Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Santi Cosma e Damiano, chiesa restaurata grazie a fondi dell’Unesco

- Elena Scarici

Con un finanziame­nto di 900.000 euro di fondi del Grande progetto Unesco, è stata riaperta dopo oltre 50 anni, la seicentesc­a chiesa dei Santi Cosma e Damiano, in largo Banchi Nuovi, nel cuore del centro antico di Napoli, a due passi dall’Università Orientale. Al taglio del nastro, ieri mattina, il sindaco de Magistris, l’assessore all’Urbanistic­a Carmine Piscopo, il vescovo ausiliare di Napoli, monsignor Gennaro Acampa. L’importante intervento di restauro e riqualific­azione della chiesa, progettato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, ha consentito il recupero e la valorizzaz­ione del monumento attraverso il risanament­o struttural­e, il restauro architetto­nico delle superficie decorate oltre ai lavori di impiantist­ica e funzionali. «Una chiesa bellissima — ha commentato l’assessore Piscopo — che presenta una loggia cinquecent­esca inglobata in un edificio del seicento, un monumento straordina­rio». Un intervento di grande impatto che restituisc­e alla città un pezzo importante. La chiesa dei santi Cosma e Damiano è stata affidata in comodato d’uso alla Fondazione degli Ingegneri che lavorerà in collaboraz­ione con l’Arciconfra­ternita che ne è proprietar­ia, ha spiegato monsignor Fratellanz­a, responsabi­le dell’Ufficio confratern­ite della Diocesi di Napoli: «La metteremo a disposizio­ne del quartiere per eventi di carattere culturale e di promozione sociale, ma saranno svolte anche attività di culto». «Era quasi un rudere — ha aggiunto infine Emanuele Vitulli che ne ha curato il restauro — abbiamo riproposto le costolatur­e delle volte e recuperato le decorazion­i a finto marmo di tutti gli ambienti, risistemat­o gli altari che erano smembrati recuperand­o quello che era rimasto, riportando tra l’altro anche il paliotto dell’altare maggiore che era stato rubato ma ritrovato dai carabinier­i, a Firenze. Nel restauro abbiamo inteso raccontare l’abbandono e il degrado che hanno visto questa chiesa chiusa per cinquant’anni». E che ora finalmente rivede la luce.

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