Corriere del Mezzogiorno (Campania)
C’è la pandemia Il Metropolitan si sposta a Caserta
Il Metropolitan di New York, che ha cancellato l’intera sua stagione a causa della pandemia e chiuso a doppia mandata le porte della sua immensa sala, ha avvertito la necessità di trovare una sede alternativa, per mantener viva la fiamma della musica e dirottare in concerto le star dell’opera che tradizionalmente affollano il suo palcoscenico.
Musica lirica, ma per voce e pianoforte, onde il bisogno di spazi ridotti, ma significativi, da mandare live nell’etere attraverso la propria piattaforma e l’ormai familiare diavoleria dello streaming.
Ed ecco la sorpresa: il primo concerto della serie, fissato per la prossima settimana, non avverrà a New York, ma qui da noi, a Caserta, nella Cappella Palatina della Reggia: «a spectacular chapel that provides the perfect setting for a program that includes favourite excerpts from Puccini’s Tosca as well as other popular duets and arias”, precisa il comunicato del Teatro, che fissa in 20 dollari il costo del ticket necessario per accedere da casa propria alla piattaforma. Il concerto è annunciato per sabato 24 ottobre alle 13, orario usuale dei matinée di fine settimana nei teatri americani, che da noi corrisponde alle 19.
Con l’accompagnamento al pianoforte dello specialista Vincent Scalera, vecchia conoscenza del San Carlo e di molti teatri italiani, canteranno Diana Damrau e Joseph Carreja. Sono artisti che siedono nell’olimpo delle ugole, al debutto da queste parti, al pari dei colleghi Anna Netrebko e Jonas Kaufmann, che li hanno preceduti in forma concretamente live questa estate in Piazza del Plebiscito, per l’etichetta San Carlo. E va ricordato che il sovrintendente Lissner ha già da tempo annunciato e recentemente ribadito che il nostro Teatro avrà una propria piattaforma con annesso apparato produttivo entro il prossimo anno.
II Met evita di precisare – ed è comprensibile – che la spectacular chapel è solo in parte quella originale del Vanvitelli, semidistrutta proprio dai bombardieri americani il 27 agosto del ’43 e successivamente restaurata per quanto possibile, essendosi irrimediabilmente persi tra le tante cose 7 degli 8 dipinti alle pareti, i marmi pregiati del transetto e dell’altare, di cui sono conservati alcuni spezzoni sfregiati a ricordo dell’inutile atto di guerra subito. Mancanza funzionale è poi quella di una qualsivoglia notizia sul possibile accesso di spettatori, sia pure pochi, distanziati e con mascherina, pagando magari in euro qualche dollaro in più dei 20 richiesti a chi negli Stati Uniti attiverà il computer.
Qualcuno che sta sulla nostra sponda dovrebbe esserne a conoscenza, magari il padrone di casa, la direzione della Reggia. Questa ha finora tenuto inspiegabilmente segreta la notizia dell’intero evento e non farebbe male se a una settimana dal concerto, rendesse pubblica almeno questa.