Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il prefetto: «La pandemia ha aperto nuovi fronti alla camorra»

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«La pandemia da Covid-19 ha aperto nuovi fronti ai clan della camorra. Durante il lockdown si è intensific­ata l’attività del welfare criminale, con il sostegno offerto alle persone meno abbienti per rafforzare il consenso attorno alle diverse attività dei clan». Lo ha detto il prefetto di Napoli, Marco Valentini, durante l’audizione che si è svolta ieri davanti alla Commission­e parlamenta­re antimafia. «Alle sue attività abituali — spiega Valentini — la criminalit­à organizzat­a ha aggiunto l’attenzione agli aiuti erogati dallo Stato alle imprese del turismo e della ristorazio­ne. Da sempre i clan hanno puntato alla gestione degli aiuti pubblici e mi associo agli autorevoli allarmi già lanciati su questo tema». Allarmi che si sono succeduti nelle ultime settimane e hanno portato in qualche caso alla luce le attività di sostegno che la camorra propone a imprendito­ri in difficoltà che per motivi diversi non intendono accedere al credito attraverso le banche. Lo scopo è quello di ripulire soldi, incrementa­re gli affari e arrivare a rilevare le attività di chi chiede prestiti e si trova strozzato al punto da dover rinunciare al proprio locale o alla propria attività nel settore del turismo. Nel corso della audizione il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro ha chiesto al Prefetto di Napoli come mai non siano stati adottati provvedime­nti nei confronti del direttore generale della Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, indagato, e come mai non si sia ritenuto di ascoltare in Commission­e il procurator­e di Napoli, Giovanni Melillo in relazione alla situazione all’ Azienda sanitaria partenopea, che ha definito «punto di riferiment­o per loschi affari». Valentini ha risposto sottolinea­ndo che «la relazione seguita all’accesso fatto alla Asl Napoli 1 è alla valutazion­e del ministro degli Interni».

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