Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Isabelle Huppert, tour della città: che belli Capodimonte e il Madre
La grande attrice francese in città per il film su Caravaggio di Michele Placido: «Quando non ero sul set giravo da sola per perdermi e legarmi: è stato formidabile»
«Un po’ per le restrizioni dovute al Covid che mi impediscono di fare troppi spostamenti e un po’ perché il film è girato in gran parte a Napoli, questa volta mi sono fermata più a lungo e quando non ero sul set ho potuto girare da sola e perdermi - che poi è il miglior modo per conoscere una città - e visitare alcuni luoghi e monumenti che non avevo mai visto. Ero già venuta in passato in molte occasioni ma questo soggiorno è stato diverso, ho davvero riscoperto Napoli, mi sono molto legata a questa città e ne conservo un ricordo formidabile».
Isabelle Huppert, mostro sacro del cinema francese, sulle spalle un centinaio di film con registi famosissimi da Claude Chabrol a Michael Haneke passando per Jean-Luc Godard, Marco Ferreri, Paolo e Vittorio Taviani, François Ozon, veste i panni della marchesa Costanza Sforza Colonna nel nuovo film di Michele Placido, «L’ombra di Caravaggio» (prodotto da Goldenart con Raicinema), biopic del celebre pittore, interpretato sullo schermo da Riccardo Scamarcio. Le riprese sono in corso tra Napoli, Roma e Viterbo. Nel cast anche Louis Garrel, Micaela Ramazzotti e lo stesso Placido nel ruolo del Cardinale del Monte, un collezionista d’arte.
Il film parla dell’intricata e avventurosa esistenza di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, genio del 500, raccontato nelle sue contraddizioni e nel mistero del suo animo tormentato. La Huppert interpreterà la celebre nobildonna romana che cogliendone il talento rivoluzionario fu protettrice del pittore e ebbe anche una relazione con lui. «La produzione non vuole che parli troppo del film», si giustifica subito l’attrice pluripremiata, un Leone d’oro alla carriera e due Coppe Volpi alla Mostra del cinema di Venezia per «Un affare di donne» (1988) e «Il buio nella mente» (1995), due Palme d’oro a Cannes per «Violette Nozière» (1978) e «La pianista» (2001), e un Orso d’argento al Festival di Berlino per «8 donne e un mistero» (2002) nel 2005. E con la voce pacata e il corpo esile da eterna ragazza, le sue lentiggini e i lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle ribatte: «Però possiamo parlare di Napoli!».
Ha appena lasciato Napoli per continuare le riprese a Roma, quali impressioni le ha lasciato la città?
«Durante questo soggiorno mi sono molto legata a Napoli, nonostante ci sia già venuta molte volte in varie occasioni e conservi tanti di bei ricordi piacevoli - un paio d’anni fa sulla scena del Teatro San Carlo per il Napoli Teatro Festival Italia e nel 2008 di passaggio per le riprese a Ischia del film “Villa Amalia” di Benoit Jacquot - ma questa volta ho percepito la città in modo diverso, ho preso il tempo di scoprirla e di visitarla nei giorni in cui non dovevo recitare. È stato formidabile. A ma piace molto camminare da sola, mi piace perdermi - secondo me non c’è migliore modo di conoscere una città che perdendosi - per poi ritrovare il cammino, alla fine posso dire che riesco persino a orientarmi. Non ho lavorato tutti i giorni sul set e ho potuto scoprire cose che non avevo mai visto».
Per esempio?
«Sono stata al Museo di Capodimonte, credevo di esserci già stata invece è divertente quando si va diverse volte in una città i ricordi si sovrappongono e si mescolano. Il parco tutto curato è un posto straordinario. Ho visitato la nuova mostra su Luca Giordano un pittore che mi piace molto e ho potuto scoprire tele che non conoscevo. Sono stata al museo Madre e ho potuto ammirare la collezione permanente e la mostra temporanea “Carlo Verdone. Nuvole e colori”. Ho poi visitato la Cappella Sansevero con il Cristo velato e il Chiostro di Santa Chiara che è magnifico».
Le piace la cucina napoletana?
«Per me la pizza è un’eccezione la mangio di rado, ma il mio piatto preferito sono i frutti di mare».
Cosa significa per un’attrice lavorare durante una pandemia mondiale e quali precauzioni vengono prese?
Ci sono delle condizioni particolari da rispettare quando si gira un film in questo momento particolare. Facciamo attenzione e tutti rispettiamo il distanziamento. Ovviamente non possiamo recitare con la mascherina quindi effettivamente gli attori sono più esposti al rischio ma siamo circondati da una equipe che è molto attenta al rispetto delle regole sanitarie e tutto questo non incide sul risultato. Devo ammettere che sul set per me il piacere di recitare prevale sulla precauzione. Non parlo della paura ovviamente ma della precauzione. Così come quando vado in una sala di cinema o di teatro non faccio più caso al fatto che sto portando una mascherina e mi godo lo spettacolo».
Che sguardo ha sul cinema italiano? «Ci sono molti registi italiani che stimo come Paolo Sorrentino, per restare a Napoli, ma non solo. A me piace lavorare con tutti i registi. Il cinema italiano è tradizionalmente molto amato dalla Francia e dai francesi. Questo è un momento difficile per tutti. Ma i set hanno ripreso e la gente ricomincia a andare in sala. Credo che il cinema non abbia mai abbassato le braccia».