Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UN POSTO AL SOLE «COME PRIMA, PIÙ DI PRIMA»

Da domani su Rai 3 le nuove puntate della soap dei record girata quotidiana­mente a Napoli Rispo: ci consideria­mo fortunati rispetto agli altri colleghi che vivono un momento difficile Aiello: sono felice, anche se sembra di girare un film di fantascien­za

- Vanni Fondi

«Ripartiamo, con grande entusiasmo per una vecchia-nuova avventura». Antonio Parlati, direttore del centro di produzione Rai di Napoli è stanco ma felice. «Un posto al sole», il «fiore all’occhiello» di via Marconi, la fiction di record, che durava senza soluzione di continuità da un quarto di secolo, si era interrotta causa Covid, per tre mesi, da metà marzo, e al di là di qualche video ripresa con mascherina girata da casa dagli attori, era sparita dal piccolo schermo. Ma nessuno si era arreso e a metà giugno ecco le prime riprese.

Domani su Rai 3 si va di nuovo in onda, si riparte, appunto per la «nuova-vecchia avventura». «Un‘avventura semplice, rodata, ma anche complicata visti i tempi, gli obblighi, le prescrizio­ni dice Parlati - perché si tratta di una fiction complessa che coinvolge tre studi interni senza dimenticar­e le location esterne. Il problema è che ci sono delle disposizio­ni diverse a seconda dei reparti e delle attività, quindi gli attori hanno delle proibizion­i, i tecnici altre. Pensi che abbiamo dovuto fare a meno per un po’ dei truccatori e dei parrucchie­ri, rispetto all’inizio delle riprese. Ci muoviamo con entusiasmo ma anche con grande cautela, con grande ottimismo e volontà, analizzand­o ogni location per lavorare nella totale sicurezza. E dire che noi facciamo parecchie riprese in giro per la città e che coinvolgia­mo altre aziende con i loro manovali, il catering e così via. Tamponi per tutti! Ma l’importante era ricomincia­re. alla normalità ci arriveremo con calma, gradualmen­te».

«Ci siamo, come prima, più di prima», gli fa eco un felicissim­o Patrizio Rispo, da sempre il «capo banda» degli attori di «Un posto al sole», nel ruolo chiave del portiere Raffaele, che gestisce le «chiavi» di Villa Palladini, da cui nascono tutte le storie della soap in questi tre mesi li abbiamo comunque mantenuti con le nostre “pillole”, dove abbiamo raccontato la nostra quarantena. E ora, siamo affaticati ma felici, ci consideria­mo fortunati, anche rispetto agli altri attori, quelli di cinema e di teatro che vivono un momento difficile, perché noi comunque abbiamo ricomincia­to a recitare, quotidiana­mente».

Anche Maurizio Aiello, nel cast sin dalla puntata zero, non finisce mai di sorprender­si dell’affetto del pubblico. «Ho avuto tante testimonia­nze intense, commoventi. Mi hanno colpito molto. Il nostro ritorno in onda? Ne sono ovviamente contento, anche se è cambiato tutto il modo di girare: sembra di essere in un film di fantascien­za. Pensi che a seconda del lavoro, abbiamo delle entrate e dei percorsi diversi da seguire in Rai. Noi attori, per esempio, non possiamo andare al bar... Che era un luogo di incontro per tutti. Ci dobbiamo mettere dei camici per truccarci e chi ci assiste ha mascherine e caschi in testa. E poi nelle nostre scene non ci sono più baci, abbracci. Certo se penso che avevo perso le speranze che tutto potesse tornare come prima, ora sono strafelice. E, visto che è ormai chiaro che il virus sia ancora in giro, accetto pure tutte le misure di sicurezza, che sia tutto sotto controllo perché tutto torni come una volta». Come prima più di prima.

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