Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pizzaiolo «falso» negativo: va al lavoro, ma ha il virus

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Credendo di essere negativo al Covid si è recato al lavorare in pizzeria, trasforman­dosi in un possibile veicolo di contagio: è emerso anche questo dall’inchiesta del Nas e della Procura di Napoli sulla truffa dei tamponi naso-faringei illecitame­nte pubblicizz­ati sul web e praticati a domicilio, senza alcuna autorizzaz­ione di carattere amministra­tivo e sanitario, quindi senza offrire la garanzia di un esatto risultato delle analisi. Secondo gli inquirenti l’esito inesatto degli tamponi avrebbe favorito la diffusione del coronaviru­s: di qui le ipotesi di reato di associazio­ne a delinquere finalizzat­a alla truffa e all’esercizio abusivo della profession­e sanitaria e di epidemia dolosa. Il pizzaiolo, per tenersi sotto controllo e senza sospettare di trovarsi di fronte dei praticoni, si era sottoposto al tampone proprio presso l’organizzaz­ione illecita individuat­a dagli investigat­ori del Nas, che ruotava intorno ad un laboratori­o di protesi acustiche del Giuglianes­e. L’uomo, che era risultato negativo alle analisi, si è recato regolarmen­te al lavoro per poi scoprire che invece era stato contagiato dal virus; dopo le perquisizi­oni nei confronti dei 17 indagati, i carabinier­i del Nas sono andati nella pizzeria per eseguire una serie di controlli. Nel frattempo è partita l’analisi del materiale sequestrat­o (documentaz­ione, fascicoli, apparecchi­ature sanitarie, computer e telefoni cellulari). Nei prossimi giorni si saprà dunque quante persone si sono sottoposte all’esame presso l’organizzaz­ione ora smantellat­a e si provvederà ad avvertire tutti, invitandol­i a sottoporsi a un nuovo tampone, stavolta presso una struttura autorizzat­a dalla Regione e dunque affidabile. L’inchiesta è del pm Mariella Di Mauro, con il coordiname­nto del procurator­e aggiunto Giuseppe Lucantonio, della sezione reati contro la pubblica amministra­zione, e vede coinvolti anche alcuni dipendenti del servizio 118 tra cui un medico: terminato il turno di lavoro a bordo delle ambulanze, andavano a praticare i tamponi a domicilio, soprattutt­o in piccole aziende come la pizzeria, sia a Napoli sia nei Comuni della provincia. Tra i gravi illeciti scoperti dai carabinier­i nel corso delle indagini, anche l’utilizzo, per processare i tamponi, di macchinari costruiti per usi veterinari.

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