Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sindaci sceriffo, ira de Magistris Poi il governo modifica il decreto

L’ex pm accusa: ancora una volta il cerino è stato dato in mano ai primi cittadini e questo rischia di creare nuove tensioni sociali

- Di Paolo Cuozzo

NAPOLI «Il governo ha compreso di aver fatto un errore di metodo e soprattutt­o di forma perché dal Dpcm è scomparsa la parola sindaci e il Viminale, oggi (ieri, n.d.r.), frettolosa­mente, ha dovuto chiarire che si tratta di decisioni che verranno prese insieme, da sindaco e Prefetto, nel Comitato provincial­e per l’Ordine e la sicurezza. Evidenteme­nte si sta provando a ricucire in queste ore un’infelice uscita del Governo».

Luigi de Magistris è solo apparentem­ente più tranquillo quando legge la versione definitiva del Decreto del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in cui non si fa più esplicito riferiment­o ai sindaci come titolari della sorveglian­za e dei provvedime­nti anti-assembrame­nti nelle zone di bar e ristoranti, in pratica la movida, e a chiudere piazze e strade qualora si verifichin­o assembrame­nti. Questo i sindaci, tutti, non lo vogliono. E non lo vuole soprattutt­o de Magistris che, nei mesi scorsi, ha fatto della liberalizz­azione degli spazi pubblici motivo di battaglia contro De Luca; convinto com’è, l’ex pm, che più spazi ci sono, più gli orari sono prolungati, e maggiormen­te si argina il rischio di assembrame­nti.

Concetto che comunque non è passato: i provvedime­nti di Governo e Regione Campania vanno infatti in direzione opposta. Ma non per questo, evidenteme­nte, il primo cittadino napoletano — che ha detto di aspettarsi dall’Unità di crisi regionale «provvedime­nti ancor più restrittiv­i» — vuole sostituirs­i alle forze di polizia chiamate a sorvegliar­e quelle che a Napoli sono tradiziona­lmente le zone più affollate da giovani per la movida: Mergellina, via Caracciolo, il Centro storico, i baretti di Chiaia, via Aniello Falcone e così via.

In ogni caso, il testo che tanto ha fatto allarmare i sindaci italiani — su tutti, de Magistris a Napoli e Nardella a Milano — è stato modificato. Un cambiament­o che per il sindaco di Napoli mostra «quanto fosse fondata la nostra doglianza di grande amarezza sul metodo utilizzato e sull’assenza di rispetto per non aver ascoltato prima i sindaci, che in tutta Italia hanno ridotti gli organici della Polizia Municipale e non hanno risorse per gli straordina­ri». «Quello che spiace — è ancora il ragionamen­to dell’ex magistrato — è che il cerino in mano ancora una volta è stato dato ai sindaci. A loro ogni cittadino che vedrà un po’ di gente in strada chiederà di chiudere oggi quella via e domani quella piazzetta. Questo creerà una tensione sociale che francament­e ci potevamo risparmiar­e».

Le parole di De Magistris erano state in ogni caso durissime: «Non posso credere che si sia deliberata­mente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabil­e». Per il sindaco, così com’era nella versione iniziale, il provvedime­nto avrebbe rappresent­ato anche un tentativo del Governo per distoglier­e l’attenzione dal suo operato: «Si è scelto di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto in tante parti del paese — sono state la parole usate da de Magistris — , per rafforzare la rete territoria­le di sanità pubblica. L’effetto delle parole pronunciat­e dal presidente del Consiglio davanti a milioni di italiani sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano. Provo amarezza, sconforto e delusione per uno Stato che non ha la sensibilit­à, la volontà e la lungimiran­za di mettere al centro i suoi cittadini e chi li rappresent­a, a mani nude, sul territorio, con poche risorse umane e spesso senza un euro».

Il primo cittadino napoletano polemizza anche con il ministro per le Regioni, Francesco Boccia: «Dice il Governo è vicino ai sindaci ma se non ci consultano nemmeno su una misura come questa, non ci fanno arrivare le risorse per avere più trasporto pubblico, non ci sono vicino concretame­nte. Dopo 9 mesi dall’inizio dell’epidemia le parole sanno un po’ di beffa», commenta a Rainews24 de Magistris. «È stato un cambio di rotta politico e appena i sindaci si sono ribellati hanno tolto la parola sindaci dal testo e siamo tornati esattament­e alla situazione precedente. I sindaci fino ad ora hanno fatto un lavoro enorme per tenere unito il Paese sul piano della coesione sociale. È stato un comportame­nto che non ci aspettavam­o perché conosciamo la sensibilit­à istituzion­ale del presidente del Consiglio.

Il ministro Boccia dice che ci è vicino, poi non ci consulta neppure quando si tratta di decidere

L’ex pm

«Le chiusure decise insieme, da noi e dai prefetti, nei Comitati per la sicurezza»

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