Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bilancio, Dema chiede aiuto ai deluchiani Comunali 2021, la «svolta» di Ruotolo
Comunali 2021, l’ex pm: evitiamo che si torni ai tempi di « mani sulla città» Ruotolo: «Ci sono mesi per decidere, lavoriamo per un campo largo»
Si sono candidati con De Luca alle Regionali lasciando il sindaco con cui erano diventati consiglieri, ce l’ha fatta solo Frezza. A tutti de Magistris chiede il voto sul bilancio. Comunali 2021, a sinistra è scontro sui candidati.
Hanno provato il gran salto dal Comune di Napoli alla Regione Campania. Erano in nove, ce l’hanno fatta solo in due: Marco Nonno di Fratelli d’Italia e Fulvio Frezza con la lista «+Europa». Tutti gli altri consiglieri comunali non sono riusciti nell’impresa. Ma nessuno, chi ce l’ha fatta e chi no, ha però lasciato lo scranno in via Verdi. E non lo faranno nemmeno Frezza e Nonno che, pare, ricopriranno il doppio incarico di consigliere comunale e regionale. In tal senso, però, la scelta è politica: se si dimettessero gli subentrerebbero i primi dei non eletti delle rispettive liste di appartenenza («Prima Napoli» per Nonno, «Con de Magistris sindaco» per Frezza) che intanto sono passati con Italia Viva di Renzi: si tratta di Stefano Palomba e Barbara Giustiniani.
Di sicuro, tutti i consiglieri candidati alle Regionali, entro metà ottobre si ritroveranno a votare il bilancio 2020 del Comune di Napoli. E se Nonno e Frezza avranno le mani più libere forti dell’elezione in Regione (forse anche Venanzoni), gli altri potrebbero trovarsi di fronte alla decisione di dover mantenere il numero legale in aula per evitare, in caso di non approvazione del bilancio, che il Comune di Napoli si sciolga e arrivi il commissario fino a nuove elezioni; e quindi perdere anche il posto di consigliere comunale. Ma nelle stanze del Municipio c’è fiducia sull’esito del voto: in molti casi — è il ragionamento che circola — chi si è candidato con De Luca l’ha fatto solo quando ha capito che de Magistris non sarebbe sceso in campo ma non per andare contro il sindaco di Napoli. Una valutazione, questa, che potrebbero fare i sei consiglieri entrati in aula con l’ex pm nel 2016: è il caso di Stefano Buono (che ha corso con la lista Davvero a sostegno di De Luca), Gabriele Mundo (candidato di IV, sempre con De Luca), Maria Caniglia (in corsa con Fare democratico e schierata con il governatore) e Mario Coppeto (candidato dei Progressisti in Regione ma alleato di de Magistris al Comune). Tra gli ex esponenti «arancioni» figura anche Nino Simeone, che non ce l’ha fatta alla Regione ma che è senza dubbio il consigliere di maggioranza che prima d’altri si era allontanato dal sindaco. Come Marco Nonno, siede all’opposizione e potrebbe bocciare liberamente il bilancio, Diego Venanzoni, altro consigliere comunale candidato alle Regionali e primo dei non eletti con la lista De Luca presidente. Venanzoni potrebbe infatti subentrare in Regione nel caso di rinuncia allo scranno in Consiglio regionale da parte di Lucia Fortini in predicato per rifare l’assessore. Tra i consiglieri comunali di de Magistris candidati alle Regionali c’era anche Salvatore Pace con la lista «Terra», ma contro De Luca.
In queste ore de Magistris sta lavorando anche alla presentazione del candidato sindaco della sua area e al programma: «Ci ricandidiamo per evitare una nuova stagione di mani sulla città», è la frase-slogan usata da de Magistris. Dal Comune trapela un solo nome, quello di Alessandra Clemente. Annunciando già ora il suo candidato l’ex pm comincerebbe subito la campagna elettorale rispetto al centrosinistra e soprattutto al Pd, nel quale comunque già circolano i nomi di possibili candidati come Enzo Amendola, Gaetano Manfredi e Nicola Oddati. In tal senso vanno registrate le considerazioni di Sandro Ruotolo, che di Alessandra Clemente è lo zio e che è diventato senatore nell’ambito di un’intesa tra Dema e Pd alle Suppletive del 23 febbraio scorso: «Leggo i nomi di chi potrebbe candidarsi alla carica di sindaco di Napoli. Penso — spiega Ruotolo — che così si parta con il piede sbagliato. Credo che occorra costruire un campo largo di forze politiche progressiste, moderate, di sinistra, aggregare realtà territoriali, associazioni, gruppi, volontariato e tutte le forme e le esperienze di civismo di cui Napoli è ricca». Ed ancora: «C’è tutto il tempo, si vota l’anno prossimo — aggiunge il giornalista, in qualche modo replicando anche alla fretta del sindaco che ha annunciato la sua candidatura per la prossima settimana —. Si può lavorare ad un percorso comune, serio e di prospettiva. Bisogna saper cogliere, come qualcuno sta già facendo, l’opportunità della disponibilità del Movimento 5 Stelle a lavorare a un programma condiviso che conduca ad una alleanza strategica».