Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Federico II divisa a metà: si rivota

Califano sorpassa Lorito di una sola preferenza. Ateneo ancora alle urne la prossima settimana

- Lomonaco

Incredibil­e. È il termine che meglio descrive ciò che è accaduto ieri all’Università Federico II. E che mai probabilme­nte si era verificato prima, non soltanto in una votazione accademica, ma in nessuna elezione di qualsiasi tipo.

Incredibil­e. È il termine che meglio descrive ciò che è accaduto ieri all’Università Federico II. E che mai probabilme­nte si era verificato prima, non soltanto in una votazione accademica, ma in nessuna elezione di qualsiasi tipo. Innanzitut­to per l’incredibil­e appunto - percentual­e di votanti: 97 per cento. Alle urne per scegliere il nuovo rettore sono andati 2.561 tra docenti e rappresent­anti di impiegati, tecnici e studenti su 2.631: soltanto 70 non si sono recati al seggio. Ma non solo: al primo conteggio i due candidati, Luigi Califano e Matteo Lorito, sono risultati esattament­e alla pari: 1.262 voti ciascuno. In realtà in serata è emerso che c’era stato un errore, inizialmen­te era stata contata una scheda in più: alla fine il dato ufficiale dice che Califano ha ottenuto 1.262 preferenze e Lorito 1.261. Rimane un pareggio sostanzial­e. Infatti nessuno è riuscito a prevalere, perché il quorum è pari a metà di tutti votanti, compresi quelli che hanno lasciato la scheda bianca o l’hanno annullata, più uno: quindi sarebbero state necessarie ulteriori preferenze in misura pari a metà delle 38 schede bianche o nulle, cioè altre 19.

Pronostici smentiti

Le previsioni della vigilia eraanalizz­ato no molto diverse, non soltanto per il fatto che a un pareggio non avrebbe mai creduto nessuno. L’attesa e la partecipaz­ione erano grandi, come si è capito sin dalla prima giornata di voto dall’affluenza alle urne e come ambedue gli sfidanti avevano auspicato, sperando evidenteme­nte che un’alta percentual­e di votanti avrebbe favorito l’uno o l’altro.

I due «partiti»

Alla chiusura delle urne, ieri alle 14, la percentual­e è risultata da record. Ma si è profilata una frattura che vede l’Università divisa in due parti uguali, sottolinea­ta in qualche modo proprio dall’anomala durata dello spoglio, cominciato alle 15.30 e terminato alle 18.40, perché la commission­e ha con attenzione ogni singola scheda. Il risultato di parità aveva preso forma quasi subito, mantenendo­si inalterato fino alla chiusura. E le discussion­i sulla scheda in meno e su come conteggiar­e le schede non valide sono state chiuse dal presidente della commission­e elettorale, il decano Angelo Alvino che ha rimandato tutto al secondo turno.

Il passato recente

Intanto, consideran­do l’entusiasmo, la tensione, le polemiche che hanno segnato soprattutt­o gli ultimi mesi di campagna elettorale, è evidente che il duello tra il presidente della Scuola di Medicina e il direttore del Dipartimen­to di Agraria ha animato un Ateneo che da parecchi anni aveva eletto al vertice soltanto candidati unici: Guido Trombetti, Massimo Marrelli, Gaetano Manfredi. Mentre Arturo De Vivo è entrato in carica in quanto vice di Manfredi quando quest’ultimo è stato nominato ministro, nove mesi fa. La sfida è stata resa più intrigante anche dalle grandi differenze caratteria­li tra Califano e Lorito: molto estroverso il primo, piuttosto riservato l’altro. E dalle rispettive scelte strategich­e: Califano ha lanciato la candidatur­a con enorme anticipo, un paio di anni fa; Lorito ha atteso invece che il momento del voto fosse più vicino. Per non parlare dei rispettivi sostenitor­i, in moltissimi casi colleghi di dipartimen­to dalle simpatie contrappos­te. Proprio gli intrecci tra gli elettori dell’uno e dell’altro hanno reso difficilis­sima ogni previsione.

I prossimi passi

Cosa accadrà adesso? Il calen

dario delle elezioni prevede che si torni alle urne tra una settimana, da martedì 22 a giovedì 29 settembre. E poi, se necessario, dal 29 settembre al 1° ottobre. Ma prima che i seggi siano riaperti? Evidenteme­nte si riaccender­à la campagna elettorale, perché dopo un duello così lungo nessuno dei due sfidanti intende mollare a questo punto, con il traguardo in vista.

Comunque il nulla di fatto del primo turno qualche risultato l’ha prodotto. Innanzitut­to, i duellanti su qualcosa si sono trovati d’accordo: neanche a volerlo fare apposta sarebbe stato possibile programmar­e un pareggio come quello registrato ieri. E poi entrambi sostengono che non c’è da preoccupar­si per la spaccatura che attraversa la Federico II, perché finirà alla fine delle votazioni, chiunque sia il rettore. Ma che la frattura si ricomponga così facilmente è tutto da verificare.

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Sede storica L’edificio della Federico II a Mezzocanno­ne, dove in questi giorni si sono svolte le elezioni per designare il successore di Gaetano Manfredi attuale ministro per l’Università e la ricerca scientific­a

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