Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nei Quartieri Spagnoli la «Dad» diventa «Dab»: didattica al balcone
Tonino Stornaiuolo ai Quartieri Spagnoli
L’istruzione è anche un
NAPOLI atto d’amore e, come una serenata, si fa al balcone: affacciarsi e vedere il proprio maestro che estrae il libro e riprende a leggere dal punto in cui s’era interrotto in classe non è utopia. È quello che è capitato ad alcuni alunni della scuola elementare Dalla parte
dei bambini fondata e diretta da Rachele Furfaro. L’iniziativa - accolta e proposta poi ad altri - si deve a Tonino Stornaiuolo
che in attesa della dad didattica a distanza - s’è inventato la dab: la didattica ai balconi. «Ho avvisato i genitori dice - e mi sono presentato sotto casa dei miei alunni, dove ho potuto: non mi piaceva averli lasciati con un “ci vediamo domani” e poi buio. L’altra volta capitò esattamente così e passarono sette mesi. Come in una vera lezione, ho lasciato loro le consegne: i testi, Teledramma e La fuga di Pulcinella
hanno come idea centrale la libertà. Ho chiesto ai bambini di scrivere cos’è per loro questo concetto e di narrare un episodio in cui si sono sentiti liberi. Il nostro non è un atto contro l’ordinanza, non siamo negazionisti: il problema c’è ed è molto serio, ma serve un gesto pro. L’emozione e la gratitudine dei genitori era incontrollabile, sono io invece a ringraziarli».
Il suo atto ha dato valore alla vita di ogni bimbo. Della serie: se il maestro viene da me vuol dire che io conto. «Oltre al sapere bisogna dare fiducia e insegnare a trasformare ogni ostacolo in occasione. Lo spunto mi viene dalla mia attività al centro territoriale Mammut di Scampia. Nel lavoro con le scuole, quest’anno ci siamo dati una traccia «Di necessità virtù»: con istituti italiani da Potenza a Modena, stiamo cercando di ripensare un modello di scuola possibile per tutti». Intanto ai Quartieri Spagnoli è finita che dai bassi i napoletani si sono affacciati per ascoltare Rodari.
Non solo Dab. «Siamo in attesa che il governatore De Luca riveda l’ordinanza dopo il Dpcm di domenica, almeno per la primaria» dice Furfaro. «I bambini di prima elementare e le matricole universitarie sono i più delicati perché non hanno nessuno strumento per iniziare. Stiamo cercando di mettere in campo azioni utili: piccoli incontri per gruppetti di cinque nella vigna o in un parco pubblico perché la scuola deve essere diffusa e coinvolgere la città intera. Per i piccoli in condizioni di disabilità ipotizziamo incontri anche uno a uno, sia pure per poche ore: la scuola è ovunque ci sia un adulto che può prendersi cura».
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Non mi piaceva averli lasciati con “ci vediamo domani” e poi buio