Corriere del Mezzogiorno (Campania)

NAPOLI-VENEZIA IL POST-TEATRO ALLA BIENNALE

Il direttore partenopeo Antonio Latella sceglie «Automated Teller Machine» di Giuseppe Stellato e «Nanaminagu­ra» di Antonio Ianniello Due pièce a metà tra performanc­e, video, danza e istallazio­ne d’arte

- Stefano de Stefano

La scena napoletana torna a sbarcare alla Biennale di Venezia. Lo fece nel 1982, negli anni trionfanti di Roberto De Simone, delle sue opere buffe e della ripresa di Viviani, lo fa oggi proponendo un post-teatro, a metà tra performanc­e, video, danza contempora­nea e istallazio­ne d’arte. Sono due, infatti, i titoli presentati in laguna, grazie alle scelte di prospettiv­a del direttore Antonio Latella.

Oggi alle 19 toccherà ad «Automated Teller Machine» di Giuseppe Stellato e sabato a «Nanaminagu­ra» di Antonio Ianniello, entrambi agli Arsenali alle Tese dei Soppalchi, cui va aggiunto nella sezione «Biennale College», con workshop fissati dal 14 al 25 settembre, Gianmaria Borzillo, già protagonis­ta della performanc­e di Ianniello.

Si tratta di testimonia­nze importanti di quella espressivi­tà che fra gesto umano e tecnologia si allontana sempre più dalla classica scrittura drammaturg­ica per accedere invece a quella scenica con imprescind­ibili supporti audio-visivi. In Italia gli esempi di Aanagoor, Fanny & Alexander, Michele Di Stefano e così via, a Napoli quelli di Interno 5, Luna Cenere, Pino Carbone, Gennaro Cimmino, Lorenzo Gleijeses.

Tornando alla Biennale, «Automated Teller Machine» è una produzione della compagnia StabileMob­ile, con la quale Latella continua a moFerraro nitorare il movimento campano, e nasce col sostegno dell’ex Asilo Filangieri, dove il lavoro è stato concepito e provato. «Si tratta – spiega Stellato – del terzo segmento di una trilogia sul rapporto fra l’uomo e la macchina. Siamo partiti con un oggetto privato come la lavatrice (“Oblò”), uno pubblico come il distributo­re di bibite e snack delle stazioni (“Mind the gap”) e ora uniamo i due aspetti nel dispositiv­o più inquietant­e, il bancomat, a cui affidiamo la nostra vicenda economica, certi di essere sempre tracciabil­i da reti di controllo totale, a partire dall’avviso: digitare il codice segreto avendo cura di non essere osservati».

In scena il performer Domenico Riso sarà il cliente alle prese con questo moloch tecnologic­o e parlante, rivissuto in un video di Alessandro Papa. Durata un’ora. Invece 40 minuti per la performanc­e di sabato alle 17 e 21, prodotta da Casa del Contempora­neo e coprodotta dal Sannazaro, insieme per una nuova sinergia espressiva. «Nanaminagu­ra – spiega l’autore - indica una via d’uscita, uno scioglilin­gua ripetuto come un mantra per velocizzar­e l’articolazi­one di movimenti o pensieri, per mettere in voce un concetto che altrimenti resterebbe indistinto». Il sound è di James e il performer è Borzillo. Ianniello è un attore, drammaturg­o e regista salernitan­o, ora attivo anche nel campo delle arti performati­ve, in cui indaga l’intersezio­ne tra teatro, conceptual & visual art. Il lavoro vede il performer davanti a una sagoma in lego che rappresent­a se stesso di fronte al quale inizia a cadere più volte. Con alcune parole simboliche che fanno da filo rosso: Mr Balut, a caccia del senso della vita, Stambecco, alter ego immobile di Balut, Grip, ovvero capacità di presa e stabilità eretta, Madre, infine, voce generatric­e.

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Mariano Rigillo «legge» Gemito. «Bach, Gemito, e altri geni» è il titolo del sesto appuntamen­to de
(Fondazione Premio Napoli, Regione Campania e Scabec). Alle 19,30, al museo di Capodimont­e, dove è in corso la grande mostra dedicata allo scultore napoletano, Wanda Marasco, autrice de
Rigillo per Gemito Mariano Rigillo «legge» Gemito. «Bach, Gemito, e altri geni» è il titolo del sesto appuntamen­to de (Fondazione Premio Napoli, Regione Campania e Scabec). Alle 19,30, al museo di Capodimont­e, dove è in corso la grande mostra dedicata allo scultore napoletano, Wanda Marasco, autrice de
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In apertura uno scatto di Pino Miraglia dal lavoro di Antonio Ianniello Qui in piccolo Giuseppe Stellato born in Caserta nel 1979
Protagonis­ti In apertura uno scatto di Pino Miraglia dal lavoro di Antonio Ianniello Qui in piccolo Giuseppe Stellato born in Caserta nel 1979

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