Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sarracino incontra Bassolino Il ritorno dell’ex governatore «preoccupa» i democratici
Il segretario cittadino «inviato» a sondare il terreno. Si cerca un nuovo percorso
Se Bassolino fa paura al Pd. Potrebbe essere questo il titolo del prossimo pamphlet edito dal Nazareno. Perché sicuramente siamo solo all’inizio di una nuova saga. Che ha come protagonista l’ex sindaco e ex presidente della Regione e quello che fu il suo partito.
Se Bassolino fa paura al
NAPOLI Pd. Potrebbe essere questo il titolo del prossimo pamphlet edito dal Nazareno. Perché sicuramente siamo solo all’inizio di una nuova saga. Che ha come protagonista l’ex sindaco e ex presidente della Regione Campania e quello che fu il suo partito (di cui è fondatore e precursore).
Ieri, dopo un bel po’ di telefonate, Marco Sarracino, segretario metropolitano dem, è stato «inviato» alla fondazione Sudd per fare due chiacchiere con Bassolino. Per capire, in pratica, se scioglierà a breve la riserva e si candiderà, se vuole farlo in solitaria e contro il Pd oppure se ha intenzione di dare semplicemente una mano. Inutile dire che Bassolino, da navigato politico, ha parlato di Mes, situazione internazionale, quasi quasi delle guerre puniche, di Napoli, della città, dello stato in cui versa, ma mai di una sua decisione imminente. Ma l’incontro tra i due ha simbolicamente e politicamente importanza. La prima non scontata: Bassolino riconosce Sarracino come interlocutore. La seconda: il Partito democratico non dorme sonni tranquilli da quando l’ex sindaco con un post o un tweet fa intendere che è in campo. Ed è in campo. Anche ieri, prima di incontrare Sarracino posta: «Di nascosto da Anna Maria ho preso il 140, che verso le 15 non è molto affollato mentre in altri orari è pericolosamente pieno: e poi ho bisogno di vedere con i miei occhi come stanno le cose e di avere un necessario rapporto con la realtà». Una dichiarazione asettica, ben diversa da quella di qualche giorno fa in cui faceva capire di stare valutando la possibilità di candidarsi. Ma basta leggere i commenti dei suoi follower per capire che lo danno ormai per scontato. «Nessuno conosce la città quanto te. Resti sindaco a vita»; «Se il Pd ed i veri riformisti non puntano su di te, sbagliano»; «È così che si comporta un politico, un grande sindaco»; «Torni Lei a guidare questa città, per favore, siamo allo sbando». Insomma il tenore è questo.
Ma torniamo all’incontro. Par di capire che entrambi concordino sul fatto che su Napoli vada iniziato un processo di ricostruzione del centrosinistra, che vada oltre l’alleanza di governo tra Pd, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Articolo 1. Un campo largo, che, però, per come lo intende Bassolino, deve essere trasversale e raccogliere il civismo di destra e di sinistra. Questa diciamo la sintesi semi-ufficiale.
Ma di fondo a Roma c'è il timore di lasciare l’ex sindaco libero di agire col rischio che si candidi e frammenti il già confuso campo. «Se si lascia un alibi a un compagno, stai sicuro che ne approfitterà», dicono nelle stanze del Nazareno, che dopo l’era renziana, sono tornate molto più rosse. E dunque tra Goffredo Bettini che ha, da sempre, un rapporto di amicizia e stima con Antonio Bassolino, e i vertici dem, al Nazareno si tengono informati sull’evoluzione della storia.
Quanto all’ex sindaco, che sta indubbiamente pensando a candidarsi, vorrebbe che i dem avessero almeno chiaro il percorso e evitassero un terzo «suicidio», cioé una terza sconfitta. Ma, sa bene anche, che deve evitare che il suo ritorno diventi un’operazione di combattenti e reduci. E dunque ha intenzione di coinvolgere al più presto forze giovani. A breve, comunque, potrebbe esserci un incontro o una telefonata con Zingaretti. «Vedremo», dice ai suoi collaboratori, non fidandosi troppo.