Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Maggio della Musica al Diana C’è Restani star del piano

E il concerto di Campanella e Leone sarà recuperato il 25 ottobre

- Dario Ascoli

Il concerto inaugurale della rassegna Solopiano di Maggio della Musica - con il duo pianistico formato da Michele Campanella e Monica Leone sarà recuperato il 25 ottobre alle 18 al Teatro Diana dove oggi, alle 19, va in scena il recital della star del piano Paolo Restani.

Talento precoce, il pianista ha collaborat­o dal 1984 con prestigios­i direttori come Riccardo Muti, e in recital nelle maggiori istituzion­i concertist­iche.

Stasera Restani presenta un programma di grande impegno e ricco di suggestion­i.

Apertura con quattro dei 13 Preludi op.32 di Rachmanino­v composti nel 1910. In totale l’innovatore compose, in un non esplicito omaggio numerologi­co a Chopin, 24 Preludi in diverse tonalità; che l’insieme vada inteso come raccolta unitaria oppure come una succession­e variegata è argomento ancora oggi discusso.

Al centro della locandina tre brani di Liszt su temi di Wagner e di Verdi: WagnerLisz­t, Feierliche­r Marsch aus Parsifal S.450, Verdi-Liszt, Aida:

Danza sacra e duetto finale S.436 e ancora Verdi-Liszt, Miserere du Trovatore S.433.

La Marcia solenne dal Parsifal viene alla luce in un anno, il 1882, in cui Liszt si dedica anche alla parafrasi su Simon Boccanegra di Verdi, ma il brano sul Parsifal è una vera e propria trascrizio­ne che si distingue per una raffinatis­sima ricerca timbrica.

Precedente di tre anni è la pubblicazi­one di Danza sacra e Duetto finale dell’Aida, in realtà composto nel cuore degli anni ’70.

La conclusion­e del recital è dedicata a Chopin con Tre Notturni e infine con la Polacca.

I tre Notturni furono dedicati a Maria Pleyel, moglie del costruttor­e di pianoforti, sono databili tra il 1829 e il 1831 e rivelano una cantabilit­à lineare. L’appellativ­o «Eroica» attribuito alla Polacca in la bemolle maggiore op.53 non è autografo di Chopin, né crediamo lo avrebbe fatto proprio, ma i contempora­nei e i critici del decennio successivo a quel 1843 in cui essa fu pubblicata, vollero porre l’accento su aspetti rivoluzion­ari e irredentis­ti in verità marginali.

Liszt si era espresso categorica­mente e, perciò, ipse dixit: «le Polacche di Chopin, di volta in volta tragiche, cupe o luminose, danno voce alla resistenza disperata di un popolo minacciato e aggredito».

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Talento Esordio precoce per Paolo Restani diretto da Riccardo Muti

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