Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Capri e la sua svolta «green» Così Terna porterà l’elettricità
Il premier Conte ieri al taglio del nastro Ultimato il progetto da 150 milioni di euro
È il giorno della «svolta CAPRI green»: Terna inaugura la nuova linea elettrica che collega Capri alla terraferma e manda in pensione il vecchio impianto a gasolio.
Ieri pomeriggio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è volato a Capri per presenziare alla cerimonia, assieme alle autorità locali e all’ad di Terna Stefano Donnarumma, per celebrare un’opera storica per il Mezzogiorno. Un progetto d’avanguardia per tecnologia ed ecosostenibilità - firmato da Frigerio Design Group - che conta 150 milioni di investimento per l’anello con Sorrento e Torre Annunziata con importanti benefici ambientali e per la qualità, l’efficienza e l’affidabilità del servizio elettrico che Capri aspettava dal 2007. Un nuovo “cuore”, sensibile al paesaggio, per alimentare tutta l’isola, che ha finalmente risolto il problema dell’approvvigionamento energetico con l’immissione di una fonte pulita, meno costosa e adeguata alle necessità della popolazione e delle aziende locali. E all’ombra dei Faraglioni si plaude alla nuova era targata Terna per una transizione energetica fortemente voluta dai capresi, che chiedevano da anni maggiore sicurezza, continuità e standard qualitativi del servizio elettrico. La storia, infatti, parte da lontano.
Nel 2007, per l’esattezza, quando Capri cerca un’alternativa alla centrale termoelettrica Sippic. In consiglio comunale si decide per il via all’iter per il collegamento dell’isola alla rete di trasmissione nazionale, mentre l’Arpac rende noti i risultati delle indagini ordinate dal Ministero dell’Ambiente: 3 motori sui 6 controllati dei 17 esistenti nell’impianto avevano emissioni fuori norma. Due anni più tardi iniziano gli studi di fattibilità del progetto di Terna per il collegamento di Capri alla Rtn. Il 13 agosto del 2009, l’isola rimane al buio per cinque lunghissime ore e gli isolani - oltre 500 persone - scendono in piazza, in occasione del convegno dei giovani imprenditori di Confindustria, per protestare. A novembre dello stesso anno, la presidenza del Consiglio dei Ministri ufficializza il commissariamento della gestione della Sippic Spa con la nomina del dottor Nando Pasquali. L’anno dopo, nel 2010, la Procura della Repubblica di Napoli dispone il sequestro della centrale elettrica di Capri. Alla Sippic vengono contestate diverse violazioni al codice ambientale.
Nel 2013 Terna presenta alla cittadinanza il progetto “Insula” per il collegamento dell’isola alla rete di trasmissione nazionale attraverso cavidotti. Capri tira un respiro di sollievo. In soli tre giorni si concludono i lavori per la posa del cavidotto sottomarino che collegherà Capri con Torre Annunziata per l’approvvigionamento di energia elettrica e si apre il cantiere per la realizzazione della stazione di Gasto. Intanto, nel 2015, il prefetto di Napoli Maria Gerarda Pantalone ed il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, annunciano il commissariamento della Sippic, già interdetta, per tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata, e nominano due amministratori straordinari, senza bloccare l’erogazione di energia elettrica. Oggi, dopo cinque anni, con Terna si conclude ufficialmente un capitolo iniziato nel 2017 con lo spegnimento della centrale termoelettrica, divenuta riserva a freddo del nuovo impianto. E la Sippic Spa, in una nota stampa, fa sapere che continuerà a svolgere la propria attività essenziale di centrale di back-up a favore di Terna, considerando il secondo collegamento di Terna «uno strumento importante ai fini dell’energizzazione dell’isola di Capri secondo un’ottica di ‘smart Island’, e guarda al futuro, sia come supporto imprenditoriale per la realizzazione di strategie di sviluppo locale, sia come occasione di crescita ed evoluzione, impegnandosi ad offrire una gamma di soluzioni energetiche sostenibili, efficienti e tecnologicamente avanzate, nel rispetto dell’ambiente circostante».