Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Laboratori d’analisi in un condominio «Gente infetta nel nostro palazzo»
La denuncia ai Nas: assembramenti e via vai, qui è a rischio la salute
Un paio di settimane
NAPOLI fa la Regione Campania ha stabilito che I tamponi per la verifica della positività al coronavirus possono essere effettuati anche dai laboratori privati e da quel momento è scattata la corsa da parte di queste strutture ad attrezzarsi per rispondere alla crescente domanda.
Complici da un lato l’ansia e la paura che si sono impossessate di buona parte della popolazione e dall’altro lato i ritardi e le lungaggini che caratterizzano l’effettuazione dei tamponi presso le Asl, migliaia di persone hanno già effettuato il test o si accingono a farlo, in aggiunta od in alternativa alla verifica della presenza di anticorpi nel sangue. Il costo di un tampone in un centro privato varia attualmente tra i settanta e gli ottanta euro e la risposta è garantita in 48 ore.
Non si è lasciato sfuggire l’occasione di lanciarsi nell’affare anche un laboratorio di analisi in via Traversa Pietravalle, a Napoli, nella zona ospedaliera, che dal 14 ottobre ha aperto le porte a chi ha intenzione di appurare se sia entrato in contatto con il coronavirus.
I clienti sono arrivati numerosi e per rendere più confortevole la loro attesa i gestori del centro hanno montato anche una tenda bianca in plastica nel terrazzo di pertinenza del laboratorio. L’iniziativa, però, non è piaciuta ad un gruppo di condomini, i quali hanno prontamente presentato una denuncia ai Nas, i carabinieri che si occupano della tutela della salute, per chiedere che intervengano e pongano fine al valzer dei tamponi. L’esposto è firmato da sette persone, tutte residenti nel condominio di Traversa Michele Pietravalle numero 11, dove è il laboratorio.
Lamentano in particolare che si sia creato «un continuo e disordinato accesso al condominio e, soprattutto, un pericoloso assembramento nello spazio immediatamente antistante il civico 11 oltre che nel cortile e nell’androne del palazzo della scala».
Un affollamento, prosegue la denuncia, «di persone potenzialmente infette e che talora non indossano neppure idonei dispositivi di protezione». I condomini denunciano ai Nas anche il montaggio della tenda. «E’ in precarie condizioni di fissaggio – sostengono - e non garantisce nessun isolamento dall’esterno. Poiché non è isolata e non risulta che sia stata effettuata alcuna disinfezione o sanificazione, è anch’essa un concreto potenziale veicolo di propagazione del virus. Nelle ore notturne, poi, potrebbe essere utilizzata da malintenzionati come nascondiglio per rapinare i condomini». Non basta.
«Al lato di questa tenda prosegue l’esposto – permangono taluni contenitori per la raccolta di imprecisati rifiuti, che sono pieni da diversi giorni. Non è stato predisposto, inoltre, nessun percorso di accesso separato al laboratorio per i tamponi destinati a verificare se il paziente sia positivo al coronavirus».