Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Venti aspiranti ceramisti a scuola da Calatrava
Un’occasione unica, una grande opportunità. Quella di traghettare la magnifica tradizione della porcellana di Capodimonte nel solco della contemporaneità e in direzione del futuro.
È il senso de «La Real fabbrica incontra gli artisti», il progetto che vedrà l’archistar Santiago Calatrava lavorare insieme con gli studenti dell’Istituto Caselli per produrre opere in porcellana destinate alla Chiesa di San Gennaro nel Real Bosco. Un progetto, sostenuto dalla Regione Campania grazie ai fondi europei Poc, annunciato già lo scorso anno in occasione della mostra «Nella luce di Napoli» (quattrocento opere: sculture, disegni, maquette nel Museo e Real Bosco di Capodimonte) a cui resta collegato, rimasto sospeso per il lockdown relativo alla pandemia e che finalmente, come rivelato nel corso della conferenza stampa di ieri, può cominciare. Dieci giorni con il «maestro» spagnolo (tra le opere architettoniche più importanti, Il World Trade Center Trasportation Hub di New York, noto come Oculus, al tempo stesso testimone e memoria dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle e simbolo di rinascita della città grazie alle sue ali di uccello) per tutti gli studenti dell’Istituto Caselli De Sanctis, istituito nel 1961 nello stesso edificio che fu sede della prima Real Fabbrica della Porcellana fondata da Carlo di Borbone nel 1743, unica realtà produttiva le cui opere hanno il diritto di fregiarsi del giglio borbonico.
Insieme, dunque, tra aule virtuali e lezioni in presenza, anche se solo venti ragazzi, selezionati tra decoratori, forgiatori e formatori, potranno lavorare, guidati anche dai maestri ceramisti, nel laboratorio insieme con Calatrava. Si tratta di «una chance straordinaria», ha sottolineato Armida Filippelli, neo assessora alla Formazione professionale della Regione Campania, alla sua prima uscita pubblica, «che evidenzia le enormi potenzialità della porcellana compressa finora dalla mancanza di visioni». Non dimentichiamo «la grande importanza della porcellana, tra le manifatture reali la più cara al sovrano dato che ne seguiva le fasi di lavorazione e custodiva personalmente la chiave degli ambienti dove venivano conservati i pezzi», ha sottolineato Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, «e che rapportata a oggi potrebbe essere paragonata a quella del mondo digitale. Ecco perché legare quella nobile tradizioni ai grandi artisti contemporanei è particolarmente significativo». Sedotto dalla «luce» di Napoli, Calatrava, che oltre a legare la sua fama al porto salernitano di Marina d’Arechi e ai ponti di Venezia e Reggio Emilia è anche un talentuoso ceramista, si cimenterà per la prima volta con la porcellana di Capodimonte, in quel luogo che per lui «è fonte di altissima ispirazione». Convinto che educare significhi «tirar fuori» qualcosa, lavorerà a far emergere «dai ragazzi quella tradizione che portano dentro se stessi da generazioni» tracciando l’orizzonte di una strada aperta al mondo del lavoro. Grazie al forno storico della Manifattura di Capodimonte che sarà utilizzato per realizzare le opere che andranno ad arricchire la chiesa settecentesca di San Gennaro nel Real Bosco, rimasta chiusa dagli anni settanta. La riapertura a opera di Calatrava, prevista a novembre, sarà all’insegna dei colori, della luce e della pace. Con una sorpresa in arrivo per Natale e la musica, grazie al restauro dell’organo, suonata ogni domenica. Non solo. Con il suono della storica campana a suggellare l’orario di chiusura del bosco. Un’altra piacevole novità. Del resto «che cosa c’è di più bello che dare voce a una campana?» chiede entusiasta Calatrava.
Il corso Dieci giorni con il maestro spagnolo autore del ponte di Venezia