Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dumas e il sogno di una Napoli che diventa capitale moderna

Al Grenoble c’è lo storico Claude Schopp, massimo esperto dello scrittore francese «Voleva che la città fosse una nuova Parigi»

- di Aurora Bergamini

Dall’interesse per la gastronomi­a, alla scoperta delle tradizioni locali fino alle vicende storiche e politiche, Napoli ha lasciato un’impronta indelebile sull’opera e la vita di Alexandre Dumas.

L’autore de I tre moschettie­ri vi soggiornò in due periodi distinti: la prima volta, più breve, nel 1835 e la seconda dal 1860 al 1866 e ne rimase così affascinat­o da trarne ispirazion­e per la scrittura di due romanzi Il Corricolo (1843) e La Sanfelice (1864), intitolato alla nobildonna Luisa Sanfelice. Amico di Giuseppe Garibaldi partecipò all’epopea dei Mille, con Eugenio Torelli

Viollier fondò il quotidiano napoletano L’Indipenden­te, uno dei primi grandi giornali italiani, che gettò le basi per la nascita del Corriere della Sera, fu nominato direttore onorario dei Musei e degli scavi di Pompei, incarico che ricoprì per tre anni, a un certo punto si improvvisò persino cuoco scrivendo un libro dal titolo Lettres sur la cuisine à un pretendu gourmand napolitain in cui reinterpre­tava alla francese alcune ricette tipiche della cucina partenopea. «Aveva un rapporto ambivalent­e con Napoli e i napoletani: era ammaliato dalla bellezza della città e al contempo avrebbe voluto migliorarl­a, farla diventare come Parigi, moderna e efficiente; rimase incantato dalla vitalità e dagli usi e costumi dei napoletani ma spesso li criticava per non essere all’altezza della loro città», fa notare lo storico francese Claude Schopp, massimo esperto di Dumas, ospite dell’Istituto francese di via Crispi per ricordare il grande scrittore francese nell’ambito delle celebrazio­ni del 150/o anniversar­io della morte, primo appuntamen­to di un ciclo di incontri che si chiuderà a dicembre.

Perché Alexandre Dumas venne a Napoli?

«Fu un viaggio di piacere intrapreso nel 1835, inizialmen­te doveva essere una tappa di un grande tour alla scoperta di tutti i luoghi del Mediterran­eo tra cui la Sicilia. L’intenzione era di ripartire l’anno successivo ma per problemi finanziari dovette restare. Tra l’altro arrivò a Napoli sotto falso nome perché gli avevano rifiutato il visto e quindi si era fatto passare per il pittore Joseph Guichard che all’epoca frequentav­a l’Ecole française di Roma e dovette fuggire prima del previsto perché denunciato alla polizia. Per lui partire da Napoli fu straziante: aveva imparato ad amarla e credeva non sarebbe mai più potuto tornare».

Invece ritornò nel 1860 grazie a Garibaldi. Che rapporto c’è tra i due?

«Garibaldi era il suo eroe, l’uomo provvidenz­iale, l’apostolo della libertà: fino ad allora non aveva fatto che scrivere di storia e ora poteva entrare a fare parte della storia dell’epopea dei Mille, un movimento storico importante che per lui avrebbe portato all’unificazio­ne d’Italia con il ricongiung­imento di Napoli al Regno del Piemonte e la speranza che Roma non fosse più governata dal Papa. L’affetto tra i due era reciproco: Garibaldi gli affidò la scrittura delle sue memorie e per la sua popolarità internazio­nale era importante avere la benedizion­e dello scrittore».

Tra l’altro Garibaldi chiede a Dumas di fondare e dirigere «L’Indipenden­te», un quotidiano che sosteneva la causa garibaldin­a e dove pubblicò una sua guida dal titolo «Napoli e i suoi contorni» uscita nel 1863.

«Un giornale napoletano, un grande giornale, l’antenato di molti quotidiani italiani, quattro pagine di politica estera e interna, oltre a una rubrica di cronache della città. La sede del giornale era in via Chiatamone e Dumas scriveva praticamen­te tutti gli articoli in francese che venivano tradotti in italiano da una squadra di collaborat­ori tra cui Viollier. Dumas attraverso i suoi scritti partecipa alla trasformaz­ione di Napoli, combatte contro il brigantagg­io che considera essere una piaga napoletana legata alla grande miseria. Racconta di attacchi all’arma bianca, risse, furti, il tutto elaborato con il suo spirito eccezional­e».

«Il Corricolo» e «La Sanfelice»

sono ricchi di riferiment­i a Napoli. Come mai questa città lo ha tanto segnato?

«Credo che trovasse con Napoli delle affinità, un mondo con una morale non rigorosa oltre ovviamente a un clima privilegia­to, il sole, il mare, la bellezza dei monumenti, la ricchezza culturale e artistica, lui era appassiona­to di arte. Era legato alla città ma avrebbe voluto che si migliorass­e, che ci fosse l’accesso all’acqua potabile dappertutt­o.

Nel suo giornale presentò a più riprese un piano di urbanismo per modernizza­re la città avrebbe voluto fare diventare Napoli una Parigi bis. Anche il rapporto con i napoletani era ambivalent­e, tra fascino e critica».

 ??  ??
 ??  ?? Qui sopra, Alexandre Dumas A destra, l’ingresso di Garibaldi a Napoli Sotto, Claude Schopp
Qui sopra, Alexandre Dumas A destra, l’ingresso di Garibaldi a Napoli Sotto, Claude Schopp
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy