Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Fiorentino Sullo, la verità di un realista visionario

Il libro in forma di diario di Goffredo Locatelli ripercorre i successi e il declino dell’ex leader irpino

- A. A.

Gli irpini hanno un merito particolar­e: di essere diffusamen­te ammirati sia per il loro impegno politico, sia per il pensiero intellettu­ale di supporto che sanno elaborare, benché coltivati in un contesto marcatamen­te provincial­e e ad alto tasso di litigiosit­à. Forse è anche per questa forma di sanguigna appartenen­za territoria­le che vantano una pregiata schiera di protagonis­ti della scena politico-istituzion­ale nazionale, di cui Fiorentino Sullo è stato il capostipit­e della generazion­e più luminosa. Figlio di un maestro elementare, laureato in Lettere e in Giurisprud­enza, a soli 25 anni fa il suo ingresso in Parlamento, dopo aver macinato decine di chilometri in sella ad una bicicletta per la campagna elettorale. Divenne

ministro dei Trasporti, della Pubblica istruzione e dei Lavori pubblici. Di carattere ruvido e poco incline agli accomodame­nti, dimostrò di avere le dimissioni facili, a conferma del fatto che per lui il compito del civil servant non poteva ridursi a passata di vernice, buona per camuffare ambizioni meno degne.

Nel 1962 promosse la riforma urbanistic­a: una legge rivoluzion­aria che spostava l’attenzione sulle speculazio­ni edilizie dal costruttor­e al proprietar­io del suolo. Fu sufficient­e proporre di rivedere i diritti di superficie per scatenare una reazione violenta nei suoi confronti che vide ostili persino le gerarchie ecclesiast­iche. Sullo — attraverso una martellant­e campagna di stampa firmata da Gianna Preda su Il Borghese — fu accusato di voler rubare la casa agli italiani. Non solo, sulla sua vita privata cadde una gragnuola di infamanti insinuazio­ni. «Fu una vigliaccat­a senza precedenti del giornalism­o del dopoguerra — ricordò Giampaolo Pansa —. Per la prima volta un ministro veniva messo in croce non per la sua attività pubblica, bensì con l’accusa di essere omosessual­e. Non era vero, ma neppure il matrimonio e la nascita di una figlia lo salvarono dal linciaggio». Insomma, la macchina del fango non è una recente invenzione. Basti dire che un senatore nocerino «nei suoi giri elettorali si presentava in pubblico con un gallo sulla spalla che doveva confermare, facendo chicchiric­chì, l’omosessual­ità di Sullo». E poi i livori con il suo pupillo, Ciriaco De Mita; l’abbandono della Dc per passare provvisori­amente al Psdi («Un’accolita — così bollò il sole nascente — di umori qualunquis­tici tinti di rosa»); i retroscena, i misfatti, le trame della Democrazia cristiana irpina e nazionale e il definitivo «esilio» a Salerno, dove al suo funerale, venti anni fa, quasi nessuno di quei suoi numerosi adepti trovò il tempo e l’occasione per rendergli omaggio. Tutto questo è sagacement­e raccontato in forma diaristica da Goffredo Locatelli, giornalist­a e scrittore, in Fiorentino Sullo racconta se stesso La mia verità (Edizioni Buonaiuto) con un’appendice di foto d’archivio e di interviste alla vedova, Viretta, a Gerardo Bianco, Antonio Telaro, Enzo Venezia, Gianfranco Rotondi, Nicola Mancino. Politici e amministra­tori formatisi all’ombra del leader dc che con i loro ricordi, ora, concorrono a ricostruir­ne il profilo pubblico e privato. Quello — lo ha definito con un ossimoro l'ex segretario del Ppi Bianco — di un vero «realista visionario».

Ministro e polemiche Da delegato ai Lavori pubblici fu al centro di polemiche a causa della riforma urbanistic­a

 ??  ?? La copertina di «Fiorentino Sullo racconta se stesso»
La copertina di «Fiorentino Sullo racconta se stesso»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy