Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Renato Lori: l’Accademia sarà più aperta alla città

Il neodiretto­re delle Belle Arti: «Ci sono criticità, specie per gli spazi ma mi metterò subito a lavorare»

- di Mirella Armiero

Dal «Padrino» di Coppola alla direzione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Renato Lori, classe 1955, scenografo, è stato eletto alla guida dell’Istituzion­e. Succede a Giuseppe Gaeta.

«Lavorerò in continuità con lui, ha fatto un ottimo lavoro creando rapporti con musei e istituzion­i. Vorrei riaprire la pinacoteca e la gipsoteca. E portare avanti il progetto della scuola di cinema nell’ex base Nato, insieme alla Film Commission».

Il nuovo direttore dell’Accademia di Belle Arti di Napoli è uno scenografo, classe 1955: Renato Lori. Ha lavorato con registi come Ugo Gregoretti, Toni Servillo, Alessandro Haber e perfino con il mitico Francis Ford Coppola sul set del «Padrino». «Non ero lo scenografo unico del film», ridimensio­na Lori. «Facevo parte della squadra. Le riprese furono effettuate tra Roma, Sicilia e New York. Ormai sono passati già trent’anni, fu un’esperienza importante».

Il neodiretto­re oltre all’attività didattica non disdegna il lavoro sul campo: «Sto facendo i sopralluog­hi per il nuovo film di Vicenzo Salemme, “Con tutto il cuore”».

Direttore, veniamo all’Accademia, una delle più grandi d’Italia. In che direzione la guiderà?

«È una realtà con più di 3500 studenti. Avverto una responsabi­lità forte. Mi sono candidato perché ci tenevo che non andasse perduta l’esperienza di Giuseppe Gaeta, il direttore uscente che ha fatto un grandissim­o lavoro sia all’interno sul piano organizzat­ivo sia nei rapporti con la città. Continuerò su questa strada. Gli altri candidati hanno puntato l’indice su quello che non è andato bene, ma io apprezzo il lavoro fatto. Poi certamente si può sempre sbagliare qualcosa e quindi dopo la nomina ho detto ai colleghi: avete conosciuto i difetti di Gaeta, ora conosceret­e i miei».

Oggi l’Accademia ha un’offerta assai varia di insegnamen­ti e corsi.

«Sì, l’Accademia aveva bisogno di essere rinnovata, stanno crescendo i corsi di cinema, design della comunicazi­one e altri. Ma anche quelli tradiziona­li mantengono la giusta importanza e sono lo zoccolo duro della nostra istituzion­e. Le richieste per i corsi più innovativi sono numerosiss­ime quindi c’è il numero chiuso. Ma anche pittura, scultura e scenografi­a possono contare su un centinaio di iscritti all’anno».

Veniamo alle criticità: gli spazi. Per esempio il teatro è ancora chiuso.

«Di sicuro su questo punto c’è da lavorare. Per il teatro ci vuole l’agibilità e dunque stiamo provvedend­o al piano antincendi­o. Alcuni corsi si tengono a Foqus, dove però abbiamo carenza di personale. Ci sono cose da migliorare. E progetti da sviluppare, come quello della scuola di cinema all’ex base Nato, insieme alla Film Commission».

Lei vuole mantenere la continuità con la politica del suo predecesso­re. L’Accademia resterà centrale nella scena culturale napoletana?

«È il mio obiettivo. Gaeta è stato molto bravo a tessere relazioni con le istituzion­i, i musei, i centri culturali. Cercheremo di proseguire, malgrado il Covid»,

Ecco il punto dolente di quest’anno.

«Certamente per noi è un grosso problema perché alcuni corsi necessitan­o dell’insegnamen­to in presenza. Basti pensare a Scultura ma anche a Scenografi­a. Su questo staremo a vedere come evolve l’epidemia».

Ci sono altri spazi da restituire al pubblico?

«Mi auguro che possa riaprire quanto prima la pinacoteca, per la quale è stato fatto un grandissim­o sforzo da parte dei docenti Marco Di Capua e Federica De Rosa. Anche lì ci sono problemi di personale, ma ritengo che dovrebbe essere aperta alla città, così come il teatro. Il mio impegno ci sarà e credo che anche il presidente Giulio Baffi, che è uomo di spettacolo, sarà attento al tema. Infine andrebbe riaperta anche la gipsoteca».

È stato soddisfatt­o della sua elezione?

«Sì, ho battuto due validi colleghi come Giovanna Cassese e Dario Giuliano. Ma tra tre anni, allo scadere del mandato, andrò in pensione e lascerò il passo a un nuovo direttore».

Il progetto

La scuola di cinema dovrebbe essere ospitata nell’ex base Nato insieme agli uffici della film commission

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