Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Scuole chiuse, diritti lesi» I genitori si rivolgono al Tar
I giudici amministrativi si preparano a valutare l’esposto per poi decidere se annullare o meno il provvedimento regionale Il tribunale ha chiesto gli atti dell’ordinanza entro domani alle 10
NAPOLI La Regione ha tempo fino a domattina alle 10: per quell’ora dovranno essere depositati al Tar tutti gli atti sulla base dei quali il presidente De Luca ha emanato l’ordinanza del 15 ottobre, quella che chiude le scuole (eccetto, ha stabilito poi, quelle dell’infanzia) fino al 30 ottobre. Lo ha deciso il giudice Maria Abbruzzese, presidente della V sezione del Tribunale amministrativo, dopo avere ricevuto un ricorso presentato da un gruppo di genitori esperti di diritto (avvocati, magistrati, notai). Poiché il tempo è poco, il presidente ha chiesto gli atti per valutarli immediatamente e decidere se sospendere o meno l’ordinanza: i ricorrenti, argomenta il giudice amministrativo, in proprio e nell’interesse dei figli minori, hanno impugnato l’ordinanza paventando «l’emergenza di un danno grave e irreparabile nelle more della decisione cautelare sull’istanza. Danno «rappresentato per un verso dall’impossibilità di attendere alle proprie attività professionali, dovendo assistere i propri figli in regime di sospensione delle attività didattiche; per altro, dalla lesione del diritto all’istruzione degli stessi figli».
Sarebbe impossibile programmare un’udienza collegiale entro il 30 ottobre. In tempi rapidi, dunque, il giudice, per svolgere una «adeguata istruttoria», vuole capire sulla base di quali documenti De Luca abbia emanato l’ordinanza, in particolare nelle parti in cui si legge: «L’incremento di contagio registrato a seguito di alcuni eventi di carattere celebrativo e sociale, nonché ad alcune attività connesse alla ristorazione e alla frequenza scolastica, come si è evinto dalle interviste effettuate dalle Asl a seguito del contact tracing territoriale» e «il livello di contagio registrato anche nelle famiglie e derivante da contatti nel mondo scolastico».
La «grave misura imposta», secondo il giudice amministrativo, incide «indubbiamente», come sostengono i genitori che hanno presentato il ricorso, assistiti dagli avvocati Felice Laudadio e Alberto Saggiomo, «sui diritti delle persone al lavoro e all’istruzione». Diritti che sono stati «tuttavia valutati recessivi rispetto al diritto alla salute» secondo De Luca. La Regione, quindi, entro domattina dovrà consegnare la nota dell’Unità di crisi regionale richiamata nell’ordinanza del 15 ottobre e «tutti gli atti istruttori sui quali la stessa è basata», compresi quelli relativi alla «incompleta dotazione dei presìdi scolastici deputati al distanziamento interpersonale», cioè i banchi monoposto. Nell’ordinanza che chiude le scuole, infatti, il governatore fa riferimento anche al mancato completamento della «dotazione dei banchi monoposto per assicurare il distanziamento interpersonale».
La decisione del Tar è di ieri mattina, dunque in Regione i funzionari hanno dovuto organizzarsi in tutta fretta per reperire gli atti richiesti in modo che possano essere depositati entro domani mattina. La sollecitudine, ritiene il giudice, è importante perché sarebbe «altrimenti frustrata la stessa tutela invocata, comunque assicurata», invece, «dalla imposta tempistica». Non solo: è fondamentale anche «al fine di verificare più compiutamente», prima ancora dell’udienza collegiale, «i presupposti sui quali l’ordinanza impugnata si fonda».