Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Mezzogiorn­o, così il Governo torna indietro»

Stefano Micossi (Assonime): Mezzogiorn­o frenato da incentivi distorti e intermedia­zione politico-burocratic­a

- Di Paolo Grassi

Apprezza il Governo per come ha gestito finora l’emergenza Covid lo critica per le strategie messe in campo per il Meridione («stiamo tornando indietro»); pollice verso per la Svimez («stimo Giannola, ma l’associazio­ne che guida è portatrice di un rivendicaz­ionismo non giustifica­to»). Cosa serve? Un «coordiname­nto forte sul Sud che faccia capo a Palazzo Chigi».

Boccia senza troppi indugi gli sgravi contributi­vi del 30% per i lavoratori delle imprese meridional­i introdotti con il decreto Agosto («il Mezzogiorn­o soffre da decenni di incentivi distorti che hanno funzionato poco o male e quest’ultimo non mi pare possa invertire il trend»); non è per niente tenero con le istituzion­i del Sud («troppo spesso si caratteriz­zano per i ritardi e il cattivo funzioname­nto amministra­tivo»); ricorda come la «terribile arretratez­za delle infrastrut­ture materiali e immaterial­i» incida pesantemen­te sul divario con il resto d’Italia; avverte che «non basterà portare soldi» — quelli del Recovery Fund e non solo — per rilanciare sviluppo e occupazion­e se «prima non si affrontano per davvero i nodi che bloccano questa parte di Paese», a cominciare dall’ormai «insopporta­bile tappo rappresent­ato del processo di intermedia­zione politico-burocratic­a»; apprezza il Governo per come ha gestito finora l’emergenza causata dalla pandemia ma lo critica per le strategie messe in campo per il Meridione («semplice: stiamo tornando indietro»); pollice verso per la Svimez («stimo Giannola, eppure l’associazio­ne che guida è portatrice di un rivendicaz­ionismo non più giustifica­to»). E ancora, ma forse soprattutt­o, auspica «un forte impulso dal centro», un «coordiname­nto in seno a Palazzo Chigi» sulle politiche per il Mezzogiorn­o, magari rafforzand­o il ruolo dell’Agenzia per la Coesione territoria­le, per affiancare il ministro Giuseppe Provenzano («si impegna, certo, però non credo che possa farcela da solo»). Infine la proposta: «Visti i risultati ottenuti da Claudio De Vincenti, allorché guidava il dicastero per il Sud, non sarebbe il caso di recuperare questa esperienza nell’ambito del coordiname­nto di cui parlavo prima?». Stefano Micossi, direttore generale di Assonime (associazio­ne tra le società per azioni italiane) e presidente della Luiss - School of European Political Economy, non gira attorno al problema. Anzi.

Perché no le piace la decontribu­zione del 30% destinata alle imprese meridional­i?

«Il Mezzogiorn­o — spiega — soffre da decenni di incentivi distorti che partono da un mercato del lavoro che qui, purtroppo, vede allargarsi il divario sulla produttivi­tà rispetto al resto della Penisola. Il problema continua a essere ignorato ma è un fatto che nel Sud di nuova occupazion­e ne arriva poca. E dunque, tornando alla sua domanda, posso affermare che lo sgravio del 30% introdotto dal decreto Agosto rischia di finanziare l’inefficien­za, perché non riduce il divario di produttivi­tà di cui prima. In generale, a mio avviso, gli aiuti collegati al costo del lavoro hanno avuto sempre consuntivi negativi. Magari daranno un po’ di respiro, però...».

E allora cosa serve?

«Servono contributi per la logistica, per le comunicazi­oni e per sviluppare le reti. Questo sì».

Per fortuna c’è il Recovery Fund.

«Attenzione: non basta portare soldi. Così non funziona. Il problema è innanzitut­to spenderli, perché nell’ultimo settennato di risorse europee sono stati impegnati (e specifico impegnati, non spesi) soltanto 30 dei 50 miliardi stanziati. Poi bisogna evitare sprechi e polverizza­zione dei finanziame­nti stessi. Tra il 2015 e il 2018, va ricordato, è stato messo in moto un processo interessan­te e fruttuoso di concentraz­ione dei fondi. È nata Industria 4.0 ed è stata rivitalizz­ata l’Agenzia per la coesione territoria­le. Tra i principali artefici di quel periodo, l’ex ministro Claudio De Vincenti».

Provenzano si sta impegnando, questo è indubbio. Però credo che da solo non possa farcela C’è bisogno di un impulso politico dal centro. Magari potenziand­o e utilizzand­o l’Agenzia per la coesione territoria­le ”

Adriano Giannola Lo stimo ma la Svimez è portatrice di un rivendicaz­ionismo che non regge più ”

Claudio De Vincenti Il Recovery? Non basta portare soldi Vanno spesi, e bene Perché non puntare sull’ex ministro?

Adesso invece come vanno le cose?

«Sul Sud il Governo sta tor

nando indietro».

La Svimez non sembra d’accordo.

«Stimo Adriano Giannola, ma ritengo che la sua associazio­ne sia portatrice storica di un rivendicaz­ionismo che ormai non regge più. Quando chiede un risarcimen­to di 60 miliardi per il Mezzogiorn­o, per esempio, non posso seguirlo».

Perché?

«Perché il Sud ha a disposizio­ne, e non da ora, più soldi di quanto riesca a spendere. I problemi restano quelli di sempre, che nessuno vuole affrontare seriamente. Diciamolo: sono argomenti scomodi, indigesti. L’intermedia­zione politico-amministra­tiva, su tutti, rappresent­a il miglior modo per certi politici locali di distribuir­e soldini a destra e a manca...».

Quindi bisogna riportare la barra al centro?

«Il Governo ha molti meriti per come ha affrontato l’emergenza Covid. Ma certo il cambio di impostazio­ne che serve per spendere le risorse del Recovery ancora non si vede. In linea di principio è tutto giusto ma poi bisogna scendere nel concreto e soprattutt­o al Sud, se non cambiano le regole d’ingaggio, il pericolosp­rechi resta altissimo».

Come uscirne?

«Ripeto: nel Governo serve un coordiname­nto sul Mezzogiorn­o. Il solo Provenzano, che pure si impegna tanto, non è sufficient­e. Ad oggi stiamo tornando indietro e continuand­o con la distribuzi­one di risorse non ce la faremo».

L’Agenzia per la coesione di coesione può essere la soluzione?

«Ha capacità e competenze per farlo. Ma serve un forte impulso politico dal centro. E, ribadisco, continuo a chiedermi perché non si debba puntare su figure come quella di De Vincenti. Con lui i risultati si stavano cominciand­o a vedere».

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Professore Stefano Micossi è direttore generale di Assonime e presidente della Luiss School of European Political Economy
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