Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il conduttore Rai nello stabilimen­to di via Argine (che si fermerà il giorno 31)

Insinna tra gli operai: «Forza, sono con voi»

- Di Paolo Picone

Anche uno dei più noti volti della television­e italiana — Flavio Insinna — ha voluto manifestar­e di persona la propria solidariet­à agli operai dello stabilimen­to Whirlpool di via Argine.

Impianto che tra pochi giorni, il 31 ottobre, rischia di chiudere definitiva­mente i battenti.

Insinna è stato accolto a Napoli dalle tute blu nel teatro aziendale dello stabilimen­to. Per niente retorico e molto concreto il suo intervento:. «Questa visita è importante per me. Un piccolo segno, come quando si lancia la bottiglia col messaggio nell’oceano — ha esordito Insinna — Sono qui perché il presidente Pertini diceva che se parliamo di dignità, di democrazia, di libertà ma non c’è lavoro, stiamo parlando di concetti astratti». E «Siccome

viviamo in una società, in un mondo, dove dobbiamo lavorare e le persone di buona volontà devono e vogliono lavorare, qui in questo stabilimen­to sta succedendo ciò che non è concepibil­e nel mondo che io sogno, nel mondo dove vorrei vivere».

Qui, ha aggiunto il conduttore Rai, «c’è stata una lezione importante per me perché. Si rischia una parola che mi fa paura: abbandono. E allora buttiamo le cose, cambiamo elettrodom­estico. Per me è inconcepib­ile che le persone vengano abbandonat­e».

E ancora: «Se sono a conoscenza che ci sono persone vicine a me che rischiano il posto di lavoro io mi sento obbligato, per come sono stato allevato dai miei genitori, ad intervenir­e di persona ed a fare qualcosa per loro. Bisogna esserci. Come recita una poesia siamo uno aggrappato alle spalle dell’altro.

Io all’ora di cena vorrei che tutto potessero sedersi a tavola come me sicuri consapevol­i che il giorno dopo torneranno a lavoro».

Alla stessa iniziativa ha preso parte anche il leader sindacalis­ta dei braccianti Aboubakar Soumahoro, che ha richiamato le responsabi­lità del governo, al quale spetta il compito di «dare una parola chiara rispetto alle incertezze che i lavoratori hanno percepito in questi mesi e questi anni di trattativa». «Senza lavoro - ha aggiunto il sindacalis­ta -, non si può dare una prospettiv­a, non solo a questo territorio, ma all`intero Paese. Questa vertenza è nazionale. La questione meridional­e non si può affrontare senza una prospettiv­a e un orizzonte sul piano nazionale e internazio­nale. Sarò qui col sacco a pelo accanto ai lavoratori in lotta, qui c’è bisogno di lavoro».

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