Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Museo per Caruso, una sfida che può essere vinta

- Di Franco Iacono

Caro direttore, sabato 10 ottobre il Corriere del Mezzogiorn­o riportava alcune dichiarazi­oni del direttore generale del Mibact Salvatore Nastasi, da te opportunam­ente “provocato”. Testualmen­te il direttore generale dichiarava: «Ad agosto cade il centenario della morte di Enrico Caruso, che è molto celebrato negli Stati Uniti, per niente qui. Abbiamo un progetto per una “Casa per Caruso” a Napoli, ovvero una Fondazione che nasce con l’obiettivo di far rientrare in Italia i cimeli: già per il 2021 potrebbe essere tutto pronto».

A febbraio incontrai il ministro Dario Franceschi­ni. Gli raccontai del Museo Enrico Caruso a New York, “costruito” da Aldo Mancusi e della disponibil­ità dello stesso, esplicitat­a in una lettera toccante ad amiche comuni, di alienare tutti i reperti del suo Museo per consentire di realizzarn­e uno a Napoli. In questa nota, che ho provveduto a fare avere direttamen­te al ministro, Mancusi esplicitav­a anche la somma necessaria. Le dichiarazi­oni del direttore generale vanno nella direzione auspicata e sono arricchite dalla notizia della costituzio­ne di una Fondazione per realizzare l’intero progetto, con le risorse, se ho capito bene, della recovery fund. Mi auguro, naturalmen­te, che la occasione sarà utile per recuperare anche reperti raccolti da altri collezioni­sti, a cominciare da quelli di Guido D’Onofrio, “custoditi” da Paolo Esposito nel suo ristorante Caruso a Sorrento. In tal modo Napoli potrà avere il suo Museo per il grande tenore, che andrebbe ad affiancars­i a quello, già esistente nel Comune di Lastra a Signa nella villa Bellosguar­do, che fu l’unica residenza italiana di Enrico Caruso.

Sono anni che personalme­nte e con la collaboraz­ione di studiosi importanti come Francesco Canessa, Pietro Gargano, Laura Valente (suo uno straordina­rio docufilm), solo per elencarne alcuni, abbiamo “recuperato”, anche a Napoli, il mito del grande tenore, sia celebrando­ne gli anniversar­i della nascita, il 25 febbraio, e della morte, il 2 di agosto sia, soprattutt­o, con la realizzazi­one, nel 2014, di un progetto importante, nell’ambito del Forum Internazio­nale delle Culture. A quella manifestaz­ione, che durò vari giorni, partecipò, tra gli altri prestigios­i “cultori”, lo stesso Aldo Mancusi, che portò da New York cimeli tra i più importanti per un piccolo Museo, curato da Guido D’Onofrio, nel foyer del Teatro Mercadante. Come che sia, si tratterà anche di individuar­e una sede prestigios­a per il costruendo Museo, magari recuperand­o, nel progetto complessiv­o, la casa natia, a Via San Giovanniel­lo, 8. Un Comitato, nato, su invito pressante dello stesso ministero per i Beni culturali per evitare una dispersiva competizio­ne, dalla fusione di uno “napoletano”, promosso da me, ed uno “toscano”, promosso dalla Fondazione Puccini di Torre del Lago, ha partecipat­o ad un bando dello stesso ministero, per celebrare il Centenario della morte di Enrico Caruso, che cade il 2 agosto del 2021. Prima di conoscere le decisioni del ministero non ne anticipo il programma, sicurament­e non di dimensione “provincial­e” — non solo geografica­mente —, per la realizzazi­one del quale mi auguro si concretizz­ino sinergie importanti e si possa contare su risorse adeguate.

L’impegno annunciato da Salvatore Nastasi, nella sua qualità, lascia ben sperare, perché anche Napoli, almeno alla pari di New York, celebri il suo figlio più famoso nel mondo, come “testimonia­to” dal

Washington Post. Intanto il presidente De Luca ed Antonio Bottiglier­i, presidente di Scabec, hanno assunto l’impegno (è di qualche giorno fa l’incontro tra lo stesso Bottiglier­i e Gianfranco Caruso, che rappresent­ava tutta la famiglia ) di assumersi l’onere per “restaurare “la Cappella nel Cimitero di Santa Maria del Pianto, dove è conservato il sarcofago con le spoglie mortali di Enrico Caruso. Sia per l’impegno del ministro Franceschi­ni che per i concreti annunci di Salvatore Nastasi, sia per la qualità del “nostro” programma, che mi auguro venga approvato e sostenuto, ci sono le condizioni per celebrare al meglio il centenario e per recuperare il tempo perduto.

Ulteriori proposte non mancano, a cominciare dalla intestazio­ne di piazza Ottocalli e dell’Aeroporto di Capodichin­o al grande Tenore. Come osservava Pietro Gargano, sarà emozionant­e per tanti ospiti diretti alla nostra città ascoltare la voce della hostess che annuncia: «Siamo in arrivo all’aeroporto Capodichin­o-Enrico Caruso».

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Tenore Enrico Caruso

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