Corriere del Mezzogiorno (Campania)
C’è Stanley Tucci, il Diavolo veste Napoli
Una «docuserie» sulla gastronomia del Belpaese che era stata ideata prima del Covid e del lockdown
Stanley Tucci in città per un documentario sul cibo Dai pomodori alla mozzarella, le immagini per la Cnn
NAPOLI Dopo il cinema, è la cucina la sua grande passione. E intorno ai fornelli, ai sapori tipici, alla gastronomia italiana, ai vini d’autore ruota il programma che la Cnn gli ha costruito addosso.
Un abito su misura per Stanley Tucci — attore statunitense dalle origini calabresi — noto al grande pubblico per ruoli poliedrici, da caratterista, e regista acclamato nei festival internazionali.
L’artista è da quindici giorni in città per le riprese del programma «Stanley Tucci: Searching for Italy». Una «docuserie» sulla gastronomia del Belpaese che era stata ideata prima del Covid e del lockdown.
Solo da poco, mascherina a portata di mano, l’attore si è messo in viaggio attraverso l’Italia con un occhio attento alla storia del cibo, dell’arte, dei sapori e delle tradizioni. Prima tappa l’Emilia Romagna da Massimo Bottura, poi la Campania. Il suo cicerone attraverso il mondo della pizza è stato Enzo Coccia, che lo ha guidato alla scoperta dei pomodorini del «piennolo», arrampicandosi sulle falde del Vesuvio, i San Marzano, la mozzarella di bufala, i misteri del lievito madre. Tucci si è anche cimentato con l’impasto e la preparazione di una tipica margherita.
Poi tappa a Scampia per raccontare Chikù, il luogo dove lavorano fianco a fianco in cucina donne napoletane e donne rom, in uno scambio quotidiano che è la forza di una vera e propria impresa sociale che svela un altro volto della 167.
Il viaggio in Campania continuerà, nei prossimi giorni, fra le isole e la Costiera. La troupe — che è inglese anche se la produzione è americana — si sposterà insieme con
Stanley Tucci innanzi tutto a Ischia per scoprire i sapori sulfurei dell’isola verde e i suoi tesori nascosti. Tappa, quindi, in Costiera per una puntata gastronomica fra Nerano e Massa Lubrense con sosta d’obbligo a Lo Scoglio, un ristorante amatissimo dagli americani che vengono in Italia alla ricerca di sapori del mare e di una atmosfera mediterranea.
Nel tour del documentario della Cnn è prevista anche una puntata girata in Toscana, oltre ad un giro in Sicilia e altre avventure gastronomiche fra Roma e a Milano, per scoprire i segreti della amatriciana, delle puntarelle, dell’ossobuco e del risotto.
Inizialmente la Campania e Napoli non facevano parte del canovaccio di base sul quale è stato costruito il programma, ma è impossibile parlare di cibo italiano e non considerare una sosta a Napoli e dintorni per raccontare la pizza, la mozzarella e cercare di rendere palpabile il profumo del basilico e delle zucchine con la menta che condiscono la pasta alla Nerano.
«Tucci gusterà ogni pezzo di pasta, berrà ogni bicchiere di vino e scoprirà cosa rende così irresistibile l’Italia e la sua cucina» annunciò Deadline lo scorso febbraio. Anticipando le coordinate di una esperienza gastronomica a tutto tondo.
Napoli ha travolto l’attore, che ha girato una parte dei contributi sulla terrazza di D’Angelo Santa Caterina a via Aniello Falcone. Un calice di bianco alla mano si è lasciato conquistare dall’aria tersa, dalla vista mozzafiato sul Golfo e ha ottenuto riprese perfette per raccontare il respiro e i profumi della città. Incrociando l’immaginario Usa che vede Napoli secondo alcuni canoni che non possono prescindere dalla pizza e dal mare.
É nota la passione di Stanley Tucci per l’Italia. Negli anni Settanta ha trascorso insieme con la sua famiglia un anno
Il cicerone
A guidarlo attraverso il mondo della Margherita il maestro Enzo Coccia
a Firenze ed è stato regista, oltre che interprete, di Big Night, la commedia drammatica del 1996 su due fratelli italiani immigrati dalla Calabria titolari di un ristorante nel New Jersey. Da appassionato, ha pubblicato anche alcuni libri di cucina e ha raccontato più di recente le sue ricette per affrontare e attraversare con gusto e un pizzico di inventiva la pandemia.