Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sindaci sceriffo, ira de Magistris Poi il governo modifica il decreto
L’ex pm accusa: ancora una volta il cerino è stato dato in mano ai primi cittadini e questo rischia di creare nuove tensioni sociali
NAPOLI «Il governo ha compreso di aver fatto un errore di metodo e soprattutto di forma perché dal Dpcm è scomparsa la parola sindaci e il Viminale, oggi (ieri, n.d.r.), frettolosamente, ha dovuto chiarire che si tratta di decisioni che verranno prese insieme, da sindaco e Prefetto, nel Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza. Evidentemente si sta provando a ricucire in queste ore un’infelice uscita del Governo».
Luigi de Magistris è solo apparentemente più tranquillo quando legge la versione definitiva del Decreto del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in cui non si fa più esplicito riferimento ai sindaci come titolari della sorveglianza e dei provvedimenti anti-assembramenti nelle zone di bar e ristoranti, in pratica la movida, e a chiudere piazze e strade qualora si verifichino assembramenti. Questo i sindaci, tutti, non lo vogliono. E non lo vuole soprattutto de Magistris che, nei mesi scorsi, ha fatto della liberalizzazione degli spazi pubblici motivo di battaglia contro De Luca; convinto com’è, l’ex pm, che più spazi ci sono, più gli orari sono prolungati, e maggiormente si argina il rischio di assembramenti.
Concetto che comunque non è passato: i provvedimenti di Governo e Regione Campania vanno infatti in direzione opposta. Ma non per questo, evidentemente, il primo cittadino napoletano — che ha detto di aspettarsi dall’Unità di crisi regionale «provvedimenti ancor più restrittivi» — vuole sostituirsi alle forze di polizia chiamate a sorvegliare quelle che a Napoli sono tradizionalmente le zone più affollate da giovani per la movida: Mergellina, via Caracciolo, il Centro storico, i baretti di Chiaia, via Aniello Falcone e così via.
In ogni caso, il testo che tanto ha fatto allarmare i sindaci italiani — su tutti, de Magistris a Napoli e Nardella a Milano — è stato modificato. Un cambiamento che per il sindaco di Napoli mostra «quanto fosse fondata la nostra doglianza di grande amarezza sul metodo utilizzato e sull’assenza di rispetto per non aver ascoltato prima i sindaci, che in tutta Italia hanno ridotti gli organici della Polizia Municipale e non hanno risorse per gli straordinari». «Quello che spiace — è ancora il ragionamento dell’ex magistrato — è che il cerino in mano ancora una volta è stato dato ai sindaci. A loro ogni cittadino che vedrà un po’ di gente in strada chiederà di chiudere oggi quella via e domani quella piazzetta. Questo creerà una tensione sociale che francamente ci potevamo risparmiare».
Le parole di De Magistris erano state in ogni caso durissime: «Non posso credere che si sia deliberatamente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabile». Per il sindaco, così com’era nella versione iniziale, il provvedimento avrebbe rappresentato anche un tentativo del Governo per distogliere l’attenzione dal suo operato: «Si è scelto di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto in tante parti del paese — sono state la parole usate da de Magistris — , per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica. L’effetto delle parole pronunciate dal presidente del Consiglio davanti a milioni di italiani sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano. Provo amarezza, sconforto e delusione per uno Stato che non ha la sensibilità, la volontà e la lungimiranza di mettere al centro i suoi cittadini e chi li rappresenta, a mani nude, sul territorio, con poche risorse umane e spesso senza un euro».
Il primo cittadino napoletano polemizza anche con il ministro per le Regioni, Francesco Boccia: «Dice il Governo è vicino ai sindaci ma se non ci consultano nemmeno su una misura come questa, non ci fanno arrivare le risorse per avere più trasporto pubblico, non ci sono vicino concretamente. Dopo 9 mesi dall’inizio dell’epidemia le parole sanno un po’ di beffa», commenta a Rainews24 de Magistris. «È stato un cambio di rotta politico e appena i sindaci si sono ribellati hanno tolto la parola sindaci dal testo e siamo tornati esattamente alla situazione precedente. I sindaci fino ad ora hanno fatto un lavoro enorme per tenere unito il Paese sul piano della coesione sociale. È stato un comportamento che non ci aspettavamo perché conosciamo la sensibilità istituzionale del presidente del Consiglio.
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Il ministro Boccia dice che ci è vicino, poi non ci consulta neppure quando si tratta di decidere
L’ex pm
«Le chiusure decise insieme, da noi e dai prefetti, nei Comitati per la sicurezza»