Corriere del Mezzogiorno (Campania)
BOLLETTINI E DRAMMI QUANDO SI TORNA A PARLARE DI CALCIO?
Achi avesse ancora il dubbio se si dice «ha piovuto» o «è piovuto», dico di tranquillizzarsi. Non si usa più, oggi si utilizzano i colori associati alla parola allerta. C’è la gialla e la rossa, l’intermedia è arancione. Sempre allerta è, ma il colore è importante. Con l’arancione bisogna stare attenti, ma con la rossa conviene blindarsi e chiudere tutto. Come se non bastassero le chiusure per pandemia. Come se non fossero già più che sufficienti le paure più che giustificate ma ampliate da immagini e dichiarazioni terrorizzanti 24 ore al giorno. Da piccolo, avevo paura di Belfagor, il fantasma del Louvre, sceneggiato della Rai. Crescendo, Dario Argento con gli schizzi di sangue a tutto schermo manteneva in allenamento le mie paure. Oggi è tutto più semplice, basta guardare le previsioni del tempo: la perturbazione numero 9 del mese di ottobre si prepara a flagellare il territorio italiano, allerta rossa su molte regioni. Finito il tragico bollettino, cominciano i programmi serali. Li chiamerei «prodrammi». Serial killer, scomparsi e virologi, i peggiori, i più violenti. A loro confronto “Profondo Rosso” sembra Peppa Pig. Allora, cerchi un programma sportivo, certamente ti rilasserai, lo sport è gioia. Niente da fare, la Pellegrini piange, Valentino Rossi è disperato, Ronaldo torna dal Portogallo insieme al Covid, aereo privato, viaggiano comodi. Suarez decide di imparare l’italiano affascinato dai classici della nostra letteratura, e vuole certificarlo, ha ragione. Dopo tanti sacrifici per studiare la nostra lingua... Bravo. Il giudice Mastandrea, i tavolini che giocano come in una seduta spiritica, terribile. Temo che fra poco si possa scommettere sui positivi più che sui gol. Over 2,5 significa che in squadra ci sono almeno 3 positivi. Che paura. Ma il pallone, dov’è? Almeno un Supertele rigonfiabile... Ridatemi Belfagor e prendetevi i virologi. Ma prima di ogni altra cosa fatemi risentire la parola pioggia, che racchiude dentro di se una atmosfera, una ambientazione che ha ispirato i poeti. Che ne sarebbe della bellissima poesia di D’Annunzio «la pioggia nel pineto» se fosse «l’allerta rossa nel pineto»? Un film sull’invasione cinese. E le canzoni? «Cade la pioggia»dei Negramaro, struggente, si trasformerebbe in «Cade l’allerta...». E, quanto prima possibile, turnamm ‘a ‘parlà e ‘pallone.