Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’ESAME DI SUAREZ, UN’OFFESA PER LE UNIVERSITÀ
La vicenda di Perugia mi infastidisce molto. Ma non perché è coinvolta la Juve o Suarez, qui lo sport è un contorno, il piatto principale è l’opportunità. Certi accadimenti sono l’humus ideale per la demagogia, quella facile, alla quale non voglio sottrarmi. Evidentemente qualcuno non si è accorto del periodo che stiamo vivendo.
L’emergenza sanitaria sta delineando una difficoltà economica e sociale che richiederebbe una serie di comportamenti consoni al momento. Questa è l’opportunità, che è cosa diversa dal codice penale. Una cosa inopportuna non necessariamente è reato. Ma anche nel generico universo delle cose opportune e quelle meno ci sono dei livelli diversi. Se vado alla prima del San Carlo o della Scala in bermuda e infradito sono inopportuno, fuori luogo, volgare, metteteci tutti gli aggettivi negativi, ce ne sono tanti. Non è reato, ma non mi fanno entrare è vietato, irrispettoso della quasi sacralità del teatro, inteso come edificio. È un dato importante perché, viceversa, se vado in smoking a Marina Piccola sono semplicemente un idiota che avrà molto caldo. È lo stesso comportamento ma cambia la location, e non è poco. Ma sono cose che riguardano la sfera privata, non coinvolgono nessuno. Poco importanti, da ridere o raccontare, ma nulla più. Perugia è tutt’altra cosa. Per prima cosa il contesto dove è avvenuta la cosa. L’Università, che con tutte le enormi criticità e le difficoltà nelle quali si dibatte da anni, è il centro della cultura di un paese. Quelle italiane sono prestigiosissime, in molti casi un orgoglio nazionale. Esprimono cultura e classe dirigente, da poco anche un ministro, il Professore Manfredi, le cui serietà, sobrietà ed efficacia stanno dando lustro a tutti. Un esempio, questa è l’Università. Comportamenti come quelli di alcuni docenti di Perugia offendono loro stessi, ma coinvolgono anche altri soggetti, e non è giusto. L’immagine delle università subisce un danno, piccolissimo magari, ma certamente, specialmente fuori dall’Italia, qualche commento ironico e feroce l’ho sentito. Quindi la vicenda Suarez rientra sì nelle cose non opportune,ma quelle ben più gravi del bermuda alla Scala, perché tirano dentro un mondo meraviglioso fatto di docenti, studenti, amministrativi, ma anche di storia. Niente di penale, ma forse più sconcio. Ci saranno le indagini, ovviamente, che accerteranno eventualmente comportamenti perseguibili penalmente,ma mi interessa poco. Non faccio l’avvocato o il magistrato, lascio molto volentieri a loro questi giudizi. Anche se già immagino le difese. La società dirà che si è rivolta all’Università di Perugia perché è quella deputata, Suarez dirà che non spetta a lui giudicare il proprio livello di lingua italiana raggiunto, che ha studiato, ma anche se non è andato benissimo è stato fortunato. Capita nella vita di uno studente, e talvolta capita anche il contrario. Ci può stare. E i docenti diranno che sì l’esaminando non è stato brillantissimo, ma hanno apprezzato la buona volontà. Ricco e famoso studia pure, va premiato. Credo che si dissolverà tutto, e la vicenda verrà inserita nelle conseguenze di lotte interne alla Facoltà. Ma è un fatto molto grave comunque, in un paese che viene inserito nella elite mondiale fra i paesi occidentali dove la corruzione ha un prezzo molto elevato. Che paghiamo tutti. In più siamo una nazione con un forte retaggio medievale, campanilistico, fazioso. Tutto si trasforma in una partita di pallone, qualcuno dirà che la Juve è abituata, vince per questo. Alla fine ne pagano tutti le conseguenze. La Juve, Suarez, che sarà un grande campione ma a livello umano non mi è simpatico, i docenti coinvolti,c he saranno costretti a promuovere anche i cosiddetti ciucci, per giustizia. E tutti noi italiani, nessuno escluso, perché le notizie fanno il giro del mondo in tempo reale. L’opportunità avrebbe richiesto altri comportamenti, non questo sguaiato scaricabarile. Non è reato, forse, ma che vergogna.