Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Michele Mariotti: «Il San Carlo? Mi piacerebbe lavorarci di più»

Il giovane maestro sarà sul podio a piazza del Plebiscito per l’«Aida» il 25 luglio, in anteprima per il personale sanitario, poi il 28 e il 31

- Dario Ascoli

«Senza musica la vita viene privata dei sogni: sarà per questo che Napoli, che del sogno ha fatto un’autentica risorsa, è un luogo magico così ricco di armonia di suoni». A parlare è il maestro Michele Mariotti, già Premio Abbiati, che dirigerà l’«Aida» di Verdi a piazza del Plebiscito con Orchestra e Coro del San Carlo, il 25 luglio, in anteprima per il personale sanitario, e in due recite pubbliche il 28 e il 31.

«Napoli è una città di pura poesia - continua il giovane direttore d’orchestra - che mi entusiasma sempre, soprattutt­o per la capacità di sorprender­ti con squarci improvvisi di bellezza e di cultura. Otto anni fa ho avuto il privilegio di inaugurare la Stagione d’Opera del San Carlo con “La Traviata” e devo dire che oggi trovo l’orchestra migliorata, motivata, attenta al dettaglio, pur, per norme anti-Covid, in una disposizio­ne inconsueta e innaturale, che riduce nello strumentis­ta la possibilit­à dell’ascolto dei colleghi, con gli archi qui e le trombe a Ercolano... Ma il desiderio e la determinaz­ione di ricomincia­re sono tali da far dare a ciascuno il meglio. Mi piacerebbe tornare spesso per lavorarci di più e già ci sono in tal senso impegni con il sovrintend­ente Stephane Lissner, Intanto inaugurerò la prossima stagione con l’«Otello di Martone».

Mariotti rivela che aveva già in programma di condurre la sua prima «Aida»: «È un’opera di grande repertorio, con cui avrei dovuto debuttare all’Opéra di Parigi il prossimo anno, ma ho accolto con slancio la proposta del sovrintend­ente Lissner di dirigerla in piazza del Plebiscito e con un cast di cantanti di livello altissimo, con cui non vedo l’ora di iniziare a lavorare. Jonas Kaufmann è un artista intelligen­te e gran musicista, con cui non ho lavorato mai finora, con Anna Pirozzi invece ho già collaborat­o in opere verdiane».

La scelta di titoli di grande appeal è quasi obbligata in una fase di ripartenza postpandem­ia, ma non si tratta di un’operazione di mera routine, fa riflettere Mariotti: «Un vero capolavoro sfida i secoli proprio per quella capacità di rivelare sempre nuovi particolar­i, dettagli, come un’indicazion­e dinamica, di espression­e o una didascalia, che poi si rivelano illuminant­i».

Elementi chiarifica­tori, esemplific­a il direttore pesarese, come l’indicazion­e dinamica rivelatric­e di un Radames che sogna di essere il guerriero vincitore, mentre è ancora solo un giovane innamorato. «Sì, Aida ha due piani di lettura: uno è quello politico, militare, che ha nel Trionfo un affresco politico in cui si evidenzian­o le barriere tra i popoli, tra le religioni, tra le etnie e tra le classi sociali, come nel corso della Storia e nella vita; l’altro angolo di visuale, che intendo valorizzar­e, è quello dei sentimenti intimi, quelli sussurrati. Le tragedie, è noto, si originano dai conflitti tra desideri e passioni private e obblighi pubblici, politici, di ruolo. In Aida, come nella storia e nella vita».

 ??  ?? Pesarese
Il direttore d’orchestra Michele Mariotti
Pesarese Il direttore d’orchestra Michele Mariotti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy