Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il governator­e e le fughe in avanti L’ira di Conte, Boccia e Manfredi

Reazione unanime da parte dell’Esecutivo alla decisione di sospendere in Campania tutte le lezioni in presenza

- A. A.

NAPOLI Da uomo solo al comando a uno contro tutti. Anzi, con il Governo amico se non contro, evidenteme­nte a disagio per le fughe in avanti della Campania. Sebbene sia lo stesso Vincenzo De Luca a chiamare in causa i ministri dell’Interno, della Salute e dell’Università con i quali avrebbe concordato la sospension­e delle lezioni in presenza nelle scuole e nelle università.

Il primo a piantare un paletto di distanza da De Luca — dopo le gravi accuse mosse dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina — è il premier Giuseppe Conte, proprio quando i titolari di scuola-bus, con i docenti, gli allievi e i genitori protestano, gridando che «la scuola è una priorità, non un problema», davanti alla sede della Regione. «Anche i dati dell’Iss — spiega Conte — confermano che la curva del contagio a scuola è molto bassa. Chiudere in blocco la scuola non è la soluzione migliore. È una soluzione che sembra molto facile, ma non il miglior segnale».

Eppure, dopo le contestazi­oni di Azzolina era stato il segretario del Pd in persona, Nicola Zingaretti, a reagire con insolita immediatez­za a difesa del presidente della giunta campana. A differenza del coro di disappunto levatosi, invece, dalle stanze del Governo. Insomma, la vicenda è apparsa subito come parte del problema che riguarda la tenuta della maggioranz­a. Come dimostra l’irritazion­e del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: «Chi ha bisogno di aiuto lo dica, ma questo va fatto prima di intervenir­e su lavoro e scuola. In questi mesi sono stati distribuit­i ventilator­i polmonari ovunque: il problema è dove sono finiti i ventilator­i, attendiamo risposte in tempo reale dalle Regioni — ha attaccato —. Ma se abbiamo condiviso che i due pilastri che dobbiamo tutelare sono scuola e lavoro e le ordinanze incidono su quegli ambiti, sarebbe opportuno un raccordo. Su scuola e lavoro ci sono già protocolli condivisi che stanno funzionand­o bene ma se, in questo caso, il presidente della Regione Campania ha deciso di emanare una sua ordinanza si assume la responsabi­lità degli effetti. Noi siamo sempre stati al fianco di tutte le Regioni con materiali, ventilator­i e risorse». Persino il ministro dell’Università Gaetano Manfredi non si è trattenuto: «È legittimo avanzare una riduzione dell’impatto degli studenti sulla mobilità. Ma si sarebbe potuto fare con un sistema più flessibile, senza un’ordinanza». Così il ministro per la Famiglia Elena Bonetti che ricorda come «la parola chiusura è l’ultima da usare». Il dissenso governativ­o e non, contro De Luca, non si ferma qui: si aggiungono le voci di protesta di Matteo Renzi e del suo ministro Teresa Bellanova; l’appello del Codacons al Governo perché impugni l’ordinanza della Campania e la contestazi­one di Legambient­e. Mentre a solidarizz­are con lui è il presidente del Friuli, Massimilia­no Fedriga, della Lega: «De Luca ha fatto una scelta a tutela della sua comunità». Ma Stefano Caldoro torna a chiedere un commissari­o: «Per mesi non si è fatto nulla, ora De Luca scarica su famiglie e lavoratori» .Infine, i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Nicola Ricci, Doriana Buonavita e Giovanni Sgambati, chiedono al governator­e campano di avviare un confronto immediato sulla sanità e sul «tema della chiusura della scuola, con senso di responsabi­lità».

Conte

Fermare la scuola è facile, ma non il miglior segnale

Boccia

Chi ha bisogno lo dica ma prima di simili misure

Manfredi

Bisognava lavorare insieme sulla flessibili­tà degli orari

Il ministro Azzolina Oggi ho ricevuto le lettere di centinaia di mamme imbufalite e ha scritto anche un prete, molto preoccupat­o

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La protesta Bolle di sapone dei bambini contro la chiusura delle scuole in Campania
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