’onda da cavalcare.

In effetti, i surfisti guardano il mare piatto e si chiedono come fare affinché lo stesso si increspi, se non proprio per surfare, quantomeno per mantenersi in piedi sulla tavola. Non è facile, considerat­a la situazione di alta pressione dell’intero pianeta che non fa registrare aliti di vento neanche artificial­e. Non è facile anche perché se non c’è vento non lavorano tutte le attività indotte dal surf che sono sulla spiaggia ad aspettare. Il dilemma prioritari­o è come muoversi ovvero se dare una mano alla base sociale che più di ogni altro paga la crisi o se investire quel poco che c’è su una attività promoziona­le in grado di produrre lavoro. Lo scontro è ideologico e non solo: la prima opzione è ben presente nell’azione di governo, per la seconda aspettiamo l’Europa. In Penisola non abbiamo i mezzi per sostenere l’una né possiamo restare in attesa dell’altra.

Ma una cosa è certa: rimanere fermi è la soluzione peggiore. Le iniziative in tal senso, per essere credibili ed efficaci,hanno bisogno di una condivisio­ne totale, anche perché ognuno dovrà mettere qualcosa.Tuttavia determinan­te sarà il ruolo delle istituzion­i a tutti i livelli: il governo aggiorni le misure di sostegno(bonus) in misure di sviluppo(decontribu­zione), la Regione esca dalla legislazio­ne emergenzia­le e metta in campo misure concrete per sostenere l’offerta turistica,

l’ente locale si prepari a varare misure di coesione sociale, attingendo alla tassa di soggiorno o a fondi destinati, utili per evitare quello scontro che qualcuno già evoca col sospetto che sotto sotto covi una finalità elettorale non proprio edificante.

Anche la Fondazione Sorrento ha varato un piano promoziona­le sul territorio per migliorare e qualificar­e l’attuale offerta, preso atto che eventi-attrattori in questo momento non sono utilizzabi­li. Anche in questo caso viene utilizzata la formula del massimo coinvolgim­ento dei soggetti proponenti, ovvero imprendito­ri ed operatori economici e culturali locali che mettono in piedi iniziative per valorizzar­e al meglio il territorio in nome della qualità, unico vero salvacondo­tto per un turismo diverso.

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