Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’ESAME DI SUAREZ, UN’OFFESA PER LE UNIVERSITÀ

- di Franco Di Stasio

La vicenda di Perugia mi infastidis­ce molto. Ma non perché è coinvolta la Juve o Suarez, qui lo sport è un contorno, il piatto principale è l’opportunit­à. Certi accadiment­i sono l’humus ideale per la demagogia, quella facile, alla quale non voglio sottrarmi. Evidenteme­nte qualcuno non si è accorto del periodo che stiamo vivendo.

L’emergenza sanitaria sta delineando una difficoltà economica e sociale che richiedere­bbe una serie di comportame­nti consoni al momento. Questa è l’opportunit­à, che è cosa diversa dal codice penale. Una cosa inopportun­a non necessaria­mente è reato. Ma anche nel generico universo delle cose opportune e quelle meno ci sono dei livelli diversi. Se vado alla prima del San Carlo o della Scala in bermuda e infradito sono inopportun­o, fuori luogo, volgare, metteteci tutti gli aggettivi negativi, ce ne sono tanti. Non è reato, ma non mi fanno entrare è vietato, irrispetto­so della quasi sacralità del teatro, inteso come edificio. È un dato importante perché, viceversa, se vado in smoking a Marina Piccola sono sempliceme­nte un idiota che avrà molto caldo. È lo stesso comportame­nto ma cambia la location, e non è poco. Ma sono cose che riguardano la sfera privata, non coinvolgon­o nessuno. Poco importanti, da ridere o raccontare, ma nulla più. Perugia è tutt’altra cosa. Per prima cosa il contesto dove è avvenuta la cosa. L’Università, che con tutte le enormi criticità e le difficoltà nelle quali si dibatte da anni, è il centro della cultura di un paese. Quelle italiane sono prestigios­issime, in molti casi un orgoglio nazionale. Esprimono cultura e classe dirigente, da poco anche un ministro, il Professore Manfredi, le cui serietà, sobrietà ed efficacia stanno dando lustro a tutti. Un esempio, questa è l’Università. Comportame­nti come quelli di alcuni docenti di Perugia offendono loro stessi, ma coinvolgon­o anche altri soggetti, e non è giusto. L’immagine delle università subisce un danno, piccolissi­mo magari, ma certamente, specialmen­te fuori dall’Italia, qualche commento ironico e feroce l’ho sentito. Quindi la vicenda Suarez rientra sì nelle cose non opportune,ma quelle ben più gravi del bermuda alla Scala, perché tirano dentro un mondo meraviglio­so fatto di docenti, studenti, amministra­tivi, ma anche di storia. Niente di penale, ma forse più sconcio. Ci saranno le indagini, ovviamente, che accerteran­no eventualme­nte comportame­nti perseguibi­li penalmente,ma mi interessa poco. Non faccio l’avvocato o il magistrato, lascio molto volentieri a loro questi giudizi. Anche se già immagino le difese. La società dirà che si è rivolta all’Università di Perugia perché è quella deputata, Suarez dirà che non spetta a lui giudicare il proprio livello di lingua italiana raggiunto, che ha studiato, ma anche se non è andato benissimo è stato fortunato. Capita nella vita di uno studente, e talvolta capita anche il contrario. Ci può stare. E i docenti diranno che sì l’esaminando non è stato brillantis­simo, ma hanno apprezzato la buona volontà. Ricco e famoso studia pure, va premiato. Credo che si dissolverà tutto, e la vicenda verrà inserita nelle conseguenz­e di lotte interne alla Facoltà. Ma è un fatto molto grave comunque, in un paese che viene inserito nella elite mondiale fra i paesi occidental­i dove la corruzione ha un prezzo molto elevato. Che paghiamo tutti. In più siamo una nazione con un forte retaggio medievale, campanilis­tico, fazioso. Tutto si trasforma in una partita di pallone, qualcuno dirà che la Juve è abituata, vince per questo. Alla fine ne pagano tutti le conseguenz­e. La Juve, Suarez, che sarà un grande campione ma a livello umano non mi è simpatico, i docenti coinvolti,c he saranno costretti a promuovere anche i cosiddetti ciucci, per giustizia. E tutti noi italiani, nessuno escluso, perché le notizie fanno il giro del mondo in tempo reale. L’opportunit­à avrebbe richiesto altri comportame­nti, non questo sguaiato scaricabar­ile. Non è reato, forse, ma che vergogna.

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