Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Racket, pressioni e minacce Pizzaiolo lascia Napoli e riapre il locale nel Sussex
«Preoccupato per l’incolumità della mia famiglia». Due arresti
«Sono molto preoccupato per la mia incolumità e per quella dei miei familiari, in particolare per i miei figli che sono sempre all’interno della mia attività. Questo episodio ha contribuito a determinarmi a chiudere la pizzeria per trasferirmi in Inghilterra e dedicarmi ad una nuova attività imprenditoriale»: è il 29 agosto scorso e Vincenzo «Enzo» Fiore, 42 anni, che gestisce una pizzeria in calata Ponte di Casanova, sta raccontando alla polizia giudiziaria la sua decisione di gettare la spugna per le pressioni di un gruppo di taglieggiatori. Il verbale è contenuto nell’ordinanza con cui il gip Claudio Marcopido ha convalidato il fermo di due di loro, Francesco Laezza, di 29 anni, e Salvatore Sacco, di 23. Proprio le coraggiose dichiarazioni del pizzaiolo, riscontrate dalle immagini delle telecamere di sicurezza, hanno consentito agli agenti di identificare i due, che ora sono in cella. Nel frattempo, però, Enzo Fiore non ha cambiato idea: si è trasferito con tutta la famiglia a Lancing, nel Sussex, come lui stesso racconta su Facebook. Il nome della pizzeria è lo stesso: ‘o Curniciello.
È il 12 giugno, quando l’attività dei locali pubblici era appena ripresa dopo mesi di chiusura forzata, che Enzo
Fiore viene avvicinato per la prima volta da Laezza. Le frasi sono le solite: «Sai come si usa qua, devi fare il regalo tre volte all’anno». Il pizzaiolo prova a spiegare che non c’è un soldo, che l’emergenza sanitaria ha messo le pizzerie in ginocchio e il taglieggiatore gli dà appuntamento a settembre. Otto giorni dopo, però, uscendo dal locale verso l’una di notte, Fiore, che è in sella al suo scooter, si vede arrivare addosso un altro motorino: riconosce Laezza che gli grida «Adesso ce li hai i soldi», ma riesce a scappare. Comincia così una persecuzione continua: i taglieggiatori, che gravitano dell’orbita del clan Contini, passano davanti alla pizzeria con aria minacciosa, lo insultano, minacciano la cugina che lo aiuta nella gestione del locale. Fiore denuncia, fa i nomi, consegna agli investigatori le immagini del suo impianto di videosorveglianza; ha fiducia nel lavoro di forze dell’ordine e pm, ma comincia ad accarezzare l’idea di mollare tutto. Lui, che ha lavorato da Di Matteo e al Sarago, poi ha aperto locali in Corsica e ai Caraibi, non ha paura di cambiare ancora Paese; si rende conto che corre un grave pericolo: una volta rincorre l’uomo che sta provando a forzare l’ingresso della pizzeria, ma poi decide di fermarsi, perché è cardiopatico. Ancora a fine agosto, mentre sta smontando l’attrezzatura da trasferire in Inghilterra, vanno a minacciarlo e a intimidirlo. A quel punto la decisione è presa: pochi giorni e cominciano i lavori per il nuovo ristorante — pizzeria in Inghilterra; l’inaugurazione è di pochi giorni fa. Il 13 ottobre, giorno del suo compleanno, Enzo Fiore ha scritto su Facebook: «Da un giorno all’altro mi sono trasferito con tutta la mia famiglia; la ringrazio infinitamente per il sostegno e la forza che mi dà ogni giorno».