Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Da solo davanti alla scuola chiusa Le mamme: «È la nostra protesta»

Un alunno seduto nel banco, è lo sgomento di bimbi e famiglie Rosaria Chechile: una misura assolutame­nte sproporzio­nata

- Di Anna Paola Merone

NAPOLI La foto di un bambino seduto in un banchetto davanti ai cancelli sprangati della sua scuola è diventata virale. L’ha postata sui social Rosaria Chechile che ha voluto rendere plastica e immediata la protesta contro la decisione del presidente Vincenzo De Luca di chiudere le scuole. Ed è stata ripresa in tutta Italia, commentata e rilanciata. Chechile, insieme con altre mamme, non ci sta a subire la chiusura delle scuole e ha organizzat­o ieri mattina una manifestaz­ione davanti alla «Matteo Mari» di Salerno, con i bambini.

Mentre una scuola dell’infanzia nel quartiere Bagnoli, a Napoli, è stata chiusa dalla polizia municipale perché aveva comunque scelto di far entrare gli alunni, a Salerno è stata scelta la via del sit in con una immagine ad effetto che ha fatto molto rumore e molto discutere. Sit in anche a Napoli, con mamme sul piede di guerra, sotto al Palazzo della Regione a Santa Lucia.

I piccoli cosa hanno pensato quando gli avete chiesto di sedersi nel banco fuori ai cancelli e di lasciarsi fotografar­e?

«Per loro è stato quasi naturale diventare protagonis­ti di una protesta per una ingiustizi­a che hanno subito e sentito come un autentico affronto. Li abbiamo ritratti di spalle, siamo state molto attente, e il collettivo di mamme della scuola ha poi scelto l’immagine giusta, quella che meglio di altre rappresent­ava ciò che volevamo raccontare. Una foto che so essere stata ripresa e commentata anche dalla ministra Bellanova».

E questo racconto che avete scelto di rendere pubblico cosa svela?

«Da un lato, il terrore dei bambini che si sentono di nuovo cacciati dalla scuola che è il loro mondo, l’elemento nel quale devono crescere e formare la propria personalit­à oltre che accedere all’istruzione. Dall’altro, lo sgomento delle famiglie che non capiscono come si può colpire la scuola primaria e quella dell’infanzia. Il problema sono i trasporti, su questo sono tutti concordi. Nelle aule la situazione è sotto controllo. E i bimbi così piccoli non vanno a scuola con i mezzi di trasporto pubblico. Sono accompagna­ti dai genitori e frequentan­o istituti vicino casa. Noi per questo motivo non ci aspettavam­o una misura restrittiv­a in termini così netti. Una misura assolutame­nte sproporzio­nata che ci è caduta fra capo e collo».

Lei quanti figli ha?

«Tre figli. Il primo ha 22 anni ed è laureato alla Bocconi, poi ci sono i piccoli di 10 e 8 anni che frequentan­o le elementari e la prima media». Lei lavora?

«Sì, sono un ingegnere».

E quando le scuole restano chiuse come si organizza?

«Ho una baby sitter e questo è certamente un vantaggio che ho rispetto a molte altre mamme, che sono da sole o possono fare solo affidament­o sui nonni. Ma mio figlio vuole me accanto per la didattica a distanza e questo significa che tre ore al mattino vanno dedicate a lui, lasciando da parte tutto il resto. La mia giornata è completame­nte stravolta, arrivo ai cantieri nel pomeriggio e mi capita di rientrare tardissimo la sera perché il lavoro si accumula ed è sempre più difficile tenere tutto insieme».

Siamo un collettivo di genitori Quella è l’immagine che meglio rappresent­a una vera ingiustizi­a

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Il bambino seduto da solo davanti alla «Matteo Mari» di Salerno. Una foto che ha fatto il giro dei social, rilanciata e commentata anche dal ministro Bellanova
Grembiule e cartella, virale sul web Il bambino seduto da solo davanti alla «Matteo Mari» di Salerno. Una foto che ha fatto il giro dei social, rilanciata e commentata anche dal ministro Bellanova

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