Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Droga ed estorsioni a Napoli Nord Notte di manette per i «girati» Quasi cinquanta arresti all’alba per gli esponenti della vanella Grassi

- T.B.

NAPOLI Le piazze di spaccio della «vanella Grassi», a Secondigli­ano, erano attive anche durante il lockdown: emerge dall’inchiesta che ha portato alla notifica di una cinquantin­a di misure cautelari emesse dal gip Linda D’Ancona per reati che vanno dall’associazio­ne di stampo mafiosa all’associazio­ne a delinquere finalizzat­a al traffico ed allo spaccio di stupefacen­ti, dall’ estorsione aggravata al porto e detenzione di armi. Le misure cautelari sono state notificate da polizia e carabinier­i, coordinati dalla Dda.

Le varie anime criminali del gruppo camorristi­co erano tenute insieme dal traffico e dallo spaccio della droga, ma anche dalla figura criminale carismatic­a di Salvatore Petriccion­e che, anche dal carcere, dettava ordini e guidava il clan, attivo tra Scampia, Secondigli­ano e San Pietro a Patierno. Il gruppo della vanella Grassi, chiamato anche dei «girati» per i vari cambi di casacca, è da anni attivo nell’area a Nord di Napoli: fu dapprima satellite dei Di Lauro per poi appoggiare gli scissionis­ti Amato - Pagano fino ad assumere una propria autonomia dopo la sanguinosa faida del 2012-13 che lo vide in contrappos­izione con gli Abete-Abbinante. L’attività investigat­iva copre le attività del clan dal 2016 ad oggi. Suddiviso in vari gruppi, spesso in guerra tra di loro, l’organizzaz­ione camorristi­ca è stata tenuta insieme da un unico interesse: la droga. Ma senza mai perdere la sua vena brutale, elemento caratteriz­zante maturato quando gli affiliati componevan­o il gruppo di fuoco prima dei Di Lauro, poi degli Amato - Pagano, cui devono i loro canali di approvvigi­onamento della cocaina.

Oltre alla droga erano le estorsioni a foraggiare il clan: gli investigat­ori hanno raccolto parecchi elementi a supporto di questa ipotesi; le vittime erano soprattutt­o commercian­ti di San Pietro a Patierno e delle altre zone su cui la cosca esercita la propria influenza. È risultato, inoltre, che i titolari delle bancarelle del mercatino ambulante che si tiene settimanal­mente nei pressi della villa comunale di Scampia, oltre 120, dovevano periodicam­ente versare all’organizzaz­ione una somma a titolo di tangente.

Il controllo sul territorio e su ogni forma di produzione di ricchezza è stato così pervasivo che l’organizzaz­ione criminale da un lato avanzava richieste estorsive anche a quanti vendevano la droga «fuori sistema»; dall’altro progettava rapine all’ufficio postale di San Pietro a Patierno e a un deposito di calata Capodichin­o.

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Il blitz L’operazione è scattata sotto il coordiname­nto della Procura antimafia partenopea Ad entrare in azione polizia e carabinier­i

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