Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Io, Gianpiero Zinzi sono il leghista più votato d’Italia»
Gianpiero Zinzi: FI non ha fatto battaglie, Salvini aveva fiutato la sconfitta
Zinzi Gianpiero, classe ‘83, avvocato, figlio dell’ex sottosegretario e presidente del consiglio regionale, Domenico, è il leghista più votato alle Regionali.
Zinzi Gianpiero, classe ‘83, casertano, avvocato, figlio dell’ex sottosegretario, già assessore e presidente del consiglio regionale, Domenico, risulta essere il leghista più votato alle Regionali. Con le sue 15.825 preferenze ha battuto i suoi colleghi del Veneto, della Liguria, Toscana, Marche e Puglia.
Eppure alla vigilia dicevano: quella di Zinzi è una famiglia democristiana da sempre, come fanno a stare con Salvini?
«Ma la Lega, oggi, è un partito nazionale che non ha nulla a che vedere con il Carroccio di Bossi, altrimenti non avrei mai aderito. È un partito di territorio e non a vocazione settentrionale. Io sono cresciuto con il bipolarismo e la Lega per me incarna i valori del centrodestra. Anzi, ciò che ha fatto crescere la Lega è la capacità con cui ha esercitato la sua funzione di sindacato del territorio, quanto è mancato a Forza Italia e al centrodestra qui al Sud».
È anche un partito sovranista, con Salvini ostile alla politica di accoglienza. Non basta per definirlo di destra?
«Reclamare sicurezza sulle nostre coste, nella indifferenza dell’Europa sui flussi migratori incontrollati, significa essere di destra? L’elettorato moderato e dc che da anni in Veneto sostiene la Lega è diventato fascista? Credo che la Lega, al netto di tutti gli orpelli interpretativi, abbia molto da dire ai moderati: io non ho ricevuto i voti della destra, ma di chi da tempo cerca risposte».
Come è stato accolto nella Lega?
«Molto bene e devo a Nicola Molteni di avermi fatto sentire a casa. Mi sento appieno uomo di squadra».
Lei è stato nell’Udc e poi in Forza Italia. Cosa c’era in quel centrodestra che non andava bene?
«Negli ultimi cinque anni ho registrato una pervicace tendenza all’autolesionismo che ha finito per bruciare l’intera classe dirigente. Quanti sindaci nati dal centrodestra hanno finito per sostenere De Luca, quanti moderati hanno preferito sostenere De Luca. Ora il presidente della Regione dovrà fare i conti con i ricatti di tutti. Ma così non arriverà alla fine».
Come sarà l’opposizione?
«Con la batosta subita dai 5 stelle, tocca a noi sfidare De Luca. Sarà Davide contro Golia. La spunteremo, ma sui fatti, perché sulla propaganda lui è più bravo».
Da dove comincerà?
«Il Mise tre giorni prima del voto ha sbloccato i lavori per il Policlinico di Caserta, approvando il concordato con l’impresa. De Luca si è appropriato del tema, pur non avendo fatto nulla. Anzi, nella stessa area del Policlinico ha concesso la proroga delle attività estrattive delle cave in un tempo lungo di 8 anni più 8. E questo la gente lo sa e non glielo perdonerà».
Ma avete perso le elezioni, ha ragione Salvini su Caldoro?
«Il giudizio non è su Stefano, ma su come si è giunti alla sua candidatura. Abbiamo corso per perdere. Salvini ha solo avvertito il rischio. FI in questi anni si è distinta per assenza di rappresentanza del territorio. Non c’è traccia di una battaglia a loro firma».
Come ha superato l’ostilità anti Lega in campagna elettorale?
«Con la testimonianza pura: la battaglia a difesa dei precari della sanità, contro i roghi della Terra dei fuochi, facendo mie le sofferenze dei genitori di bambini autistici. Non ho trovato nessuno che mi abbia chiesto favori, tutti mi hanno chiesto di essere rappresentati. Sul Sud prevale una narrazione solo in parte reale, da penombra depressa e vischiosa. Invece tanti vogliono vivere semplicemente in città organizzate e servite».
Quanto ha pesato l’eredità politica di suo padre ?
«I voti non si ereditano. Lui ha lasciato la politica attiva sei anni fa. Non ha mai interferito nelle mie scelte. Anzi, mi ha sempre sostenuto come fa un padre intelligente. Piuttosto, credevo che i social non sviluppassero consenso, invece in questi mesi ho intrecciato tanti rapporti nuovi. Ho 27 mila follower su Facebook e Instagram. Un terzo dei miei consensi penso che provenga dai social».
Si racconta che lei andò via da Forza Italia per contrasti con Cesaro. Vero?
” L’opposizione Lo sfideremo sui fatti, sulla propaganda è più bravo lui: sarà Davide contro Golia
”
Il sindacato del territorio La Lega non è più quella di Bossi, altrimenti non avrei aderito. Ma un vero sindacato del territorio
«Questo si racconta, ma è stata una fortuna andare via. Ho letto la sua provocazione Instagram dopo la sconfitta: Star in ansia. Di solito l’ansia è di chi sta fermo per aspettare qualcosa. È più la sua che la nostra».